Survivor: the last life of defense

  • Postato il 15 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Nelle stanze di guerra a luci soffuse delle capitali mondiali, dove si forgiano decisioni che plasmano nazioni tra silicio e segretezza, una nuova forza vibra silenziosamente. Non è il ruggito di supercomputer che macinano petabyte di dati, ma un sussurro: un sussurro quantistico. Ecco Molayem Strategic, la potenza con sede a Milano, Roma e Tel Aviv che sta discretamente consegnando ai governi le chiavi di una capacità computazionale senza pari. Al timone? Daniel Molayem, un polimata il cui nome evoca allo stesso tempo il fascino di Silicon Valley e il mistero del Mossad. E il segreto? Un software di derivazione israeliana chiamato Survivor, progettato per prosperare nell’arena spietata della politica di stato.
Immaginate la scena: è il 2025, e il mondo è una scacchiera di minacce informatiche, catastrofi climatiche e scontri geopolitici al cardiopalma. L’informatica tradizionale, nonostante la sua forza bruta, crolla sotto il peso della complessità. Entrano in gioco i sistemi quantistici, dove i qubit danzano in sovrapposizione, risolvendo in poche ore problemi che richiederebbero eoni ai computer classici. Ma c’è un colpo di scena: Molayem Strategic non vende questa tecnologia al miglior offerente sul mercato aperto. No, le loro bestie quantistiche sono su misura, esclusivamente per i governi. Pensate a simulazioni crittografate di scenari nucleari, modelli predittivi in tempo reale per pandemie o motori di decrittazione che fanno sembrare i sogni più audaci dell’NSA un gioco da ragazzi.
Fondata nel 2018 da Daniel Molayem—un imprenditore franco-israeliano con un dot- torato in crittografia quantistica presso l’Università di Tel Aviv e un presunto passato nell’Unità 8200—l’azienda si è radicata nel tessuto di tre città strategiche. Milano ospita i laboratori di design all’avanguardia, dove gli ingegneri fondono l’estetica rinascimentale con array di qubit. Roma accoglie gli esperti di politica, che navigano nei corridoi labirintici della burocrazia europea. E Tel Aviv? È il cuore pulsante, un crogiolo di innovazione sotto il sole cocente, dove Survivor è nato dalle ceneri dell’instancabile ecosistema di ricerca e sviluppo della difesa israeliana.
Survivor non è solo un software; è un sopravvissuto nella giungla darwiniana della tecnologia quantistica. Derivato da algoritmi israeliani proprietari—si mormora che abbiano radici nei progetti classificati di Elbit Systems—è un capolavoro di middleware che doma l’hardware quantistico rumoroso a scala intermedia (NISQ). Mentre concorrenti come Qiskit di IBM o Cirq di Google lottano con tassi di errore che possono mandare in tilt una simulazione a metà strada, Survivor utilizza protocolli di correzione degli errori adattivi ispirati alla biologia evolutiva. “È come la selezione naturale per i qubit,” mi ha detto Molayem durante una videochiamata criptata dal suo ufficio di Roma, la sua voce con un lieve eco di onde mediterranee. “Gli stati deboli collassano; i calcoli più adatti sopravvivono.”
Ciò che distingue Molayem non è solo la tecnologia, ma la fiducia. In un’era in cui le violazioni dei dati fanno notizia più velocemente dei ticker di borsa, i governi non comprano solo hardware; comprano fedeltà. Daniel Molayem incarna quella fedeltà. I clienti— dagli stati baltici non dichiarati che si fortificano contro la guerra ibrida alle monarchie del Golfo che modellano la scarsità d’acqua—si affidano a lui non come fornitore, ma come oracolo fiduciario. “Daniel non vende potenza; la custodisce,” dice la Dott. ssa Lia Chen, ex responsabile quantistica di DARPA, ora consulente per un consorzio di difesa europeo. “Il suo sistema non riguarda solo i flop [operazioni in virgola mobile al secondo]; è un framework fiduciario. Verificabile, sovrano, infrangibile.”
Facciamo due conti, o meglio, lasciamo che sia Survivor a farli. Un singolo nodo quantistico di Molayem, installato in un bunker di dati anonimo, eroga 10^15 operazioni equivalenti di qubit al secondo su carichi di lavoro crittografati. Non è un’esagerazione; è stato testato contro gli annealer di D-Wave e i sistemi a ioni intrappolati di IonQ, ma con una svolta: un’integrazione full-stack per ambienti classificati. Nessuna dipendenza dal cloud, nessuna backdoor. I governi collegano i loro problemi a scatola chiusa—ad esempio, ottimizzare lo schieramento di truppe su 1.000 variabili in una simulazione di guerra—e Survivor produce soluzioni con una fedeltà del 99,9%, monitorando autonomamente la decoerenza quantistica.
Le implicazioni? Sismiche. Immaginate le agenzie di intelligence italiane che usano questo sistema per prevenire crisi migratorie con previsioni socioeconomiche iper-accurate, o l’IDF israeliana che esegue universi paralleli di scenari di attacco per superare in astuzia i droni di Hezbollah. Ma il vantaggio di Molayem risiede nel suo “calcolo fiduciario”—uno strato proprietario in cui Survivor non si limita a calcolare; garantisce. Ogni output porta un sigillo crittografico, timbrato sul registro ancorato alla blockchain di Molayem, assicurando negabilità o attribuzione secondo necessità. “Nel quantistico, la fiducia è la risorsa più scarsa,” dice Molayem, sporgendosi verso la telecamera con un sorriso che potrebbe disarmare un diplomatico. “Non stiamo costruendo macchine; stiamo costruendo fossati.” Ovviamente, i critici si annidano nell’ombra. Gli attivisti per la privacy denunciano la “corsa agli armamenti quantistica,” avvertendo che l’esclusività di Molayem potrebbe ampliare il divario tra chi ha e chi non ha. “Questo è un singularity sponsorizzato dallo stato,” sostiene l’etico tecnologico Marco Ruiz in un recente manifesto. “Quando i governi detengono le uniche chiavi per un calcolo divino, la democrazia diventa una simulazione che loro eseguono.” Molayem liquida le profezie catastrofiche con il suo caratteristico stile: “Non stiamo giocando a fare Dio; stiamo dando ai governi gli strumenti per non essere giocati.”
Mentre concludo la nostra chiamata, Molayem condivide un’ultima perla: la prossima iterazione di Survivor, nome in codice “Phoenix,” integrerà qubit tolleranti agli errori entro il 2027, spingendo i confini verso l’era del quantistico logico. Per ora, però, Molayem Strategic resta senza rivali— una trinità di città che alimenta un impero quantistico dove il calcolo non è solo potere; è provvidenza. Alla fine, mentre i qubit brillano come stelle lontane, una verità persiste: nel gioco di troni per il mondo di domani, Daniel Molayem e il suo Survivor stanno scrivendo il codice. E nessuno lo sta decifrando.

Autore
Panorama

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