Svizzera, in una chiesa c’è un Gesù realizzato con l’intelligenza artificiale che offre consigli spirituali
- Postato il 21 novembre 2024
- Cronaca
- Di Blitz
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In Svizzera, nella chiesa di San Pietro a Lucerna, è stato installato un volto di Gesù realizzato con l’intelligenza artificiale. Denominato Deus in Machina, questo particolare “esperimento”, che sta facendo molto discutere, permette ai fedeli di rivolgersi direttamente all’IA per i consigli spirituali e per le confessioni.
Deus in Machina, l’esperimento per i fedeli
Che l’intelligenza artificiale stia dilagando un po’ ovunque è un dato di fatto. La realtà ci dice infatti che l’utilizzo dell’IA in più settori si sta intensificando col tempo, talvolta ancora con risultati discutibili. Ma la direzione è ben precisa e la strada è ancora lunga, affinché questa tecnologia accompagni la nostra vita quotidiana con una certa utilità.
Parlando di quotidiano, però, c’è una parte della nostra esistenza che non immagineremo mai contaminata, per esempio, dall’intelligenza artificiale: la religione. Ciò che fa parte della sfera spirituale di ognuno, infatti, è quello che di più intimo e personale esista.
Eppure, c’è qualcuno che ha pensato di mettere in atto un curioso esperimento, qualcosa che trascende forse alcuni limiti etici e morali.
Denominato Deus in Machina, il confessionale futuristico è dotato di uno schermo che mostra il volto di Gesù attraverso una grata. Quando i fedeli vogliono confessarsi, premono un pulsante e la macchina si avvia. Questa poi interpreta le parole dei fedeli e genera una risposta, con il volto animato che si muove in sincrono con le parole. L’intelligenza artificiale parla fluentemente oltre cento lingue diverse, una caratteristica che gli consente di conversare con i fedeli provenienti da tutto il mondo.
Deus in Machina, reazioni contrastanti
Naturalmente questo esperimento ha suscitato diverse reazioni, alcune delle quali favorevoli all’idea e altre decisamente molto meno. Alcuni fedeli hanno raccontato di essere stati aiutati profondamente da questa macchina della confessione: “È stato in grado di aiutarmi nell’affrontare le cose e mi ha sostenuto con alcune domande che avevo in mente. Per esempio, su come aiutare le altre persone a capirlo meglio e ad avvicinarsi a lui”.
C’è però chi ha criticato aspramente l’esperimento, condannando l’idea a mero “espediente” o evidenziandone il problema delle risposte nel corso della confessione, da alcuni giudicate fin troppo “generiche”. Questo esperimento, nato dalla mente degli informatici e dei teologi dell’Università di Scienze Applicate di Lucerna, ha aperto un interessante dibattito in merito alla questione del coinvolgimento dell’intelligenza artificiale nella religione.
“Le macchine non hanno la bussola morale necessaria per praticare la religione. Questo è un ambito in cui noi umani siamo in realtà di gran lunga superiori alle macchine, quindi, dovremmo fare queste cose da soli”, ha dichiarato il professore Peter Kirchschläger, teologo ed esperto di etica.
Il teologo Marco Schmid, invece, ha ammesso in una dichiarazione che, sebbene il progetto “possa avere i suoi limiti” e sollevi alcune questioni etiche, finora tutte le sue risposte “corrispondono alla nostra comprensione teologica”. L’idea del teologo, infatti, è quella di stimolare, attraverso questo esperimento, un interessante dibattito sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella religione.
“Quello che stiamo facendo qui – ha detto ancora il teologo – è un esperimento, volevamo accendere la discussione lasciando che le persone abbiano un’esperienza molto concreta con l’IA. In questo modo abbiamo una base per parlarne e discuterne tra di noi”.
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