Svelati i misteri dell’antica Babilonia grazie all’IA: decifrato un inno di 3000 anni
- Postato il 3 luglio 2025
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- Di SiViaggia.it
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Babilonia era una città splendida, situata in Mesopotamia, tra le acque dell’Eufrate e del Tigri, circa 100 chilometri a sud di Baghdad. A differenza di molte altre città che caddero e scomparvero, Babilonia fu resiliente, risorgendo più volte dalle proprie ceneri e imprimendo un’eco profonda nella cultura giudeo-cristiana per secoli. Basti pensare ai libri dell’Antico Testamento, che raccontano l’esilio degli ebrei a Babilonia dopo l’assedio di Gerusalemme. Un fascino che conquistò anche scrittori greci e romani, che contribuirono ad arricchire l’insieme di leggende giunte fino a noi.
Leggende che, oggi, trovano un fondo di verità grazie a un’incredibile scoperta fatta grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale dalla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco (LMU) e dall’Università di Baghdad. Il team, composto da archeologi ed esperti dell’IA, ha riportato alla luce un inno di 3000 anni fa che celebra la grandezza di Babilonia, rivelando preziose informazioni sulla società urbana dell’epoca, sull’istruzione e sui ruoli di genere.
La scoperta: l’inno di 3000 anni fa decifrato con l’IA
C’è chi è pro e chi è contro, ma una cosa è certa: l’IA ci permette non solo di fare molte cose, ma di farle anche più velocemente. Senza l’intelligenza artificiale, ci sarebbero voluti decenni per decifrare il testo inciso su un’antica tavoletta proveniente da Babilonia, in Mesopotamia, quella che fu un tempo la città più grande del mondo nel 2000 a.C.
I testi babilonesi venivano scritti in cuneiforme, la forma di scrittura più antica, su tavolette di argilla. Questi, giunti in frammenti, sono stati raccolti e analizzati utilizzando la piattaforma digitale Electronic Babylonian Library. Impiegando l’IA, è stato possibile abbinare frammenti di tavolette d’argilla provenienti da biblioteche e collezioni di tutto il mondo e, ciò che un tempo avrebbe richiesto decenni, è stato completato in brevissimo.
“Grazie alla nostra piattaforma supportata dall’IA, siamo riusciti a identificare altri 30 manoscritti appartenenti all’inno riscoperto”, ha dichiarato il professor Jiménez, professore di Letterature del Vicino Oriente Antico presso l’Istituto di Assiriologia dell’Università Ludwig Maximilian (LMU). Il team è così riuscito a ricostruire la maggior parte delle 250 righe dell’inno, un risultato notevole, considerando la natura frammentaria dei testi cuneiformi.
Cosa racconta il testo decifrato nell’inno
Come ha dichiarato il professor Jiménez, si tratta di un inno affascinante che descrive Babilonia in tutta la sua maestosità e offre uno sguardo sulla vita dei suoi abitanti, uomini e donne. In particolare, loda l’architettura della città, i santuari religiosi e le acque vitali del fiume Eufrate, che fertilizzavano i campi circostanti.
Inoltre, l’inno rivela anche nuovi dettagli sulla vita delle donne a Babilonia: qui svolgevano il ruolo di sacerdotesse, descritte come particolarmente virtuose ed elogiate per la loro devozione e discrezione.
L’inno offre anche spunti sull’integrazione di diverse culture nella società urbana primitiva, dove gli abitanti vengono descritti come rispettosi verso gli stranieri.
Questa una parte del testo tradotto:
“L’Eufrate è il suo fiume – stabilito dal saggio signore Nudimmud –
Disseta il prato, impregna la canna palustre,
Riversa le sue acque in laguna e mare,
I suoi campi rigogliosi di erbe e fiori,
I suoi prati, in splendida fioritura, producono orzo,
Dal quale, raccolte, si ammucchiano le covoni,
Greggi e mandrie riposano su verdi pascoli,
Ricchezza e splendore – ciò che conviene all’umanità –
Sono donati, moltiplicati e regali concessi.“