Team USA si affida a Erik Spoelstra: l'era post LeBron, Curry e Durant vedrà al timone l'head coach degli Heat
- Postato il 9 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Chissà se qualcuno non ha pensato che potesse esserci lo zampino di LeBron James dietro l’annuncio del nuovo head coach di Team USA. Era una delle tesi tirate in ballo nelle ore che hanno preceduto la famosa “Second Decision”, che poi s’è rivelata essere una trovata pubblicitaria (anche piuttosto di cattivo gusto). La panchina di Team USA però era vacante, ma oggi non lo è più: Erik Spoelstra è il successore di Steve Kerr, e guiderà la nazionale di basket più famosa al mondo nel doppio appuntamento con i mondiali del 2027 e soprattutto i giochi olimpici casalinghi di Los Angeles 2028.
- Da vice di Kerr a head coach: Spoelstra, una sfida intrigante
- Team USA pronta al ricambio: ma la pressione sarà nemica
Da vice di Kerr a head coach: Spoelstra, una sfida intrigante
È la prima volta che Team USA si affida a un tecnico che, seppur nato negli Stati Uniti (a Portland, in Oregon: suo papà Jon all’epoca era Nba Executive dei Blazers), ha origini straniere: la mamma di Spoelstra arriva dalle Filippine, uno dei paesi a maggiore vocazione cestistica al mondo, anche se lui ormai da più di 30 anni ha posto le sue radici in Florida, a Miami, con gli Heat che sono diventati la sua stessa ragione d’essere, nonché l’unico team allenato in tutta la sua carriera.
Una carriera cominciata come coordinatore dei video nel lontano 1995 e andata poi sempre progredendo, diventando prima parte integrante del coaching staff, quindi direttore dell’area scouting dal 2001. Dal 2008 la franchigia della Florida gli ha affidato la panchina (due titoli vinti, nel 2012 e 2013), e da allora non l’ha più abbandonata. Con Team USA aveva già lavorato al fianco di Kerr nel precedente biennio, e come da consolidata abitudine la scelta del GM Grant Hill è ricaduta proprio sul vice del predecessore (era successo anche a Kerr con Popovich).
Team USA pronta al ricambio: ma la pressione sarà nemica
Non avrà un compito facile, il buon Erik, sapendo che chi siede sulla panchina di Team USA è condannato a vincere prima ancora della palla a due. Kerr ad esempio ha faticato e non poco a Parigi 2024: l’oro olimpico è arrivato dopo aver rischiato grosso tanto in semifinale contro la Serbia (che era scappata sul +17) quanto in finale contro la Francia, battuta nelle battute conclusive.
Peraltro Spoelstra arriva in un periodo di autentico ricambio generazionale: LeBron, Curry e Durant sono ormai arrivati a fine corsa (ai giochi di LA28 saranno tutti over 40) e hanno fatto il loro tempo. I big del futuro rispondono al nome di Anthony Edwards, Devin Booker, Ja Morant, Zion Williamson, Jayson Tatum (che Kerr ha “panchinato” a Parigi, non senza polemiche), Jaylen Brown (addirittura escluso dalle olimpiadi), Tyrese Haliburton, Jalen Brunson e Donovan Mitchell, oltre che dalla nuova stella in arrivo sul pianeta NBA, vale a dire il nuovo prospetto di Dallas, Cooper Flagg. Non hanno lo stesso pedigree di chi li ha preceduti, ma avranno la stessa pressione del dover vincere a tutti i costi. Per Spoelstra, una sfida mica da ridere.