Ti ricordi… Vitali Kutuzov, comprato da Galliani tra primo e secondo tempo, poi diventato l’arma silenziosa del Bari di Conte
- Postato il 14 marzo 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un gol e un assist, entrambi di grande astuzia, che tuttavia non consentono alla Sampdoria di staccare il pass per le semifinali di Coppa Italia. È Vitali Kutuzov, vent’anni fa, a guidare il tentativo di rimonta doriana nel ritorno dei quarti di finale contro il Cagliari, dopo che l’andata si era conclusa con il due a zero dei sardi. Nato a Pinsk, città nella storia contesa più volte e poi diventata bielorussa, nel 1980, Vitaly ha la passione per l’hockey, ma è un enfant prodige del pallone: già a 15 anni dà prova del suo talento prima nello Slavja Mazyr, poi nel Ruor Minsk, fino ad essere acquistato 17enne dalla società più ambiziosa della Bielorussia, il Bate Borisov. È un attaccante rapido e intelligente Vitali, che può giocare praticamente su tutto il fronte d’attacco: prima punta, seconda punta, ala in un tridente e anche dietro le punte.
Svelto di pensiero, pur giovanissimo in quel Bate (dove inizia a brillare anche la luce di un altro ragazzino molto interessante, Aleksander Hleb), si afferma segnando 65 gol in 120 partite. Nell’estate del 2001 porta i suoi al secondo turno preliminare di Champions, segnando un gol agli armeni dello Shirak Giumri, e dopo essere usciti con l’Helsinborg, un altro gol ai georgiani della Dinamo Tibilisi per arrivare al primo turno di Coppa Uefa, contro il Milan di Sheva. A quel punto il nome di Vitali è sui taccuini di varie società: la più vicina ad acquistarlo è il Siena, già attiva per il permesso di soggiorno e con un accordo di massima col Bate sulla base di 700 milioni di lire. In quel settembre 20001, però, in una partita ovviamente senza storia a Borisov, Adriano Galliani nota quel giovanotto che si destreggia assai bene nell’attacco bielorusso, e approfitta dell’intervallo per acquistarlo: stretta di mano col presidente del Bate e 4 miliardi per portare Kutuzov in Italia. Blitz lampo: Vitali non giocherà neppure il ritorno, essendo ormai un calciatore del Milan. Di un Milan stellare però, che in attacco ha Shevchenko, Inzaghi, ha appena acquistato Javi Moreno e ha fatto ritornare a Milanello Marco Simone dal Monaco. Kutuzov trova pochissimo spazio: moltissime società vorrebbero prenderlo in prestito, ma resta in rossonero fino a fine stagione, con la società che mostra di credere nel ragazzo, evitando di fargli fare esperienze in cadetteria o in squadre che puntano alla salvezza, ma mandandolo in una big europea, lo Sporting Lisbona.
Qui Vitali gioca più assiduamente, spesso in un tridente con Jardel e Niculae, e condividendo la fascia e spesso anche la stanza in ritiro con un giovanotto che si affacciava in prima squadra: Cristiano Ronaldo. La stagione si conclude con 7 gol in 29 presenze tra campionato e coppe, ma il Milan decide di puntare su calciatori più pronti, mandando ancora una volta Vitali a fare esperienza, questa volta in B ma alla corte di un allenatore noto per plasmare grandi attaccanti: Zdenek Zeman, all’epoca sulla panchina dell’Avellino. Per Vitali infatti quella si rivelerà la miglior stagione in termini realizzativi: 15 centri in B e un gran campionato che tuttavia non bastano a salvare i lupi dalla retrocessione in C, complici anche diverse difficoltà societarie. Il Milan lo cede alla Sampdoria, dove Vitali gioca per due stagioni, alternando buone prestazioni a prove opache, e cominciando a patire qualche problema fisico. Passerà al Parma nel 2006, patendo ancora una volta noie fisiche, e dopo una buona stagione in B a Pisa, dove sfiorerà la promozione in A, ritornerà in Emilia, giocando ancora una volta pochissimo. L’esperienza più lunga l’avrà sul finale di carriera: approderà a Bari, alla corte di Antonio Conte, accompagnando i galletti alla conquista della Serie A. In massima serie con Ventura, però, anche a causa dei soliti problemi fisici giocherà poco, e arriverà anche l’accusa del calcioscomesse, da cui uscirà assolto, ma che lo porteranno nel 2012 a chiudere la carriera. Comincerà con l’hockey, passando dall’attacco alla porta, e diventerà opinionista e giornalista sportivo, oltre che imprenditore.
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