“Suspicious Minds”, giallo sessuale e sentimentale in ascensore. Matteo Giuggioli: “In coppia c’è il rischio di perdere la sensibilità e abituarsi ai ‘ti amo’”

  • Postato il 3 luglio 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Due coppie si incrociano casualmente durante un soggiorno a Roma. Parte da qui il film “Suspicious Minds”, disponibile su Paramount+ dal 5 luglio, con Matteo Giuggioli (Premio David di Donatello come Rivelazione Italiana) e con Amanda Campana, Francesco Colella e Thekla Reuten.

Per Daniele (23) e Giulia (22), due giovani del Nord Italia, Roma è la meta del loro primo viaggio insieme. Per Fabrizio (48) ed Emilie (45), residenti da tempo in Olanda, è invece l’occasione per tornare da soli nel posto dove si sono conosciuti vent’anni prima, ora che i figli sono adolescenti. Le loro vite si intrecciano quando, da poco arrivati nello stesso hotel, Fabrizio rimane bloccato in ascensore con Giulia. Qui scatta un giallo sentimentale e sessuale. FqMagazine ha incontrato Matteo Giuggioli che interpreta Daniele.

“Suspicious Minds” parla dei rapporti sentimentali. Quali sono le difficoltà maggiori, stando ai racconti dei vostri amici o personali, per far durare una relazione?
Non so come si faccia a far durare una relazione anche perché la relazione è faticosa, cioè comunque la tua libertà è limitata, devi rendere conto ad un’altra persona. Quindi non lo so, se non fosse per il fatto che poi ci si affeziona, ci sia l’amore ed una persona diventi ‘casa’. È tutta una fatica per quanto mi riguarda, quindi non so come si fa a far durare le relazioni… Diventandoci amici reciprocamente forse.

Esiste una sana gelosia? Oppure meglio non esista. E come la si gestisce?
Non esiste una sana gelosia, credo che la si gestisca semplicemente credendo un po’ di più in noi stessi.

Nel film i giovani troncano la storia a causa del patto di fiducia rotto, mentre gli adulti continuano il percorso assieme. Due modi generazionali differenti di vedere l’amore?
Non penso che ci siano due modi generazionali diversi di vedere l’amore, è che una coppia rispetto all’altra ha fatto una sorta di ‘callo’ nei confronti dell’amore. La relazione sicuramente è più lunga, c’è un approccio diverso, ci si ‘desensibilizza’ nei confronti dell’amore. Poi entrano in gioco altri fattori come la comodità, la casa, la famiglia, la quotidianità… C ‘è un capitolo bellissimo della “Trilogia della città” di K, dove i gemelli, abbandonati dalla madre, vivono dalla nonna, che è cattivissima. Li insulta, tutto il tempo, e loro dopo un po’ decidono di educarsi da soli. Si educano anche sulla crudeltà, la violenza, si educano alla desensibilizzazione, e loro passano giorni a dirsi parole e parole d ‘amore, a dirsi “ti voglio bene, ti amo’, a darsi le carezze, finché quelle parole non li toccano più, dopo un po’ non si scaldano più alle parole d’amore. E forse l ‘amore è un po’ questo, un po’ ci si ‘desensibilizza’.

Le bugie bianche in un rapporto aiutano?
Sì, aiutano, ma anche perché è giusto non fare un processo alle intenzioni… Quindi alla fine se hai agito nel bene, anche se quel bene lì ti porta a dire una bugia proprio a me.

Bisogna sempre confessarsi tutto o esistono delle zone d ‘ombra personali?
Devono esistere delle zone d’ombra personali! C’è il mio spazio che deve rimanere il mio spazio dove ogni tanto puoi entrare.

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Il Fatto Quotidiano

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