Sull’Ucraina la Polonia avverte l’Europa: “La minaccia di un conflitto globale è reale”. Kiev: “Dal Kursk non ce andiamo, occupati 800 kmq”
- Postato il 22 novembre 2024
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Ai due capi della retta e da posizioni diametralmente opposte, i due hanno trovato un inedito punto di accordo. Con gli attacchi missilistici occidentali in Russia il conflitto in Ucraina ha assunto un “carattere globale”, ha detto ieri Vladimir Putin. “La guerra nell’est sta entrando una fase decisiva: riteniamo che si stia avvicinando il non noto“, gli ha fatto eco Donald Tusk riferendosi al lancio di un missile balistico a medio raggio ieri da parte della Russia: “Il conflitto ha assunto proporzioni drammatiche. Le ultime 12 ore hanno dimostrato che la minaccia è grave e reale quando si parla di un conflitto reale“. Poco più tardi il presidente della Federazione russa ha mosso un’altra pedina: il test del missile ipersonico Oreshnik è stato un successo, ha detto Putin, ed Mosca continuerà a testarne altri “in situazioni di combattimento“.
Donald Trump resta il convitato di pietra in questa fase del conflitto. E soprattutto Mosca cerca di tirarlo dalla sua parte. Joe Biden vuole “farla sporca” per lasciare una eredità la più difficile possibile al futuro presidente, ha detto oggi Serghei Lavrov. Secondo il ministro degli Esteri russo, che parlava a Brest, in Bielorussia, nell’autorizzazione di Washington agli ucraini di usare missili Atacms americani, Storm Shadow britannici e Scalp francesi per colpire il territorio russo, c’è una volontà di “lasciare una eredità più negativa possibile alla prossima amministrazione”.
Sul terreno la situazione rimane sfavorevole per Kiev. Le truppe russe avanzano di “200-300 metri al giorno” vicino alla cittadina di Kurakhovo, uno dei punti più caldi del Donetsk, hanno reso noto oggi le autorità ucraine. Nel settore di Pokrovsk, polo logistico della stessa regione, strategico per le sorti della guerra, la situazione è più favorevole e “praticamente non è cambiata negli ultimi due mesi”. L’Ucraina continua a soffrire anche sul fronte da lei aperto nell’oblast russo di Kursk ma non intende ritirarsi dall’area. “Il territorio massimo che abbiamo occupato nella regione era di 1.376 kmq, oggi è di circa 800 kmq“, ha detto una fonte dello stato maggiore, ma “rimarremo finché avrà senso”. Sul fronte diplomatico, invece, Kiev continua a soffiare sul fuoco. L’Ucraina si aspetta decisioni “concrete” contro la Russia al termine dell’incontro di martedì con la Nato, ha dichiarato il suo ministro degli Esteri Andriï Sybiga: “Speriamo che porti a risultati concreti e significativi”.
Mosca giura che Putin rimane “aperto al dialogo” per trovare una soluzione al conflitto. “Anche nel suo discorso di ieri il presidente ha sottolineato di essere pronto a contatti sia per la de-escalation, sia per evitare una ulteriore escalation, sia per entrare in una traiettoria di pace”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il Cremlino non ha dubbi che gli Usa abbiano compreso il messaggio di Putin dopo il lancio del missile balistico ipersonico Oreshnik: la Russia si riserva il diritto di attaccare infrastrutture militari di quei Paesi che forniscono a Kiev gli armamenti a lungo raggio. Dopo il test di ieri, ha detto il portavoce, “non ci sono stati contatti con l’attuale amministrazione (americana, ndr), ma d’altro canto il messaggio è stato molto comprensibile, logico”.
Anche secondo il cancelliere tedesco Olaf Scholz l’uso del missile balistico da parte di Mosca è “una spaventosa escalation, esattamente come quando Putin ha assoldato i nordcoreani”. Il sostegno all’Ucraina da parte della Germania deve andare di pari passo con la “preoccupazione che non si arrivi a un conflitto diretto fra Nato e Russia, anche questo è un impegno” ha detto Scholz.
La Cina invita tutte le parti a esercitare “calma e “moderazione”. Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha invitato le parti a “lavorare alla de-escalation della situazione attraverso il dialogo e la consultazione” e creare “le condizioni di un cessate il fuoco da attuare il prima possibile”.
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