Ti mancano i denti? Potresti perdere 10 anni di vita

  • Postato il 16 aprile 2025
  • Di Panorama
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Mai sottovalutare il dente che cade, o il molare del giudizio che si sgretola. Alcuni recenti studi scientifici pubblicati sia su The Lancet che sul “Journal of Dental Research” hanno approfondito la relazione tra l’edentulismo (la condizione di chi ha perso uno o più denti) e l’insorgere di patologie odontoiatriche o disabilità nei paesi sviluppati, costituendo la principale causa di morte precoce, superando persino l’incidenza del cancro orale. In particolare, una ricerca condotta su oltre 8.000 pazienti ha rilevato che i pazienti che portano una protesi totale mobile hanno una aspettativa di vita inferiore di circa 10 anni rispetto a pazienti trattati con impianti dentali fissi su almeno una arcata. La ricerca, condotta su diverse popolazioni, ha evidenziato fattori di rischio comuni – come l’invecchiamento, il fumo o malattie croniche come il diabete – che contribuiscono non solo all’edentulismo, ma anche a condizioni di salute peggiorative con conseguenze a lungo termine sulla qualità e sulla durata della vita. “Questa scoperta rappresenta un campanello d’allarme importante”, afferma Mario R. Cappellin, professore a contratto di Ergonomia e Discipline Odontoiatriche presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. “La masticazione è strettamente legata a funzioni vitali come la digestione e la respirazione, e la mancanza dei denti influisce negativamente su questi processi, potendo generare un effetto domino negativo, riducendo potenzialmente l’aspettativa di vita. Questa scoperta rafforza la necessità di promuovere una maggiore attenzione alla salute orale, non solo per un fattore estetico, ma come elemento chiave per il benessere generale e la longevità”. Mai sottovalutare il dente che cade, o il molare del giudizio che si sgretola. Alcuni recenti studi scientifici pubblicati sia su The Lancet che sul Journal of Dental Research hanno approfondito la relazione tra l’edentulismo (la condizione di chi ha perso uno o più denti) e l’insorgere di patologie odontoiatriche o disabilità nei paesi sviluppati, costituendo la principale causa di morte precoce, superando persino l’incidenza del cancro orale.

In particolare, una ricerca condotta su oltre 8.000 pazienti ha rilevato che i pazienti che portano una protesi totale mobile hanno un’aspettativa di vita inferiore di circa 10 anni rispetto a quelli trattati con impianti dentali fissi su almeno una arcata. La ricerca, condotta su diverse popolazioni, ha evidenziato fattori di rischio comuni – come l’invecchiamento, il fumo o malattie croniche come il diabete – che contribuiscono non solo all’edentulismo, ma anche a condizioni di salute peggiorative con conseguenze a lungo termine sulla qualità e sulla durata della vita.

“Questa scoperta rappresenta un campanello d’allarme importante”, afferma Mario R. Cappellin, professore a contratto di Ergonomia e Discipline Odontoiatriche presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. “La masticazione è strettamente legata a funzioni vitali come la digestione e la respirazione, e la mancanza dei denti influisce negativamente su questi processi, potendo generare un effetto domino negativo, riducendo potenzialmente l’aspettativa di vita. Questa scoperta rafforza la necessità di promuovere una maggiore attenzione alla salute orale, non solo per un fattore estetico, ma come elemento chiave per il benessere generale e la longevità”.

La deglutizione e il sistema nervoso

Sappiamo benissimo, infatti, come masticazione e digestione siano sistemi cruciali per la salute e l’aspettativa di vita, ma i ricercatori pensano che possa influire, a livello di aspettativa di vita, anche alcuni cruciali aspetti psicologici. “Potrebbe esserci anche una componente legata alla deglutizione”, continua Cappellin. “Perché si è visto che questa operazione, che avviene diverse volte al minuto, ha una correlazione anche con il ritmo cardiaco. Sono entrambe governate da un sistema nervoso autonomo, il vago, che sta assumendo sempre più importanza nella correlazione tra la pressione, il cuore, la pressione sanguigna, il benessere in generale. E anche tutta una serie di patologie cognitive e degenerative. Il fatto di non avere una buona deglutizione, cosa che con le protesi mobili non è possibile perché occorre trattenere i muscoli delle labbra e della lingua, potrebbe pertanto incidere sul benessere a 360 gradi, più di quanto si pensi”.

Come prevenire la malattia parodontale

Quello che è certo, è che oggi più che mai occorre dedicarsi fin da giovani alla cura dei denti. “In Italia, al momento, non c’è ancora una buona consapevolezza dell’importanza della salute orale” continua Cappellin “E in particolare della pericolosità della malattia parodontale, cioè quella che una volta si chiamava piorrea. Si calcola che una persona su tre ne soffra in forma grave, ma la metà di essi non si cura, perché pensa che il sanguinamento durante il lavaggio dei denti sia una cosa normale. Non è così: è un fenomeno che va indagato il prima possibile. La malattia parodontale distrugge la gengiva e l’osso, e quando il dente comincia a muoversi e a dondolare è già troppo tardi. A quel punto l’osso è danneggiato in modo severo“.

Se quindi ci ritroviamo con sangue che scorre dalle gengive anche solo per esserci lavati i denti, il consiglio è quello di rivolgersi subito al dentista di fiducia. Se la malattia non ha fatto ancora danni importanti, infatti, è facile da curare: effettuando detartrasi una volta all’anno o ogni sei mesi e curando l’igiene orale quotidiana con spazzolino elettrico e filo interdentale.

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Panorama

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