Toscana, “garantire il salario minimo di nove euro l’ora negli appalti affidati dalla Regione”: passa all’unanimità la mozione del M5s

  • Postato il 18 settembre 2024
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Passa all’unanimità in Consiglio regionale della Toscana una mozione che impegna a prevedere l’obbligo di salario minimo di nove euro l’ora in tutti gli appalti commissionati dalla Regione. L’atto, presentato dalla capogruppo M5s Irene Galletti, cita nelle premesse la direttiva europea del 2022, l’articolo 36 della Costituzione (“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”), le sentenze della Cassazione che hanno affermato il diritto il salario minimo (consentendo ai giudici di aumentare le retribuzioni laddove non adeguate) e le iniziative già adottate dagli enti locali: comuni come Napoli, Milano, Firenze e Livorno, infatti, hanno già scelto di garantire i nove euro l’ora negli appalti e negli esercizi che sfruttano concessioni comunali. Lo stesso Consiglio regionale toscano, peraltro, aveva già approvato una mozione che impegnava la giunta a sostenere la proposta di legge in materia presentata in Parlamento dalle opposizioni, poi affossata dal governo.

Il nuovo atto d’indirizzo, approvato martedì, prevede l’obbligo a “garantire, per gli appalti in cui siano coinvolte la Regione e i suoi enti, un salario minimo ai lavoratori, qualunque sia la forma contrattuale che leghi questi ultimi alla prestazione di beni o servizi, in modo da evitare escamotage di qualunque genere a loro danno”. In particolafre, la giunta dovrà “verificare che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9,00 (nove/00) euro l’ora”. La mozione impegna l’esecutivo anche “a verificare puntualmente il rispetto dell’applicazione del contratto e delle condizioni contrattuali in maniera costante redigendo ogni sei mesi un report” e a “effettuare una ricognizione di tutti i contratti in essere stipulati a partire dall’anno 2022, verificandole condizioni applicate sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista normativo al fine di poter definire azioni conseguenti”.

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Il Fatto Quotidiano

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