Tolta la finale di Champions a Milano, La Russa: “Una figuraccia”. Sala replica: “Anche lui parlò con Milan e Inter, non ottenne nulla”

  • Postato il 25 settembre 2024
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Sono diventati tutti fenomeni”. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, risponde stizzito alle inevitabili polemiche sollevate dall’annuncio dell’Uefa, che ieri ha ufficialmente tolto allo stadio Meazza di San Siro la finale di Champions League 2027. Una decisione annunciata, prevista e dovuta all’incertezza che ancora aleggia sul futuro dell’impianto, che dopo la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 potrebbe essere ristrutturato, abbattuto o chissà, pure abbandonato a se stesso. Tra i commenti più duri, quello del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha parlato di “una figuraccia purtroppo ormai inevitabile vista l’inadeguatezza della nostra giunta di sinistra a Milano”. Ma anche Lega e Fratelli d’Italia hanno accusato il sindaco Sala di essere il responsabile di questa retromarcia, che indubbiamente rappresenta un danno d’immagine per la città.

La vicenda San Siro è annosa e complessa. E l’annuncio dell’Uefa è solo l’ennesimo effetto del paradosso che si sta consumando intorno allo stadio di calcio più iconico d’Italia. Per anni Inter e Milan hanno cercato di abbatterlo e il Comune guidato da Beppe Sala aveva pure dato il via libera. Poi il vincolo culturalerecentemente confermato da una sentenza del Tar – ha ribaltato tutte le prospettive. Nel frattempo i due club hanno cercato strade alternative per costruire un loro impianto di proprietà fuori Milano. Poi sul piatto è arrivata l’ipotesi di una ristrutturazione, promossa dal colosso WeBuild. Inter e Milan però hanno bocciato anche questo progetto e ora si è tornati al punto di partenza: l’idea di un nuovo stadio a San Siro da affiancare al Meazza, che verrebbe però ridimensionato e non abbattuto.

Nel mezzo di queste infinite trattative, lo ha ricordato Sala parlando all’evento promosso da Il Giornale ‘La Grande Milano. Dimensione Smart city’, era intervenuto anche il presidente del Senato Ignazio La Russa: “È venuto da me portando la sua idea di due stadi, mi risulta che è andato a parlare con le due squadre ma non ha ottenuto nulla. Essere così speculativi su una questione che riguarda la città è improprio per chi fa il presidente del Senato”, ha attaccato il sindaco di Milano. Che poi ha rincarato: La Russa “abbia il coraggio di dire che ci ha provato anche lui e non ci è riuscito al posto di caricare tutta la colpa sul sindaco”. Poi Sala ha concluso: “Io mi sono un po’ rotto le scatole di questi cattivi maestri che sanno tutto loro e che io vorrei vedere all’opera, alla prova dei fatti“.

Intervenuto telefonicamente a Telelombardia, La Russa aveva dichiarato: “Dopo l’approssimazione e l’incapacità con cui è stata gestita la vicenda dello stadio nuovo, il non voler mai dire che San Siro non andava abbattuto ma preparato per questo grande evento, arriva questa mazzata, una debacle per la nostra città che non merita questo affronto”. Dura è stata anche la reazione del sottosegretario di Stato Alessandro Morelli (Lega): “La scelta della Uefa è un disastro annunciato e causa un danno diretto di immagine per la città e danni indiretti per decine di milioni legati alla revoca di un evento di caratura mondiale. Una pessima figura dettata solo dalla volontà di non decidere rispetto al futuro di San Siro e alle proposte delle due squadre di calcio che fanno di Milano la piazza più blasonata al mondo”, ha attaccato il senatore leghista. Mentre Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Milano, in una nota ha parlato di una “storica bocciatura della città che i milanesi non meritano assolutamente”. “Avevamo ragione noi. C’era un’impellente necessità di sentire in Consiglio Comunale il sindaco e di condividere con tutte le forze politiche una linea immediata sul futuro dello stadio e dell’area che riguarda il territorio di San Siro”, ha aggiunto Truppo.

Di fronte alle polemiche, il sindaco Sala ha ricordato anche quanto sia delicata la situazione attuale: “Se le squadre non vogliono lo stadio San Siro, dovremo cercare di venderlo”. “Il contratto d’affitto dello stadio ai club ha una scadenza a giugno del 2030 – ha spiegato Sala – è chiaro che anche loro se non vogliono rimanere li, non possono presupporre che noi gli rinnoveremo il contratto. Anche perché così creeremo un danno ad un bene della comunità”. Mentre il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ricordato come la decisione dell’Uefa fosse più che attesa: “San Siro? Per gli addetti ai lavori questa non è una novità, tutti ne eravamo al corrente“. “Sapevamo perfettamente, non mettendo in moto il processo che conosciamo, di dover fare una serie di iniziative allineate con la Uefa, non è stata una sorpresa. Mi rendo conto che per il grande pubblico sia stato un fulmine a ciel sereno”, ha commentato Malagò.

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