Toninelli: “La causa di Grillo? Non è vendetta, è giustizia. Conte ha tradito il M5s, si faccia il suo partito”

  • Postato il 5 giugno 2025
  • Politica
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La causa intentata da Beppe Grillo contro Giuseppe Conte? Era scontata, perché Conte non molla il simbolo, nonostante abbia cancellato le regole fondative volute da Grillo ed eliminato la figura del garante nella persona di Beppe, che doveva proprio garantire quelle regole fondative. Credo che Grillo abbia lasciato passare 6 mesi e non avendo ottenuto quello che sperava, sta preparando l’unica possibilità per porre fine a questa sofferenza”. Sono le parole pronunciate nella trasmissione Controinformazione, su Radio Cusano Campus, dall’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che aggiunge: “Quella di Grillo è l’unica strada rimasta per far finire l’agonia di un M5s, che esiste solo come simbolo, ma che è scomparso come regole e valori. Ma non è vero quello che scrivono i giornali, e cioè che quella di Grillo sia un’azione di vendetta. Non c’è nessuna vendetta, è solo un’azione di giustizia su un Movimento che è stato completamente stravolto da Giuseppe Conte e non può continuare a esistere, tanto più nelle mani di chi ha cambiato totalmente i nostri valori, tenendosi però il simbolo e i voti contenuti in quel simbolo”.

L’ex parlamentare e attivista del M5s rincara: “Spero che questa azione legale smuova un po’ le coscienze (ammesso che le abbiano) di chi è dalla parte di Conte. E spero che riconoscano che Grillo non è solo il fondatore, creatore e inventore del M5s assieme a Casaleggio, ma anche il detentore giuridico della titolarià del simbolo, dato a Conte semplicemente in uso. Ma questo utilizzo – spiega – è venuto meno, perché Conte ha tradito i valori del M5s e quindi lo deve restituire al legittimo proprietario. Conte guida un partito con caratteristiche profondamente diverse dal M5s originario. È politicamente illegittimo che continui a usare un simbolo che ha stravolto“.

Poi si sofferma sul celebre slogan pentastellato ‘uno vale uno’: “Conte ha calpestato anche lo straordinario significato di quella frase, che non vuol dire che il cuoco di Voghera vada a fare il ministro della Giustizia o del Bilancio, ma che la persona con meno qualifiche scolastiche, attraverso un’intelligenza collettiva, possa comunque partecipare a costruire un indirizzo politico, perché l’intelligenza popolare anche senza laurea vale tanto quanto l’intelligenza con la laurea. E questo non significa mandare nello spazio uno che non è un astronauta, che è stata invece l’interpretazione molto limitata che ha portato avanti Conte”.

Toninelli preconizza poi il futuro dell’attuale M5s, attaccando reiteratamente il suo leader: “Conte farà una grandissima fatica ad andare avanti, perché creare un partito è un’attività molto complicata. Lui è un ottimo mediatore, ma non è certamente un ottimo decisore. E per creare un partito bisogna essere capaci di fare delle cose pratiche, di prendere decisioni semplici e di assumere scelte veloci, tutte caratteristiche che io penso che Conte stesso abbia capito di non avere. Da ex membro del M5s, spero solo che venga data una degna sepoltura a questa storia, perché oggi non si può andare avanti così. Giuseppe creerà un suo movimento – continua – ormai ha deciso di sposare la politica come carriera, perché cancellando il limite dei due mandati l’ha eliminato anche per se stesso. È giusto quindi che faccia il suo partito. Secondo me, come sta avvenendo abbondantemente già ora, il partito di Conte sarà inghiottito dal Pd. A un elettore più o meno attento è evidente che non ci sia più differenza tra il partito di Conte e il Pd”.

E conclude: “Prima di Conte il M5s e il Pd potevano stare insieme solo col metodo del contratto di governo, ma in assenza di metodologie di questo tipo mi pare scontato l’insuccesso del partito di Conte. Oggi il fallimento del M5s nei numeri è del tutto evidente: dopo 2 anni e mezzo di governo, la Meloni cresce, mentre il partito di Conte cala“.

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