Tartufo bianco, che passione in Umbria: raccolta da record
- Postato il 16 ottobre 2025
- Italia
- Di Libero Quotidiano
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Tartufo bianco, che passione in Umbria: raccolta da record
Il profumo è inconfondibile: di sottobosco, di fieno, di terra bagnata, probabilmente ha anche un leggero sentore di aglio. Il tartufo bianco. Il più pregiato, il più ricercato, il re delle tavole autunnali: mai banale, ne basta pochissimo, arricchisce il piatto sia che si tratti di pasta fresca, di carne cruda o di semplicissime uova al tegamino. Ne sanno qualcosa a Città di Castello, in provincia di Perugia, in Umbria, dove è tutto pronto per la 45esima edizione del Salone nazionale dedicato a questo eccezionale prodotto della tradizione italiana. Tre, due, uno: si parte. Tartufo bianco “che passione” andrà in scena, infatti, da venerdì 31 ottobre fino a domenica 2 novembre e la cornice non poteva che essere quella, la “capitale” della trifola, dove ne nasce una su tre.
Più di 1.500 cavatori, tartufai, uomini e donne di tutte le età con la stessa passione per questo fungo ipogeo dalle mille versatilità; oltre 3mila cani al seguito; il simbolo vivente di un'attività di ricerca che, mica a caso, è patrimonio immateriale dell'umanità per l'UNESCO. Al Salone nazionale del tartufo bianco pregiato, per tre giorni di fila, durante la manifestazione voluta dal Comune assieme alla Regione umbra e con il patrocinio della locale Camera di commercio, il centro storico di Città di Castello si trasformerà del “regno del tartufo”: piazze, giardini e dimore saranno, dicono gli organizzatori dell'evento, i punti cardinali della bussola dei buongustai. Si potranno incontrare i grandi chef, si potranno scambiare due chiacchiere con gli esperti di enogastronomia, ci saranno pure gli aspiranti cuochi delle scuole che si cimenteranno in spettacolari show-cooking (perché d'accordo la tradizione, ma deve essere raccolta - e perché no? anche rinnovata dalle nuove generazioni).
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Dentro i ristoranti la farà da padrona la cucina italiana (e umbra), fuori un ricco cartellone di incontri a tema e presentazioni di libri farà tutto il resto, cercando di coinvolgere piccoli e adulti in quella che è la grande festa del tartufo. «Nessun luogo come Città di Castello parla del tartufo e qui, dove la trifola è un'eccellenza e non una rarità, la nostra ambizione è di raccontare ed esaltare il suo legame con la terra, il valore aggiunto inimitabile di una storia, di esperienze che lo rendono unico e desiderato in tutto il mondo», spiegano all'unisono l'assessore al Commercio e al Turismo Letizia Guerri, il presidente della Fiera nazionale bianco pregiato Lazzaro Bogliari, e il direttore dell'associazione nazionale Città del Tartufo Antonella Brancadoro.
È il racconto (collettivo) di un'eccellenza che abbiamo saputo valorizzare, di un prodotto che vale «al chilo tra i 1.500 ei 3mila euro, anche se il prezzo come sempre lo fa l'incrocio tra la domanda e l'offerta» (dice il presidente regionale del settore agroalimentare della Cna Giuliano Martinelli) e, chiaramente, dipende dalle pezzature. Quest'anno la raccolta del tartufo bianco ha preso il via sotto buoni auspici, un po' per i periodi di pioggia e un po' per la rincorsa del sole più caldo. E basterebbe questa come buona notizia.
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