TFR legato alle pensioni, l’idea del Governo per finanziare le uscite anticipate: chi ci guadagna (e di molto)

  • Postato il 4 giugno 2025
  • Economia
  • Di Blitz
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Una nuova pensione anticipata, che funziona stavolta in stretto legame al TFR, per permette di sfruttare al meglio il pensionamento anticipato.

Il Governo sembra sempre più attento alle necessità economiche degli italiani, specialmente per quelli in uscita dal mondo del lavoro, vicini alla tanto attesa pensione. Sono già diverse le iniziative messe in atto o suggerite dai vari ministri e ora è il momento di un’altra riforma del settore pensionistico.

E in un Paese che invecchia più velocemente di quanto crescano le nascite, il tempo del rinnovamento deve arrivare prima di quanto si possa aspettare. Le pensioni devono adattarsi ai tempi e alla società, senza però abbandonare il loro principale obiettivo, quello del sostentamento degli anziani, i più fragili della società.

Una nuova riforma in arrivo

Pare che sia iniziato il conto alla rovescia per l’addio alla Quota 103 la misura che consente l’uscita a 62 anni con 41 di contributi. Adesso “rischia” di non essere più rinnovata nel 2026 e dopo due anni di proroghe, il governo Meloni sembra intenzionato a chiudere questa parentesi.

TFR legato alle pensioni, l'idea del Governo per finanziare le uscite anticipate
Andare in pensione anticipata sarà molto più semplice – blitzquotidiano.it

Il piano è ovviamente quello di superare il concetto di “quote” e costruire una rotta previdenziale più stabile, flessibile e sostenibile, per Stato e contribuenti. L’obiettivo finale è un impianto strutturato in grado di reggere nel tempo, anche a costo di cambiare il modo in cui intendiamo la pensione.

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, lo ha detto chiaramente in diverse recenti interviste, per lui è necessario abbandonare definitivamente la Quota 103. Il suo pensiero è già rivolto oltre, a un sistema in cui uscire prima dal lavoro sia possibile con facilità ma soprattutto vantaggioso.

Un modello che si fa sempre più centrale è quello introdotto con l’ultima manovra e che prevede pensione a 64 anni con 20 di contributi. Grazie anche al supporto della previdenza integrativa, questa manovra si configura come il cosiddetto “ponte” tra primo e secondo pilastro pensionistico, post-1996.

Si insiste sulla necessità di estendere l’opportunità di andare in pensione prima anche a chi ha iniziato a lavorare prima del ’96. La vera sfida è farlo senza squilibrare i conti delle casse italiane, sia dello Stato che dei contribuenti, aprendo a una flessibilità più intelligente e calibrata.

Tra le idee in campo c’è anche l’uso del Tfr, non più solo come una riserva da riscattare a fine carriera o accantonare in Inps. Si convertirebbe il TFR in un capitale da convertire in rendite individuali che aiutino a colmare i nuovi requisiti minimi per l’anticipo pensionistico.

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Blitz

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