Tra forre, necropoli e sentieri nascosti, Blera mostra il volto autentico della storia della Tuscia
- Postato il 22 novembre 2025
- Borghi
- Di SiViaggia.it
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Il primo impatto arriva con il profilo della rupe che emerge dalla campagna della Tuscia. L’impressione è quella di un luogo che ha assorbito secoli senza cambiare ritmo. Blera appartiene a un’area attraversata da itinerari etruschi e preromani che collegavano l’interno della provincia di Viterbo alle zone costiere e ai territori vicini.
La sua posizione rialzata narra la logica dei villaggi fortificati, mentre il dedalo di vicoli in tufo rende evidente un’abitudine all’adattamento che attraversa epoche diverse. Camminando nel centro storico si avverte una continuità silenziosa tra ciò che resta della civiltà etrusca, la memoria dei castelli della Tuscia e l’eredità agricola che ha modellato il borgo fino a tempi recenti.
Cosa vedere a Blera
La visita di Blera inizia lungo Via Roma. L’arco di Porta Marina introduce nel cuore più antico del paese e crea una sensazione di accesso in un ambiente raccolto.
Una volta superato il varco si incontrano case in tufo che stringono il passaggio, palazzi con stemmi affiorati dalle pareti e cantine scavate nella roccia. Ma questo, come è possibile intuire, è solo l’inizio.
Chiesa di Santa Maria Assunta e San Vivenzio
La Chiesa di Santa Maria Assunta e San Vivenzio si affaccia sulla piazzetta principale con un equilibrio che unisce epoche diverse. All’interno riposa la cripta dedicata a San Vivenzio, insieme alla tomba attribuita al patrono. L’ambiente custodisce stucchi e tracce di fasi diverse della comunità religiosa, mentre l’altare accoglie un sarcofago romano con la scena della caccia di Adone, recuperato dopo un uso improprio in epoche passate e riportato alla sua dignità originaria.
Palazzo Lattanzi e il tessuto storico attorno a Via Roma
Proseguendo lungo la via principale appare Palazzo Lattanzi. Le sue mura segnano la presenza di famiglie che ebbero un ruolo decisivo nella vita civile del borgo. Attorno si sviluppa un intreccio di vicoli che sono la culla di porte in tufo, passaggi interni stretti e ambienti ricavati nella roccia.
Palazzo Anguillara
Più avanti non passa di certo inosservato Palazzo Anguillara che si affaccia sulla Piazza della Rocca: un edificio signorile ma al tempo stesso imponente, con la sua struttura rinascimentale e il portale bugnato in peperino. Nei sotterranei, in un tempo ormai lontano, si trovavano delle celle carcerarie. Oggi, invece, attorno ad esso si sviluppano vicoli stretti che seguono l’andamento della rupe e che sono fiancheggiati da case in tufo con logge basse, antiche scale esterne e aperture modellate nei secoli.
Il quartiere più antico e le case in tufo
Nella parte più silenziosa del paesino si incontrano abitazioni che mostrano il volto più sincero di Blera. Le pietre ruvide, i tetti irregolari e le soglie minute parlano di una dimensione pratica e ostinata. Ogni parete riflette abitudini nate dal rapporto diretto con il blocco di tufo, al punto che le case appaiono quasi fuse con la roccia stessa.
Le grotte e gli ambienti ipogei
Anche sotto il livello delle abitazioni ci sono meraviglie; anzi, un vero e proprio mondo nascosto: grotte, cunicoli e magazzini con ancora i segni di vasche per il vino, aree per animali e ambienti per lo stoccaggio dei raccolti.
Percorso verso la Valle del Biedano
Un tratto che scende dall’altura conduce alla Valle del Biedano puntellata di orti, terrazzamenti antichi, resti del Ponte della Rocca e ingressi ricavati nella roccia. Un passo dopo l’altro ci si rende conto che l’atmosfera cambia lentamente, fino a raggiungere i punti in cui riemergono tracce dell’antica Via Clodia.
I siti archeologici di Blera
A Blera c’è una presenza antica che affiora con naturalezza tra forre, altipiani e pareti di tufo. Nei pianori attorno al Biedano, infatti, si stagliano ancora oggi tracce di comunità che vissero qui molto prima dell’impianto medievale, con sepolcri rupestri, abitati etruschi e insediamenti protostorici rimasti in gran parte intatti grazie all’isolamento del territorio.
Necropoli della Casetta e Grotte Penta
Verso nord si apre la straordinaria Necropoli della Casetta, con tombe a dado e semidado che si affacciano sui versanti tufacei con una presenza sorprendente, quasi come fosse un villaggio a parte. Particolarmente interessante è anche il complesso delle Grotte Penta che contiene camere funerarie intonacate e decorate con fasce cromatiche, insieme a una colonna dorica che crea un punto di equilibrio scenografico. Le iscrizioni etrusche della tomba poco distante conservano nomi e memorie di famiglie legate al territorio.
La tomba a dado della Torretta
La grande tomba a dado presso la Torretta si distingue per possedere un facciata intonacata e per due ingressi incorniciati da elementi dorici. Le scalinate laterali salgono verso la sommità del sepolcro, affiancate da una serie di nicchie e loculi scolpiti.
Necropoli di Pontone del Paino
In un’area più isolata, quasi nascosta, emerge un sepolcro ellenistico arricchito da un’iscrizione etrusca che riporta il nome di un membro di un’antica famiglia locale. Le parole incise nella roccia sembrano quasi trattenere il respiro di vite lontane.
San Giovenale
Vicino a Civitella Cesi, frazione di Blera, prende vita il pianoro di San Giovenale, sede di scavi condotti negli anni Cinquanta da un’équipe svedese con la partecipazione del re Gustavo VI Adolfo. Le indagini portarono alla luce fondi di capanne dell’età del bronzo, abitazioni etrusche costruite con blocchi di tufo e i resti del castello medievale dei Di Vico.
Luni sul Mignone
Più in basso si può raggiungere il pianoro di Luni sul Mignone, luogo di una bellezza emozionante (il paesaggio è davvero unico nel suo genere) e con stratificazioni ancora più antiche. Qui sono emerse capanne appenniniche, tombe a grotticella, mura etrusche e una chiesa altomedievale. I frammenti micenei recuperati durante gli scavi rivelano contatti con l’Egeo risalenti al secondo millennio a.C. e aggiungono un tassello inatteso alla storia della zona.
Dove si trova e come arrivare
Come accennato, Blera si trova su un’altura della Tuscia viterbese attraversata dal Biedano e circondata da valloni profondi. Da Viterbo si raggiunge imboccando la provinciale diretta verso sud. Da Roma il percorso più semplice segue la Cassia fino al bivio che porta verso la campagna interna.
L’ingresso attraverso Porta Marina introduce subito nel centro storico, mentre i sentieri che scendono verso la valle accompagnano in direzione di pressoché infinite necropoli, ponti e resti della Via Clodia.