Tg5 e Ansa scambiano Wanda Fisher con Ivana Spagna e lei s’infuria: “Avrei tanto voluto essere alla camera ardente di Ornella Vanoni ma questa signora non sono io”

  • Postato il 24 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Una svista può diventare un piccolo caso social. Alla camera ardente di Ornella Vanoni allestita al Piccolo Teatro di Milano sono arrivati amici e colleghi per rendere omaggio alla grande artista scomparsa. L’agenzia Ansa ha immortalato alcuni volti “Fiorella Mannoia, Malgioglio, il regista Gabriele Salvatores, Arisa, la senatrice a vita Liliana Segre, Simona Ventura, Letizia Moratti, Alba Parietti e Francesco Gabbani”. Alla lista aggiungono il nome della cantante Ivana Spagna ma la persona ritratta nella voto non è lei ma Wanda Fisher.

Errore in cui poco dopo è inciampato anche il Tg5 che ha scambiato Fisher per Spagna con tanto di sottopancia. Una somiglianza che ha creato parecchi malumori, con scontri mediatici che vanno avanti da circa dieci anni, con la cantante di “Gente come noi” che ha anche scelto di querelare la collega. Anche per questa ragione Spagna è intervenuta sotto il post dell’agenzia Ansa: “Avrei tanto voluto esserci a dare un ultimo saluto alla Grandissima Ornella ma non posso… e ci tengo a dire che questa signora non sono io!”.

Parole che hanno suscitato l’immediata reazione di Wanda Fisher che ha replicato nei commenti: “Sempre gentile lei Signora Ivana complimenti, neanche in questi momenti si risparmia… adesso l’ha capito che a causa del suo cambio look (da punk a mia somiglianza) questa sua scelta ha solo penalizzato la carriera? Io non sono una ‘signora’ ma una sua collega, lo dico anche in una mia canzone. E pensare che l’ho amata e adorata come una sorella, mea culpa nel credere che fosse tutt’altra persona. Non ho parole”.

Fa benissimo, Ivana Spagna, a chiamarmi ‘signora’. Perché, sorpresa, è proprio ciò che sono: una signora, con tutte le maiuscole del caso. E francamente – ha continuato il suo sfogo – non posso più sobbarcarmi il pedaggio emotivo di essere scambiata ogni volta per qualcun’altra — come se fossi una figurina da collezione scambiata al mercatino rionale. Dunque, mi raccomando: drizziamo le antenne, spalanchiamo gli occhi, allertiamo anche i vicini se serve. Ecco che riparte la giostra della truffa, il romanzo popolare del caso Ivana Spagna/Wanda Fisher, con colpi di scena, sosia involontarie e identità che slittano come tacchi su pavimenti troppo lucidi. Una storia talmente surreale che, a raccontarla, ci sarebbe da ridere — se non venisse da sospirare”.

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Il Fatto Quotidiano

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