Tra spazio espositivo e di ricerca: intervista a Isabella Vitale sul progetto pianobi a Roma

Si pone come strumento dedito alla diffusione artistica, dove “bi” sta per duplice spazio: sia studio che luogo di ricerca, sia atelier che spazio espositivo: questo è pianobi, un progetto nato dalla storica dell’arte e curatrice Isabella Vitale nel quartiere Quadraro Vecchio. La base su cui poggia questa nuova realtà culturale romana è la sperimentazione e il rapporto diretto con gli artisti, i quali sono chiamati a restituire al pubblico il risultato della loro ricerca dopo un periodo di residenza nello spazio. Volevamo saperne di più e abbiamo deciso di fare qualche domanda alla direttrice Isabella Vitale. 

Intervista a Isabella Vitale di pianobi a Roma

Quando e come nasce l’idea di aprire uno spazio d’arte a Roma?
In realtà pianobi è un progetto, un proposito, che nasce da un’esigenza personale che si è formata nel corso di tanti anni in cui sono stata a contatto con l’arte, sia in Italia che in Francia, in particolare a Parigi, dove ho studiato frequentando la Sorbona e l’Accademia di Belle Arti e tantissimi altri luoghi dediti all’arte. È proprio a Parigi che la passione è cominciata a trasformarsi in professione. Tornata a Roma, ho lavorato come assistente di galleria per la Galerie Française, uno spazio espositivo su piazza Navona che non esiste più, all’epoca gestito dal servizio culturale dell’Ambasciata di Francia. Poi mi sono iscritta all’accademia di Belle Arti di Roma e una volta terminati gli studi, dopo anni ho sentito l’esigenza di approfondire la teoria, così mi sono iscritta all’Università La Sapienza dove mi sono laureata in storia dell’arte contemporanea nel 2015. Questo è pianobi: un duplice progetto inaugurato nel giugno del 2023,  che coniuga pratica e teoria dell’arte. Da qui l’idea di lavorare con artiste e artisti, offrendo loro il mio accompagnamento alla ricerca su Roma e dintorni, non solo a livello intellettuale, ma anche pratico dal momento che include uno spazio dove vivere e lavorare, ottimizzando così il lasso di tempo di una residenza che non è mai abbastanza.

Cosa contraddistingue pianobi dagli altri spazi sul suolo capitolino?
Penso che ogni progetto concepito abbia una propria identità e pertanto si contraddistingua da altri, nonostante dei punti in comune che si rivelano bellissime opportunità di incontro e di scambio. Per fare un esempio localizzato al sud-est di Roma, precisamente al Quadraro Vecchio, prima del mio progetto sono nati in questo quartiere Spazio Y e Casa Vuota che, come pianobi, hanno il piacere e la missione comune di diffondere progetti d’arte in cui credono. 

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pianobi, Roma

Quali sono le dinamiche con cui opera pianobi?
Qui l’artista ha la possibilità di essere accompagnata/o da me nell’ambito di una residenza che si svolge appunto presso il mio spazio, un quartiere ancora poco conosciuto al di fuori del centro storico, ma comodamente raggiungibile con la Metro A. Un luogo piacevolmente calmo, protetto dal caos cittadino nonostante sia in città, e contraddistinto dalla vicinanza di alcuni parchi più belli della Capitale, come quello degli Acquedotti, della Caffarella e di Centocelle. 

Pianobi: non solo spazio espositivo ma luogo di studio e ricerca 

Non solo spazio espositivo, pianobi si pone anche come luogo di studio e ricerca per gli artisti. Come si coniuga questa duplice natura?
La ricerca implica tempo e va di pari passo con lo studio, inteso come spazio fisico e mentale. Forse deriva da una mia visione un po’ rinascimentale di “studiolo”? Un luogo intimo e privato che i grandi umanisti aprivano in determinate occasioni per esporre collezioni di oggetti d’arte e non solo. Suppellettili e testi che sono stimoli e fonti di ispirazione per riflettere e per creare. In poche parole, uno studio d’artista inteso come una sorta di Wunderkammer in cui hanno luogo svelamenti condivisi. Lo scopo della residenza è lo stesso di quello che si prefiggono gli istituti di cultura e le accademie, ossia dare uno spazio fisico e mentale alla creazione, mettendo in connessione le artiste e gli artisti con situazioni, luoghi e persone utili alla loro ricerca e alla loro promozione.

Quali sono state le mostre che hanno segnato la linea curatoriale di pianobi?
Al momento tutte credo, data la diversità e la pluridisciplinarità degli eventi proposti fino ad oggi. L’obiettivo del progetto non è unicamente realizzare una mostra, ma anche rendere accessibile la ricerca che si cela in ogni opera d’arte realizzata, unitamente alla tecnica utilizzata che a mio avviso, diventa un valore aggiunto nel momento in cui viene compresa dal fruitore. Più che mostre, le chiamerei restituzioni a seguito di residenze o di progetti. Così è stato per la mostra di apertura con l’artista Marco Emmanuele, alla quale hanno contribuito in termini di entusiasmo e coesione anche tutti gli artisti che all’epoca condividevano lo studio con lui (José Angelino, Alessandro Dandini de Sylva, Luca Grechi, Diego Miguel Mirabella), tutti artisti che conosco e seguo da anni dato che uno di questi è il mio compagno da quindici anni. Ho partecipato in prima persona alle loro epifanie. Quando un giorno tornai nel loro studio e vidi un bozzetto bellissimo di Marco trasformarsi in un’opera risolta attraverso la sua tecnica messa a punto con immensa dedizione e passione, non potevo che cominciare con lui questa avventura. È la consapevolezza di un savoir faire, non soltanto da un punto di pratica artistica, ma di vita.

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pianobi, Roma

Come sono evoluti nel tempo i progetti espositivi e quali collaborazioni sono nate?
Dopo soli due anni di attività in effetti si sono presentate bellissime occasioni di collaborazioni, tra cui due progetti outdoor. Il primo,  Ante Operam nel 2022 a Roma presso Palazzo Marescalchi Belli, su invito della titolare della casa vacanze fontana più stella house realizzato anche grazie alla collaborazione e al supporto dell’Accademia di Belle Arti e  dell’Università La Sapienza. Il secondo, Palazzo Farnese Contemporary nel 2023 su invito dell’ambasciata di Francia e dell’institut français Italia, per il quale ho invitato a performare all’interno di Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata di Francia a Roma, artiste e artisti locali e francesi, all’epoca residenti a Villa Medici. Da questi eventi sono nate nuove collaborazioni, come ad esempio con l’Institut français Italia, nello specifico nell’ambito del Nouveau Grand Tour per le edizioni del 2023 e del 2024, accogliendo presso il mio spazio artiste e artisti under 30. Idem con il centro di Arti Visive della Città di Lille in Francia che sostiene artisti e artiste residenti a Lille attraverso un bando grazie al quale vincono un soggiorno di ricerca di tre mesi a Roma nell’atelier Wicar, uno studio d’artista in via del Vantaggio, in pieno centro. O ancora l’invito da parte del direttore della Biblioteca Hertziana nell’ambito del progetto Rome Contemporary e del direttore di Villa Medici per curare la Mappa della Roma Contemporanea (on line sul nuovo sito dell’Accademia di Francia).

Il futuro di pianobi a Roma

Quali sono i programmi futuri di pianobi?
Sicuramente intrattenere e ampliare queste relazioni e aprirne di nuove, sia con la Francia con la quale ho potuto iniziare molto spontaneamente dato il mio percorso professionale francofono, sia con altri paesi con i quali ho già cominciato a comunicare. Vi è inoltre la volontà e il piacere di continuare a realizzare progetti con studentesse e studenti in collaborazione con i loro atenei, dove pianobi diventa un test e un trampolino di lancio per i loro primi progetti espositivi, come è stato per l’Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts di Parigi nel 2022 e per la RUFA nel 2024.

Dicci di più…
Attualmente è in corso fino a fine maggio la mostra Una collettiva personale che include 31 opere di artiste e artisti e che vuole essere un omaggio alle collaborazioni intercorse fino a d oggi e al rapporto instaurato con loro, sia in termini professionali che di amicizia. Vi sono poi in programma due residenze d’artista e due progetti di mostra in door e out door. E ancora e più in generale, continuare a concepire progetti che possano essere lo stimolo di una riflessione condivisa sull’arte, di un confronto, di uno scambio; in una parola: apertura.

Valentina Muzi

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Pianobi
Via dei Ciceri, 99
Roma

L’articolo "Tra spazio espositivo e di ricerca: intervista a Isabella Vitale sul progetto pianobi a Roma" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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