Summit Nazionale Bandiere Verdi 2025, in Liguria premiato il Parco del Beigua
- Postato il 3 maggio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. Dalle Alpi arrivano storie sempre più attente alla sostenibilità e che guardano al futuro di questi luoghi. Nel 2025 sono 19 le bandiere verdi di Legambiente che sventolano sull’arco alpino e che ben sintetizzano come l’attenzione e la cura crescente nei confronti del territorio montano passino sempre più dalla sostenibilità ambientale, un volano fondamentale per queste aree interne.
Piemonte e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni che quest’anno hanno ricevuto, a pari merito, più bandiere verdi – ne contano rispettivamente quattro ciascuna – seguite da Lombardia e Veneto, rispettivamente con tre bandiere a testa, Trentino due, Alto Adige una, Valle D’Aosta una, Liguria una. Da questi territori arrivano storie che hanno al centro tre ambiti chiave – turismo dolce, pratiche legate agricoltura, alla silvicoltura e pastorizia, progetti socioculturali – e che ben raccontano la grande rivoluzione in atto sull’arco alpino. Qui la parola d’ordine non è solo far conoscere il territorio e attrarre turisti, ma anche incentivare un ritorno abitativo in queste terre rafforzano le comunità locali.
Le Bandiere Verdi 2025 sono state consegnate oggi da Legambiente in occasione del IX SUMMIT nazionale delle Bandiere Verdi, a Orta San Giulio, uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Novara, nell’ambito del convegno “Comunità in transizione: dai frammenti alla visione” che ha visto confrontarsi esperti del settore, associazioni, comunità locali e studiosi.
Protagonisti delle Bandiere verdi di quest’anno sono comunità locali, singoli cittadini, associazioni, cooperative, amministrazioni, aree protette che adottano un approccio sempre più sostenibile anche per fronteggiare crisi climatica e spopolamento abitativo che colpisce soprattutto i piccoli borghi. Un’attenzione quella verso la sostenibilità cresciuta negli anni come dimostrano le 302 bandiere verdi assegnate in questi 23 anni, dal 2002 al 2025, da Legambiente e che ben raccontano il fermento in corso su tutto l’arco alpino. Non bisogna, però, abbassare la guardia su quelle pratiche ancora poco sostenibili presenti nelle aree interne montane e che Legambiente denuncia ogni anno con le Bandiere Nere. Nel 2025 sono 9 le Bandiere Nere assegnate a interventi che sull’arco alpino hanno un approccio poco sostenibile nei confronti della montagna: 8 in Italia e una oltralpe, in Austria. Il Friuli-Venezia Giulia è la regione con più bandiere nere, ben tre, seguita da Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino, Alto Adige e Veneto, tutte rispettivamente con un vessillo nero. In Austria vessillo nero all’industria dello sci austriaca per l’accanimento nell’ampliare le aree sciistiche del Tirolo sfruttando le ultime aree glaciali rimaste sulle Alpi orientali.
“La nostra Penisola – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane, luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo. Le bandiere verdi che ogni anno assegniamo alle migliori esperienze alpine ci raccontano come in questi territori ci sia però una risposta concreta a tutto questo. Esperienze che puntano su innovazione e sostenibilità ambientale che rappresentano un prezioso volano di sviluppo per i territori montani. In questo percorso, però, è importante non lasciare sole le comunità locali. Per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale di fare la propria parte supportando i comuni montani attraverso interventi e normative in grado di promuovere una visione condivisa e un’azione coordinata anche su scala sovraregionale”.
“Siamo lieti di consegnare la bandiera verde al Parco Naturale Regionale del Beigua – dichiara il presidente di Legambiente Liguria Stefano Bigliazzi – un’area protetta che da anni porta avanti un lavoro su un modello di sviluppo basato su agricoltura sostenibile, manutenzione dei boschi, turismo di qualità, educazione ambientale e sostiene numerosi progetti finalizzati allo sviluppo locale come ‘Gustosi per Natura’, per la valorizzazione dei prodotti tipici a chilometro zero. Inoltre con iniziative come ‘Progetto Appennino’ di cui siamo partner insieme alla Fondazione Garrone, il Parco è riuscito ad integrare conoscenze e strategie utili per tutelare e valorizzare un’area che è allo stesso tempo un crocevia di identità naturali e culturali. Senza dimenticare – conclude Bigliazzi – il grande impegno del Parco profuso contro lo sfruttamento minerario nell’area del Monte Tarinè”.
“Tale attività, che avrebbe potuto portare alla devastazione di una vasta porzione dell’ecosistema, evidenzia come il parco non solo promuova iniziative positive, ma si impegni anche nella protezione attiva del territorio contro interventi distruttivi. Questa difesa rappresenta un esempio concreto di responsabilità ambientale e di resistenza contro pressioni economiche che potrebbero compromettere il patrimonio naturale”.