Torna dalle vacanze e trova il cadavere del suo domestico a terra: in casa c’è un ladro, lui lo chiude dentro e chiama la polizia
- Postato il 21 aprile 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un rientro a casa dalle vacanze trasformato nel peggiore degli incubi. È accaduto ieri sera, domenica 20 aprile, in un appartamento al piano terra di una villa Liberty in via Giovanni Randaccio, nella prestigiosa zona tra l’Arco della Pace e Corso Sempione a Milano. Il proprietario dell’abitazione, un uomo di 52 anni, esponente della comunità ebraica e rappresentante di un’importante associazione legata al governo israeliano, ha aperto la porta pochi minuti dopo le 18, al ritorno da una settimana di assenza, e si è trovato di fronte una scena agghiacciante.
A terra, senza vita, giaceva il corpo del suo collaboratore domestico, Angelito Acob Manansala, 61enne di origine filippina. Ma l’orrore non era finito: in un’altra stanza, l’uomo ha notato uno sconosciuto intento a rovistare nei cassetti. Con incredibile prontezza di riflessi, il 52enne è riuscito a richiudere la porta d’ingresso dall’esterno, intrappolando di fatto l’intruso (e presunto assassino) all’interno, per poi uscire e chiamare immediatamente il 112.
L’intervento delle volanti della polizia è stato rapidissimo. Una volta entrati nell’appartamento, gli agenti si sono trovati di fronte l’uomo segnalato, identificato poi come Dawda Bandeh, 28enne (alcune fonti riportano 29 anni) cittadino gambiano, regolare sul territorio italiano ma con alcuni precedenti di polizia. Bandeh è apparso subito molto agitato e ha aggredito gli agenti nel tentativo di sottrarsi alla cattura. Per bloccarlo e immobilizzarlo, un ispettore dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura ha dovuto utilizzare il taser. Una volta reso inoffensivo, il 28enne è stato trasportato per accertamenti al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli, scortato dalla polizia. Nel frattempo, i soccorritori del 118 giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del domestico 61enne. Secondo una prima ispezione del medico legale, la morte sarebbe avvenuta per strangolamento, come evidenziato da segni presenti sul collo della vittima.
La Squadra Mobile della Questura di Milano ha immediatamente avviato le indagini, coordinate dalla Procura. L’ipotesi più accreditata al momento è quella di un tentativo di furto degenerato in omicidio. Si presume che Bandeh sia entrato di nascosto nell’appartamento per rubare e sia stato sorpreso dal domestico, uccidendolo forse durante una colluttazione per garantirsi la fuga o per farlo tacere. Non è ancora chiaro come l’uomo sia riuscito a introdursi nell’abitazione. Dawda Bandeh è stato sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio e violazione di domicilio.
Gli specialisti della Polizia Scientifica hanno effettuato un lungo e meticoloso sopralluogo nell’appartamento e nel giardino circostante per repertare ogni traccia utile alle indagini. Grazie all’intervento di un tecnico, sono state recuperate anche le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella villa, che ora sono al vaglio degli investigatori per ricostruire l’esatta dinamica del delitto e le ore precedenti. Nella tarda serata di ieri, alcuni parenti della vittima, tra cui il cognato e la compagna, sono giunti in via Randaccio e sono stati ascoltati dagli agenti. Il proprietario di casa, invece, è stato sentito a verbale in Questura per tutta la serata, per fornire la sua preziosa testimonianza su quanto accaduto al suo rientro.
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