Tra Iran e Israele è guerra: il ruolo degli Usa

  • Postato il 14 giugno 2025
  • Di Focus.it
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Il presidente Donald Trump ha ammesso di essere stato informato con anticipo dei bombardamenti israeliani su Teheran, precisando che gli Usa non sono coinvolti militarmente nell'operazione. Inoltre il presidente ha dichiarato che l'Iran dovrebbe accettare un accordo per evitare ulteriori attacchi. Tra golpe, servizi segreti, mancati accordi e minaccia nucleare, vediamo qual è il ruolo degli Usa nei rapporti con l'Iran attraverso l'articolo "La guerra dei due mondi" di Riccardo Michelucci, tratto dagli archivi di Focus Storia.. Il golpe orchestrato dagli Usa. Da quasi mezzo secolo l'Iran è il peggior nemico degli Stati Uniti nella regione del Medio Oriente e del Golfo Persico. I rapporti tra Teheran e Washington sono infatti tesi dal 1979, anno della rivoluzione iraniana guidata da Khomeini. Le radici del contrasto risalgono però all'agosto del 1953, quando i servizi segreti statunitensi organizzarono un colpo di Stato per spodestare Mohammad Mossadeq, primo ministro iraniano democraticamente eletto, che aveva tentato di nazionalizzare l'industria petrolifera, di proprietà britannica.. nucleare VOluto dagli Usa. Il golpe riportò al potere la monarchia filo-occidentale guidata dallo scià Reza Pahlavi, che in cambio approvò un accordo per garantire alle compagnie statunitensi, britanniche e francesi il controllo del 40% dell'industria petrolifera iraniana. L'anno dopo gli Stati Uniti fornirono a Teheran anche un reattore a uranio arricchito per produrre bombe atomiche, gettando le basi per l'avvio del programma nucleare. Sotto lo scià l'Iran fu un fedele alleato dell'Occidente, indispensabile per proteggere gli interessi statunitensi in Medio Oriente.. Ricchi e poveri. Pur essendo il secondo Paese esportatore di greggio al mondo e pur disponendo di enormi riserve di gas naturale, in quegli anni l'Iran investì quasi esclusivamente nell'industria bellica, mantenendo nel Paese livelli spaventosamente alti di povertà, analfabetismo e mortalità infantile. Furono proprio le profonde disuguaglianze sociali, oltre alla corruzione del regime e al risentimento per le ingerenze straniere, i fattori scatenanti della rivoluzione islamica che nel 1979 portò al potere l'ayatollah Ruhollah Khomeini. Rivoluzione che segnò una frattura insanabile nei rapporti con l'Occidente.. RELAZIONI A RISCHIO. Il 4 novembre 1979 un gruppo di studenti iraniani attaccò l'ambasciata statunitense a Teheran prendendo in ostaggio decine di cittadini statunitensi, tra cui lo stesso ambasciatore. «In un primo momento l'obiettivo era un sitin nella rappresentanza diplomatica finalizzato a chiedere l'estradizione dello scià, che alcuni giorni prima era stato accolto negli Stati Uniti, in modo da poterlo giudicare per i reati commessi», spiega Farian Sabahi autrice di Storia dell'Iran 1890-2020 (Il Saggiatore). «Khomeini dichiarò il proprio appoggio agli studenti e si congratulò con loro mentre il capo del governo provvisorio Mehdi Bazargan revocò unilateralmente l'accordo militare con Washington. Per tutta risposta gli Stati Uniti bloccarono i depositi iraniani nelle banche americane».. La guerra degli ostaggi. Tredici ostaggi furono rilasciati quasi subito, ma altri 52 rimasero prigionieri a lungo, dando il via a una crisi internazionale che condizionò anche la campagna elettorale degli Stati Uniti, impedendo la riconferma del presidente democratico Jimmy Carter. Gli ostaggi furono liberati il 20 gennaio 1981, dopo 444 giorni di prigionia, proprio nel giorno in cui il neoeletto presidente Ronald Reagan pronunciò il discorso d'insediamento alla Casa Bianca.. IN FIAMME. Nel frattempo il Medio Oriente si era incendiato su più fronti: oltre all'inasprimento del conflitto tra Israele e Palestina si erano acuite le tensioni tra i sunniti capeggiati dall'Arabia Saudita, alleata storica degli Stati Uniti, e gli sciiti riuniti intorno all'Iran degli ayatollah. Era scoppiata inoltre la guerra tra Iran e Iraq, destinata a protrarsi per quasi tutti gli Anni '80 e a causare circa un milione di vittime. In quegli anni Washington sostenne apertamente Saddam Hussein fornendo massicci aiuti al regime iracheno. Tuttavia in gran segreto vendeva armi all'Iran per favorire la liberazione di alcuni ostaggi statunitensi in quel momento in mano ai militanti di Hezbollah in Libano. I soldi della vendita di armi all'Iran furono usati poi dagli Usa per finanziare in Nicaragua gli oppositori al governo sandinista, e quando il losco affare venne alla luce ci fu per l'amministrazione Reagan una grave crisi politica, nota come lo "scandalo Iran-Contra". «Gli americani si comportarono con grande cinismo vendendo armi sia agli iraniani sia agli iracheni. Fornirono all'Iraq informazioni sugli spostamenti militari delle truppe della Repubblica islamica e inviarono nel Golfo ventisei navi militari dando ordine di attaccare i pozzi petroliferi iraniani», sostiene Sabahi.. TENSIONI E SPERANZE. A partire dagli Anni '90, con la fine della Guerra fredda, nonostante le graduali aperture delle presidenze riformiste di Rafsanjani e Khatami, l'Iran divenne il principale antagonista degli Stati Uniti. Specie dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, un'altra cesura. Quando il presidente statunitense George W. Bush jr. decise di invadere l'Afghanistan, l'Iran di Khatami offrì il suo spazio aereo per i raid e un aiuto logistico nella lotta contro al- Qaeda, ma fu una collaborazione del tutto strumentale. «L'eliminazione dei Talebani, nemici giurati dell'Iran, faceva comodo a entrambi ma non fece venir meno il sostegno di Teheran ai gruppi armati libanesi e palestinesi che minacciavano la sicurezza di Israele. Nel gennaio del 2002 Bush pronunciò il discorso sullo Stato dell'Unione e inserì l'Iran nell'Asse del male insieme all'Iraq e alla Corea del Nord, una mossa che di certo non aiutò i riformatori iraniani».. Il programma nucleare. Le relazioni tra Washington e Teheran vennero ulteriormente compromesse dalle rivelazioni di un gruppo di dissidenti esuli a Parigi che denunciarono la costruzione di impianti per l'arricchimento dell'uranio nelle città di Natanz e Arak. Accusato di voler produrre armi nucleari, il regime riconobbe l'esistenza di un programma nucleare (mai interrotto dagli Anni '50). Gli Usa imposero nuove sanzioni che soffocarono l'economia iraniana e impedirono a Teheran di esportare la sua risorsa più preziosa, il petrolio. L'inflazione arrivò alle stelle, la popolazione si impoverì e nel 2009 le proteste dei giovani (l'Onda Verde), che chiedevano più libertà, anticiparono le cosiddette Primavere arabe.. ALTI E BASSI. Dopo anni di sanzioni, minacce e negoziati, nel 2015 venne finalmente raggiunto un accordo in base al quale l'Iran doveva ridurre la sua capacità di arricchire l'uranio, privandosi della possibilità di costruire la bomba atomica, mentre gli Usa e gli altri Paesi firmatari (Russia, Cina, Regno Unito e Unione Europea) si sarebbero impegnati a cancellare le sanzioni.«In realtà l'accordo prometteva molto di più», aggiunge la studiosa. «Al di là della fine delle sanzioni, da cui l'economia della Repubblica islamica avrebbe tratto beneficio, l'ayatollah Khamenei intravedeva l'opportunità di diventare una potenza regionale alleata di Washington. Il presidente americano Barack Obama stava per trasformare l'arcinemico degli Stati Uniti in un alleato per combattere l'Isis in Iraq e in Siria, nonché per risolvere il conflitto in Yemen. Ma si trattò soltanto di un'illusione: nonostante l'accordo molte altre questioni rimanevano irrisolte, a cominciare dall'appoggio iraniano ai regimi avversari degli Stati Uniti e a gruppi terroristici come il libanese Hezbollah», afferma l'esperta.. Tra illusioni e fallimenti. Poteva essere il punto di partenza dell'auspicata distensione ma nel 2018 il presidente Donald Trump annunciò il ritiro dall'accordo, sebbene non ci fosse stata alcuna violazione del trattato da parte dell'Iran, e reintrodusse le sanzioni rimosse da Obama. Dietro alla decisione c'erano le pressioni di Arabia Saudita, che temeva l'esportazione del petrolio iraniano, e di Israele, contrario all'annullamento delle sanzioni perché riteneva che avrebbe permesso all'Iran di rafforzarsi.. Dopo il 7 ottobre. Da allora i rapporti tra i due Paesi sono peggiorati e la tensione è culminata nel raid missilistico americano del 2020 in cui è stato ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani. I tentativi di Joe Biden di riportare in vita l'accordo sono stati vanificati dall'attacco di Hamas a Israele, il 7 ottobre 2023, a cui l'Iran avrebbe contribuito con armi e addestramento..
Autore
Focus.it

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