Tirzepatide, il nuovo farmaco che fa perdere più peso della semaglutide. Ecco perché è così efficace
- Postato il 18 maggio 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
- 2 Visualizzazioni

Si chiama tirzepatide ed è un farmaco di nuova generazione che promette risultati sorprendenti nella riduzione del peso corporeo, superando addirittura l’efficacia di un altro trattamento già noto e diffuso: la semaglutide. Ma cos’è esattamente la tirzepatide, come funziona e quali sono le evidenze scientifiche a supporto?
Tirzepatide: cos’è e come funziona
La tirzepatide è un farmaco sviluppato per il trattamento dell’obesità e del sovrappeso in soggetti che presentano anche condizioni di rischio come ipertensione, ipercolesterolemia o disturbi cardiovascolari. Appartiene alla classe degli agonisti dei recettori delle incretine, ma ha una particolarità: agisce su due fronti.
Mentre la semaglutide imita l’azione di un solo ormone, il GLP-1 (glucagon-like peptide-1), la tirzepatide imita l’azione di due ormoni chiave:
-
GLP-1, che regola la glicemia e la sazietà
-
GIP (glucose-dependent insulinotropic polypeptide), coinvolto anch’esso nel controllo del metabolismo del glucosio
Questa doppia azione rende la tirzepatide un cosiddetto “doppio agonista”, potenzialmente più efficace nel regolare l’appetito e ridurre il peso corporeo rispetto agli agonisti GLP-1 tradizionali.
I numeri parlano chiaro: lo studio

A confermare l’efficacia della tirzepatide non ci sono solo ipotesi teoriche, ma dati clinici solidi. Il farmaco è stato messo a confronto diretto con la semaglutide all’interno dello studio SURMOUNT-5, una sperimentazione di fase 3b condotta su un ampio campione di adulti con obesità o sovrappeso, ma privi di diabete.
Nel corso di 72 settimane, i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: uno ha ricevuto la tirzepatide, l’altro la semaglutide. I risultati, presentati al Congresso europeo sull’obesità (ECO) e pubblicati sul New England Journal of Medicine, hanno mostrato differenze significative.
Chi ha assunto tirzepatide ha registrato una perdita di peso media che si aggira intorno al 20% del peso corporeo iniziale, contro il 14% di chi ha assunto semaglutide. In termini pratici, si parla di una differenza di oltre 7 kg a favore della tirzepatide. Ma non è solo una questione di peso.
I ricercatori hanno anche osservato miglioramenti marcati nella circonferenza vita, un indicatore spesso correlato al rischio metabolico. Anche in questo caso, la tirzepatide ha mostrato risultati superiori: una riduzione media di circa 18 cm, rispetto ai 13 cm osservati con semaglutide.
Tirzepatide vs semaglutide: le vere differenze
Se da una parte la semaglutide aveva già rivoluzionato l’approccio farmacologico all’obesità, portando a risultati significativi in termini di perdita di peso e miglioramento del controllo glicemico, la tirzepatide sembra spingersi oltre.
La sua maggiore efficacia, secondo gli esperti, è dovuta proprio alla stimolazione del GIP, un recettore che in passato non era stato valorizzato a sufficienza. Questo recettore agisce su più fronti: non solo migliora la risposta insulinica dopo i pasti, ma sembra anche influenzare positivamente il metabolismo dei grassi e il comportamento alimentare.
Chi ha partecipato allo studio riferisce anche un maggiore senso di sazietà e una riduzione più netta dell’appetito, elementi che aiutano a mantenere i risultati nel lungo periodo.
Un altro elemento da considerare è la percentuale di persone che riescono a perdere almeno il 15% del proprio peso corporeo. Anche in questo caso, la tirzepatide si è dimostrata superiore: il 65% dei partecipanti ha raggiunto questo traguardo, contro il 40% del gruppo semaglutide.
È già disponibile? Dove si trova la tirzepatide
Attualmente, la tirzepatide è già approvata per il trattamento del diabete di tipo 2 in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, dove è commercializzata con il nome Mounjaro. Per quanto riguarda l’utilizzo specifico contro l’obesità, la procedura di approvazione è ancora in corso presso l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), ma gli studi positivi fanno pensare che l’autorizzazione non tarderà ad arrivare.
Nel frattempo, l’interesse della comunità medica è altissimo. Sempre più specialisti in endocrinologia e nutrizione stanno seguendo con attenzione l’evoluzione di questo farmaco, che potrebbe presto diventare una nuova arma a disposizione nella lotta all’obesità, una delle sfide sanitarie più complesse del nostro tempo.
Effetti collaterali e considerazioni importanti
Come ogni trattamento farmacologico, anche la tirzepatide non è esente da effetti collaterali. I più comuni, emersi durante gli studi, includono nausea, diarrea, costipazione e riduzione dell’appetito, in genere lievi e temporanei. Raramente, sono stati segnalati episodi di pancreatite o ipoglicemia, specialmente se il farmaco viene assunto insieme ad altri ipoglicemizzanti.
È fondamentale che la somministrazione avvenga sotto controllo medico, e che venga valutata caso per caso in base al quadro clinico del paziente.
Tirzepatide è già disponibile in Italia?
Attualmente, la tirzepatide è disponibile negli Stati Uniti con il nome commerciale Mounjaro per il trattamento del diabete di tipo 2. L’uso per l’obesità è stato approvato dalla FDA (Food and Drug Administration) nel 2023.
In Europa, l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) sta esaminando le richieste di autorizzazione all’immissione in commercio anche per l’uso in pazienti non diabetici con obesità. L’arrivo in Italia è previsto nel corso del 2025, salvo approvazioni anticipate.
Chi può beneficiarne?
La tirzepatide potrebbe rappresentare una svolta terapeutica per:
-
Persone con BMI superiore a 30 (obesità)
-
Persone con BMI superiore a 27 con comorbidità (colesterolo alto, ipertensione, apnea notturna, ecc.)
-
Persone che non hanno ottenuto risultati duraturi con dieta ed esercizio
Tuttavia, non si tratta di un farmaco “miracoloso” per chi vuole semplicemente perdere qualche chilo per motivi estetici: è destinato a casi clinici ben precisi.
Cosa dice la comunità scientifica
Secondo il dott. Louis Aronne del Weill Cornell Medical Center, uno degli autori dello studio SURMOUNT-5:
“I risultati dimostrano che stiamo entrando in una nuova era nella gestione dell’obesità. La tirzepatide offre una riduzione del peso senza precedenti, con benefici anche sulla salute metabolica”.
Molti esperti sottolineano l’importanza di abbinare il farmaco a un corretto stile di vita, inclusa una dieta equilibrata e attività fisica regolare, per ottenere risultati ottimali e duraturi.
Tirzepatide: non una scorciatoia, ma un supporto clinico
È importante ribadire che la tirzepatide non sostituisce una dieta sana, né rappresenta una soluzione definitiva per chi vuole dimagrire “senza fatica”. Va inserita all’interno di un percorso medico completo, che prevede anche il supporto psicologico e nutrizionale.
La sua introduzione sul mercato europeo potrebbe comunque rivoluzionare l’approccio alla gestione dell’obesità, con meno stigmatizzazione e più soluzioni concrete per chi fatica a perdere peso per motivi fisiologici e metabolici.
L'articolo Tirzepatide, il nuovo farmaco che fa perdere più peso della semaglutide. Ecco perché è così efficace proviene da Blitz quotidiano.