Toninelli si scaglia contro Conte: “M5s sostiene Giani in Toscana? Movimento finito, sparirà nell’accozzaglia del campo largo”

  • Postato il 11 agosto 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti e tra i pochi dissidenti rimasti nell’area grillina, attacca duramente la scelta del M5s di appoggiare Eugenio Giani alle prossime regionali in Toscana. Nella trasmissione Controinformazione, su Radio Cusano Campus, l’ex esponente pentastellato definisce “un colpo di coda” la consultazione online che ha sancito il via libera al sostegno al governatore uscente, rieletto con il meccanismo di Skyvote dopo 48 ore di votazioni tra gli iscritti.

“La base del M5s ha deciso per il campo largo alle regionali della Toscana a sostegno di Eugenio Giani? Il discorso è molto complesso – afferma Toninelli – Io sono favorevolissimo e dico alleluia al fatto che Giuseppe Conte si sia ricordato ogni tanto di che cosa è stato il Movimento 5 Stelle. Ha deciso la base, quindi gli iscritti, quelli che sputano sangue sul territorio e che fanno politica totalmente gratuitamente”.
L’ex ministro accusa Conte di aver deciso per il voto online troppo tardi: “Se tu arrivi a poche settimane dal voto, metà di quelli sul territorio ti dicono che non sono d’accordo perché hanno fatto cinque anni di opposizione e hanno messo in fila tutti i motivi concreti per cui Giani è assolutamente invotabile. Alla fine ti trovi a non saper più che cosa fare e utilizzi lo strumento che era la spina dorsale del M5s, cioè la votazione online degli iscritti, come unica via di fuga“.

Per Toninelli, la scelta avrà effetti devastanti sul piano elettorale e organizzativo: “Quelli che hanno votato contro in Toscana se ne andranno, non faranno probabilmente campagna elettorale, non tanto perché sono andati sotto nel voto online, quanto perché si è arrivati a un punto di lacerazione tale che il M5s prenderà il 2% nelle Marche, scusate, il Partito di Conte, perché non è più il M5s se non solo come schizzo grafico. Il simbolo sarà nascosto in un’accozzaglia di coalizioni e pochi si accorgeranno del risultato. Se vincerà Giani, diranno che hanno vinto tutti, incluso il M5s, nonostante sia scomparso“.

L’ex ministro nega che si possa ancora parlare di “base” grillina: “Pochi anni fa, nel 2018, il Movimento prese il 35%. Oggi viene dato al 10-12%, stando all’opposizione di Meloni e Salvini, e rido con le lacrime agli occhi. Non c’è più una base, è diventato un partito d’opinione. Metà di questi pochi elettori sono ex sostenitori storici, l’altra metà è chi si è innamorato di Conte ai tempi del Covid. Ma 2.500 votanti in una regione grande come la Toscana significano che non si può più parlare di base”.
Conte, accusa Toninelli, “utilizza questo simbolo con la sua storia gloriosa per ottenere un beneficio personale: diventare il futuro candidato del campo progressista. Questa è la misera verità che pochi come me hanno il coraggio di dire”.

Sul “campo largo”, il giudizio è tranchant: “Per me una coalizione funziona in base a quello che fa dopo la vittoria. Questi signori qua invece si uniscono per battere il centrodestra brutto e cattivo, ma se vincono fanno esattamente come il centrodestra brutto e cattivo. Io non vado a votare, perché tanto so che anche chi va a votare può scegliere solo tra i peggiori. È una coalizione fatta per occupare poltrone e spartirsi il potere, moltiplicando le poltrone. Cosa otteniamo? Nulla”.

Toninelli, infine, ricorda come in passato il M5s trovasse soluzioni alternative: “Quando ti definisci una forza politica post ideologica, vai oltre l’ideologia progressista e conservatrice e guardi alle idee. Noi creammo il contratto di governo, lo fanno in Germania da decenni. Metti nero su bianco cosa farai in caso di vittoria, ti vincoli e poi la gente ti misura su quello che hai mantenuto. Questa dovrebbe essere la politica, no?”.

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