Termovalorizzatore, si allontana l’ipotesi Valbormida? Bucci: “Vicino a Genova sarebbe più economico”
- Postato il 10 ottobre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Genova. Le dichiarazioni di Bucci sul termovalorizzatore potrebbero rappresentare una svolta e allontanare l’ipotesi della sua realizzazione in Valbormida? Il governatore della Liguria infatti ha affermato: “Un impianto più piccolo a Scarpino? E’ fattibile”. Il via libera teorico all’operazione arriva dal presidente della Regione Liguria Marco Bucci, che attende ancora di trovare un Comune disposto a sobbarcarsi l’impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti prima di pubblicare il bando rivolto alle aziende. Una possibile svolta per uscire dall’impasse – mentre Genova fronteggia in questi giorni un’emergenza legata agli impianti fuori regione – che tuttavia metterebbe in difficoltà la sindaca Silvia Salis, già sotto pressione da quella parte della coalizione (Avs e M5s, ma anche un pezzo del Pd) che l’inceneritore non lo vuole.
“Noi siamo pronti. Le aziende sono pronte, Amiu è pronta, mi risulta. Appena abbiamo l’ok da un sindaco, noi andiamo avanti”, spiega Bucci. Come noto, infatti, le linee guida di Arlir prevedono un’intesa obbligatoria col Comune interessato dall’impianto. E la Regione vuole assicurarsi che esista la disponibilità di uno o più amministratori prima di pubblicare il bando. Per ora c’è un tavolo aperto in Val Bormida, ma l’accordo non è ancora arrivato e soprattutto una collocazione così periferica potrebbe costituire un problema per Genova in termini di costi di trasporto dell’indifferenziato.
Il governatore lascia diverse porte aperte: “Ci sono possibilità a Genova e ci sono possibilità nella città metropolitana di Genova. Ci sono possibilità dalla provincia di Savona, quindi inclusa anche la Val Bormida, ma non solo la Val Bormida. Quindi, tra la provincia di Genova e la provincia di Savona penso che si possa fare un bel lavoro. È chiaro che, per ora, il termovalorizzatore o waste to chemical è il trattamento finale del ciclo dei rifiuti che consideriamo più accettabile per tutte le dimensioni che ci sono oggigiorno, soprattutto perché è ecologicamente sostenibile. Lo si fa da tutte le parti, Roma compresa”.
Sì all’ipotesi Scarpino: “Forse 320mila tonnellate sono troppe”
Ecco quindi riemergere l’ipotesi Scarpino, che però non potrebbe reggere un impianto da 320mila tonnellate, capacità individuata come ottimale dalla Regione. La soluzione sarebbe dunque uno stabilimento di dimensioni ridotte. “Forse 320mila tonnellate sono troppe, potremmo accontentarci anche di stare a 200-240mila, quindi è tutto molto fattibile – assicura Bucci -. Non ci sono vincoli stretti, c’è invece la possibilità di trovare veramente una soluzione perché ce n’è bisogno. E io sono stato un fautore di questo sin da qualche anno fa”. E infatti Amiu, supportata da una delibera della giunta Bucci nel 2024, si era candidata a realizzarlo proprio a Scarpino.
Interesse che sarebbe ancora concreto da parte dell’azienda genovese. Finora si era parlato di una possibile partnership con Iren, ma la partecipata vorrebbe puntare su un termovalorizzatore più grande in modo da rientrare dall’investimento. È possibile tuttavia che le trattative degli ultimi giorni, accelerate dall’emergenza rifiuti in città, possano aver contribuito a superare questo scoglio.
In ogni caso è esclusa l’ipotesi di due termovalorizzatori al posto di uno. “Due impianti penso che siano inutili – precisa Bucci -. Ne dobbiamo fare uno e comunque il fatto che sia più piccolo è relativo, nel senso che oggi si possono fare filiere produttive di un certo tipo. E contiamo anche, ovviamente, che l’indifferenziata tenda a diminuire per il futuro, aumentando la produzione di differenziata. Penso che siamo nell’ottica di fare le cose bene. L’essenziale è che ci sia questo ok da parte di un Comune, dopodiché noi andiamo avanti”.
Dossier bollente per Salis, M5s e Avs hanno detto no al termovalorizzatore
Per Silvia Salis – che nel frattempo ha chiesto ad Amiu “misure straordinarie” per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti che si accumulano fuori dai cassonetti – il dossier rischia di trasformarsi in una patata bollente dal punto di vista politico. L’ala sinistra della coalizione ha sottolineato solo qualche giorno fa il suo “no” all’inceneritore: “Ci sono altri modi più vantaggiosi di chiudere il ciclo”. La sindaca ha tagliato corto qualche giorno fa: “Prima vanno vagliate le altre ipotesi regionali, sulle aree individuate dal studio fatto effettuare dalla Regione”. Una di queste, nell’ambito metropolitano, è la Valle Scrivia. Ma il sindaco di Busalla, dove sorge già un’ex discarica in località Birra, non sembra affatto intenzionato a dare il via libera.