Tacconi, le condizioni dopo l’ictus e il coma: “Non ricordo più niente”. Poi la denuncia sulla morte di Maradona
- Postato il 4 dicembre 2025
- Di Virgilio.it
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Pochi giorni e ricorrerà il 40esimo anniversario di una delle pagine più riconoscibili della storia della Juventus. Con esattezza, l’8 dicembre, giorno in cui nel 1985 i bianconeri alzarono al cielo la Coppa Intercontinentale. A Tokyo, i bianconeri superarono ai rigori l’Argentinos Juniors con il risultato di 4-2 ai rigori. Fra i protagonisti, il portiere Stefano Tacconi, decisivo con due interventi.
Quarant’anni dopo, quel ricordo si intraccia con una vita che per l’ex portiere bianconero ha preso traiettorie inattese, con l’emorragia cerebale di tre anni fa che lo ha portato a un passo dal punto più fragile del percorso umano. Oggi si può parlare di una sorta di rinascita, e lo stesso Tacconi lo ha fatto in un’intervista a La Repubblica, dove non solo aggiorna sulle sue condizioni, ma rievoca anche pagine di storia: Tokyo, appunto, ma anche un accenno a Diego Armando Maradona.
- Tacconi, tre anni fa il malore: ora sta meglio
- "Non ricordo quasi niente dell'ictus", dichiara Tacconi. E il prossimo obiettivo...
- L'ex Juve: "Maradona? È andato via senza amore"
Tacconi, tre anni fa il malore: ora sta meglio
Il 23 aprile 2022 segna per Tacconi una linea di confine netta, il prima e il dopo della sua vita. Il venerdì l’aveva trascorso ad Asti, impegnato in un evento di beneficenza, poche ore più tardi, però, un improvviso malore avrebbe posto l’ex portiere a lottare tra la vita e la morte. L’emorragia cerebrale provocata dalla rottura di un aneurisma: “Ho visto la morte in faccia”, racconterà ripensando a quei momenti. Da lì è iniziato un percorso durissimo, con vari interventi chirurgici e un lungo lavoro di riabilitazione. Una strada che continua ancora oggi, ma che Tacconi affronta con la consapevolezza di chi è riuscito a rinascere.
“Non ricordo quasi niente dell’ictus”, dichiara Tacconi. E il prossimo obiettivo…
Nel corso dell’intervista, Tacconi racconta le sue condizioni attuali, spiegando di essere in miglioramento: “Siamo arrivati a due sole sedute di fisioterapie a settimana”. Ripercorre quei momenti drammatici con la lucidità concessa dal tempo: “Dell’ictus e del coma non ricordo quasi niente”. Poi la metafora che gli appartiene più di ogni altra: “Ho vinto un’altra partita ai rigori, o almeno spero”. Il prossimo traguardo è chiaro: “Voglio fare a meno del bastone. Mi ha preso in giro anche Platini”. Proprio l’ex fuoriclasse Michel lo ha rivisto alla Continassa qualche giorno fa, insieme ad altri protagonisti bianconeri dell’85, per uno scatto davanti al monumento delle vittime dell’Heysel.
L’ex Juve: “Maradona? È andato via senza amore”
Tra i vari ricordi che Tacconi rievoca nel corso dell’intervista, ci sono naturalmente la notte di Tokyo nel 1985 e i due rigori respinti contro l’Argentinos Juniors. E a proposito di argentini, impossibile non citare il più grande di tutti: Diego Armando Maradona. Poco più di un mese prima, il 3 novembre 1985, Maradona gli aveva segnato uno dei calci di punizione più incredibili della storia che decise Napoli-Juve.
L’ex portiere della Juve lo ricorda così: “Fu un onore prendere un gol del genere da Diego. Dopo quattro decenni se ne parla ancora: siamo diventati immortali insieme. Quel giorno inventò l’impossibile. Mi stimava perché avevo il coraggio di parlar male di lui: “Tu tieni le palle”, mi diceva”.
Poi il racconto prosegue verso il rapporto personale, tra rivalità e stima reciproca: “In un certo senso eravamo amici. Durante la finale di Supercoppa Italia 1990, finita 5-1 per loro, andai da Diego e gli urlai di tutto: “State stravincendo, adesso basta, guarda che rischi la gamba!”. Lui mi rispose con un sorriso. Io lo minacciavo e lui rideva”. Infine, l’accenno alla morte del campione argentino, ricordata con durezza: “Lo hanno lasciato crepare solo come un cane. Se n’è andato senza amore, anche se un po’ ci ha messo del suo. Invece, quando sono stato male io, tutti i miei cari mi sono rimasti vicini”.