Toghe rosse contro il centrodestra, ora tutto torna: ecco chi "spunta" mentre va in scena la gazzarra
- Postato il 26 gennaio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Toghe rosse contro il centrodestra, ora tutto torna: ecco chi "spunta" mentre va in scena la gazzarra
È stato come salire a bordo della macchina del tempo. Quello che è accaduto ieri nei vari uffici giudiziari in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudizio 2025 è sembrato un remake di Ritorno al futuro. Gli slogan, le coccarde tricolore appiccicate sulle toghe, i cartelli e gli striscioni con gli articoli della Costituzione, i “boicottaggi” nei confronti dei rappresentanti del governo uscendo dall'aula nel momento in cui prendevano la parola, erano infatti identici a quelli dei primi anni duemila quando le toghe contestavano il governo Berlusconi sulla giustizia.
Senza molta fantasia, riprendendo il format ideato all'epoca dall'allora presidente dell'Anm Luca Palamara, poi caduto in disgrazia, i magistrati hanno quindi scelto la linea dello scontro per protestare contro la riforma che prevede, fra l'altro, la separazione delle carriere fra pm e giudici.
«Una protesta non nuova con la novità stavolta dei cartelli, ma un remake di 20 anni fa. Un gesto coerente con la posizione Anm ma mi chiedo: è ora che succede?», ha affermato Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del consiglio, intervenendo alla cerimonia nella Capitale. «Altri hanno sollevato il tema con più stile, qui viene rigettata l'interlocuzione. Contestano la legittimazione del governo a formulare riforme?», ha aggiunto Mantovano, ricordando che la riforma, oltre ad essere uno dei punti sui quali sono stati votati i partiti che formano la maggioranza, è per i cittadini e non contro i magistrati. «Questa chiusura drastica non fa bene a chi la propone, abbandonare il tavolo è segnale di debolezza. Sei motivi sono fondati, perché non argomentarli?», ha concluso il sottosegretario.
Il diktat della Anm era invece quello del no secco al confronto. Come accaduto a Brescia dove i magistrati non solo sono usciti dall'aula ma hanno tentato addirittura di impedire l'intervento della consigliera del Csm Claudia Eccher (Lega). «Non ho visto un bel clima. C'è qualcuno fra i magistrati che è accecato dalla ideologia e vuole avvelenare il dibattito», ha affermato Eccher.
A Milano è stato rispolverato lo slogan «Resistere, resistere, resistere», pronunciato da Francesco Saverio Borrelli a cui ha però risposto con un «provvedere, provvedere, provvedere» il presidente degli avvocati milanesi Nino La Lumia, invitando così il Parlamento a procedere quanto prima all'approvazione della riforma senza farsi intimorire dai magistrati. Per dare manforte ai colleghi lombardi si sono riviste ieri anche delle vecchie glorie del Pool di Mani pulite, come Gherardo Colombo o Armando Spataro. «Premesso che tutte le manifestazioni di dissenso sono benvenute, non bisogna pensare che questa riforma sia punitiva per la magistratura», ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo alla cerimonia di Napoli. «Pensare che un ex magistrato possa avere come obiettivo l'umiliazione della magistratura alla quale è appartenuto lo trovo particolarmente improprio», ha aggiunto il Guardasigilli, ricevendo applausi di chi era rimasto in aula.
«Voglio esprimere solidarietà a tutti gli italiani, visto che le nostre vite e le nostre reputazioni sono anche nelle mani di persone appartenenti alla magistratura come quelle che hanno dato vita a indegne e eversive gazzarre», è stato il durissimo commento di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia. «Pezzi di magistratura - ha proseguito - hanno dato luogo a condotte eversive, degne di un centro sociale di quelli più inquietanti. Biasimo per tutti gli altri magistrati che tacciono timorosi davanti al carnevale anticipato dai loro colleghi».
Ad imporre le proteste di ieri sarebbero stati soprattutto i gruppi progressisti della magistratura che ormai dettano la linea ai colleghi. Per sapere se i magistrati sono tutti contrari alla riforma della giustizia bisognerà attendere il prossimo 27 febbraio, giorno in cui l'Anm ha indetto lo sciopero, e vedere in quanti vi avranno aderito. Per l'Unione delle Camere penali, quello di ieri è uno «strappo istituzionale che pone un potere dello Stato contro gli altri, non solo contro il governo, ma anche e soprattutto contro il Parlamento».
«La magistratura ha mancato di rispetto prima di tutto alla propria funzione di garanzia dello Stato di diritto», hanno ricordato i penalisti italiani, da sempre favorevoli alla riforma della giustizia per realizzare il giusto processo. «I cittadini - hanno proseguito- hanno compreso che l'opposizione alla separazione delle carriere rappresenta una difesa dell'attuale sistema e una campagna di tipo corporativo, mirata ad ostacolare la necessaria innovazione di una giustizia auto referenziale».
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