Torino, la panchina dove nacque la Juventus in corso Re Umberto ora è bianconera… anche se non è lei
- Postato il 12 luglio 2025
- Sport
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – A volte basta un pennello, un po’ di vernice e una grande passione per ridare vita alla storia. Succede in corso Re Umberto, nel cuore di Torino, dove un gruppo di tifosi bianconeri ha deciso di rendere onore a uno dei luoghi simbolo del calcio italiano: la panchina su cui, il 1° novembre 1897, nacque la Juventus.
Quel giorno, un gruppo di studenti del Liceo Classico Massimo d’Azeglio si sedette proprio lì, su una panchina allora come tante, per dare forma a un’idea destinata a diventare leggenda. Oggi quella panchina, nella sua versione commemorativa (l’originale è conservata al J Museum), è tornata a parlare il linguaggio del tifo: bianco e nero, i colori che da oltre un secolo uniscono milioni di appassionati in Italia e nel mondo.
Un’iniziativa dal basso, autofinanziata e condivisa
L’iniziativa porta la firma dei volontari di Torino Spazio Pubblico, in collaborazione con sei tifosi juventini che hanno messo mano – e cuore – alla riqualificazione. Nessun finanziamento ufficiale, solo tempo, dedizione e amore per la propria squadra. Un gesto che vuole essere simbolico e insieme concreto, capace di lasciare un segno nella memoria collettiva della città.
«Con un gesto semplice ma carico di significato – ha dichiarato il consigliere comunale Simone Tosto – questi ragazzi hanno valorizzato e riqualificato un elemento storico della nostra città. Come amministrazione promuoviamo tutte queste iniziative di riqualifica nei territori».
“Qui nasce la nostra passione”
Durante i lavori, i sei tifosi hanno anche esposto uno striscione dal messaggio inequivocabile: “Qui nasce la nostra passione”. È da lì che tutto è cominciato: da un’intuizione giovanile, da un’idea nata quasi per gioco, che nel tempo ha assunto i contorni del mito.
Al termine del restyling, sulla panchina è stata apposta anche una targa commemorativa con una frase che sintetizza l’intero spirito dell’impresa: “Primo novembre 1897, loro ancora non lo sanno ma hanno dato vita a una leggenda”.
Un piccolo intervento urbano, forse, ma che racconta molto di cosa può significare il calcio per una città e per chi la vive. E oggi, quella panchina non è solo un arredo urbano: è un altare laico per ogni juventino che voglia sedersi dove tutto ebbe inizio.
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