Tokyo e il grande terremoto
- Postato il 26 dicembre 2025
- Di Il Foglio
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Tokyo e il grande terremoto
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Principi di precauzione. Come ogni anno, il governo giapponese ha pubblicato la nuova stima dei danni potenziali di un terremoto di magnitudo 7 nell’area metropolitana di Tokyo, elaborata dal Consiglio centrale per la prevenzione dei disastri. E’ lo studio che esce ogni anno e che serve a migliorare la prevenzione in uno dei territori più sismici della terra, che aspetta il Big One, il terremoto devastante.
Secondo il rapporto di quest’anno, nel caso peggiore – che è un terremoto con epicentro a sud della capitale, in inverno e al tramonto – gli analisti stimano fino a 18.000 morti e circa 400.000 edifici distrutti o incendiati. I numeri sono in lieve calo rispetto alle stime di dodici anni fa, ma restano lontani dall’obiettivo di dimezzamento fissato dal governo dopo il 2011.
La principale causa di mortalità resterebbero gli incendi post-sismici, soprattutto nelle aree ad alta densità di mokumitsu, i quartieri di case in legno costruiti prima dell’introduzione degli standard antisismici più severi. Secondo le nuove simulazioni, oltre il 70 per cento delle vittime morirebbe a causa di roghi che si propagano rapidamente in strade strette, con difficoltà di accesso per i mezzi di soccorso. Su questo punto, rispetto alle analisi diffuse la scorsa settimana, il governo riconosce esplicitamente che le misure di riqualificazione urbana procedono troppo lentamente, anche per l’opposizione dei residenti e per i costi elevati degli espropri.
Una novità rilevante riguarda la popolazione anziana: il rapporto sottolinea che l’invecchiamento accelera il rischio non solo nella fase immediatamente successiva al sisma, ma anche nei giorni seguenti, per disidratazione, ipotermia e interruzione delle cure. E’ un tema che i media giapponesi stanno enfatizzando più del passato, anche perché Tokyo ha ormai superato il 23 per cento di residenti over 65, con picchi molto più alti nei quartieri orientali.
C’è poi il capitolo infrastrutture. Le stime indicano miglioramenti nella resistenza degli edifici pubblici e delle linee ferroviarie, ma segnalano nuove vulnerabilità legate alla dipendenza energetica: un blackout prolungato colpirebbe ospedali, centri di evacuazione e reti di comunicazione, soprattutto se il sisma avvenisse in inverno. Per la prima volta il documento collega in modo esplicito il rischio sismico alla sicurezza energetica, tema tornato centrale dopo la riapertura graduale dei reattori nucleari e l’aumento dei costi di importazione di gas.
Un altro elemento nuovo, molto discusso sulla stampa giapponese, è l’ammissione che la preparazione individuale resta insufficiente: meno del 40 per cento delle famiglie dell’area di Tokyo dispone di scorte adeguate di acqua e cibo per almeno tre giorni, nonostante le campagne governative ripetute ogni anno. Il governo punta ora a esercitazioni civili più mirate, e sull’uso delle app di allerta, ma ammette che la “normalizzazione del rischio” – che vuol dire vivere sapendo che il grande terremoto arriverà prima o poi – non si è tradotta in comportamenti concreti.
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