Superman è tornato (più buono, meno super)

  • Postato il 9 luglio 2025
  • Di Panorama
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«L’alieno sta tornando», annuncia la sua antagonista cyborg Engineer. Ed eccolo, bello come il sole giallo che gli dà energia, il Superman interpretato da David Corenswet, dal 9 luglio al cinema. Buonissimo, non molto tormentato, con una schiera di quasi amici supereroi (e super dog) ad aiutarlo. In un film reboot con stille di freschezza e rimandi di attualità. Ci ha convinto? Abbastanza ma non del tutto.

Freschezza che ricorda Guardiani della galassia

Quanti supereroi nel Superman firmato James Gunn! Forse anche troppi…

Corenswet c’è, ovviamente, sbucato dal nulla e già nel ruolo mastodontico del supereroe per antonomasia. Aitante trentaduenne di Filadelfia, finora non ha avuto ruoli stellari, ma si è fatto notare come detective della miniserie tv We own this city – Potere e corruzione e nell’horror Pearl, come proiezionista di un cinema poi ucciso dalla protagonista. Ma è proprio questo ruolo secondario ad averlo messo nei radar interessati di Gunn, che del film è regista, sceneggiatore e produttore.

Per la cronaca: James Gunn è co-presidente, co-amministratore e direttore creativo dei DC Studios, casa di produzione fondata nel 2022 che ora sforna Superman come primo rilascio. Non a caso, è sempre Gunn ad aver firmato, in passato, la fortunata serie cinematografica Marvel sui Guardiani della galassia. La formula vincente di quella trilogia? Mettere insieme più supereroi casinisti e condire l’azione di abbondanti dosi di ironia.

Ed ecco che nel nuovo Superman, accanto al kryptoniano invulnerabile, compare la Justice Gang, la “spalla comica”. Con un Guy Gardner (interpretato da Nathan Fillion) che è una Lanterna Verde dai ridicoli capelli a scodella, chiassoso e boriosetto. Accanto a lui ci sono Hawkgirl (Isabela Merced), che dà sferzate di incisività sarcastica, e Mister Terrific (Edi Gathegi), personaggio non molto conosciuto nel DC Universe, simpaticamente altero e dal peso determinante. Fanno parte di un trio che sembra la versione agli albori di quella che conosciamo come Justice League.

E poi, senza rivelare troppo della trama, ecco anche Metamorpho (Anthony Carrigan), ovvero Element Man, sprofondato nel suo dramma. E Krypto, vulcanico supercane dal mantello rosso, pronto a generare caos e sorrisini.

Superman è tornato (più buono, meno super)
La Justice Gang in “Superman” (Credits: 2025 Warner Bros. Ent.)

David Corenswet, Superman dal cuore d’oro

Anche se questo Superman datato 2025 è un film che rifonda la saga sul supereroe della DC Comics, non è una storia sulle origini. Ci proietta subito dentro l’avventura. Kal-El è già noto e amato dal popolo americano e segretamente innamorato di Lois Lane (Rachel Brosnahan).

L’inizio ha il piede sull’acceleratore. Eccolo Superman, piombato su nevi e ghiacci dell’Antartide. Gunn vuole stupire e ci porta subito nella Fortezza della Solitudine (gli esterni sono stati girati in Norvegia).

Dal sorriso dolce, la sua parte migliore, il paladino dai poderosi poteri ha un cuore tenerissimo. Altro che L’uomo d’acciaio di uno statuario Henry Cavill, plumbeo e inquieto nel film del 2013 dai toni epici. Quello di David Corenswet, invece, è più un Superman buono che un buon Superman. Di possente presenza ma di carisma incerto.

Il suo villain è il cattivo per eccellenza, Lex Luthor, di intelligenza sopraffina e mire losche. I suoi attacchi non sono frontali ma studiati a lungo e potenzialmente micidiali. Ha ingaggiato uno stuolo di lacchè, tra cui Angela Spica, alias The Engineer (María Gabriela de Faría), alimentata da naniti metallici che ricoprono parti del suo corpo.
Calvo e incrollabile nella convinzione di annientare Superman, Luthor è interpretato Nicholas Hoult, convincente quanto basta.

In Superman tutto convince abbastanza, senza sedurre.

Superman è tornato (più buono, meno super)
Nicholas Hoult e David Corenswet in “Superman” (Credits: 2025 Warner Bros. Ent.)

Due le scene tra i titoli di coda

Il giocoso Superman by James Gunn ha anche rimandi di cocente attualità. Il Paese fittizio della Boravia progetta l’invasione dell’altrettanto immaginario Jarhanpur: non può non ricordare l’invasione russa dell’Ucraina.

Per raggiungere lo scopo, c’è in azione un nuovo cattivo massicciamente corazzato, che sa volare e sparare laser dagli occhi. È il cosiddetto Martello di Boravia, micidiale e misteriosa “matrioska” che nasconde al suo interno un segreto che di certo non sveleremo. No spoiler.

Una piccola chicca che invece anticipiamo? Contro Superman, diviso tra le sue origini sovrumane e la sua essenza fiduciosa così umana, a un certo punto si leva una fiumana di odio, anche via social. Ad alimentare il web di insulti e commenti odiosi è uno squadrone di scimmie starnazzanti assoldate proprio per… scrivere insulti! Ahiahiahi, quanto sa di contemporaneo!

Infine, due informazioni di servizio. Dopo il finale, i titoli di coda nascondono due ulteriori scene post-credits. Una anticipa un personaggio futuro, l’altra sottolinea ulteriormente la bonarietà – un po’ tontolona, un po’ autoironica – del nuovo Superman.

Autore
Panorama

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