Sull'europeista Donald Tusk accuse e tanti silenzi
- Postato il 11 febbraio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Sull'europeista Donald Tusk accuse e tanti silenzi
Ciò che accade in Italia nel contrasto tra governo e magistratura, con lenzuolate velenose sulla stampa e overdose asperrime di blablà nei talk show, in confronto alla Polonia è un garbato scambio di opinioni tra gentlemen inglesi. Nel Paese dell'aquila bianca il presidente della Corte Costituzionale, mica il pretore del più sperduto paesino rurale, ha puntato il dito contro il premier Donald Tusk e alcuni membri di Coalizione civica (governo e parlamentari) accusandoli di «golpe bianco». Tutto messo per iscritto su un provvedimento formale di 60 pagine ufficializzato in conferenza stampa lo scorso di 5 febbraio, senza che l'Europa iperlegalista, ipergarantista e iperattiva su certi temi a certe latitudini - ma a volte a senso unico in certe direzioni geografiche e politiche - abbia nel frattempo detto una parola.
Solo i maligni possono sospettare i due pesi e le due misure perché nel mirino c'è l'amato e coccolato Tusk, filoeuropeista a dodici stelle e mezzo platealmente sponsorizzato da Bruxelles nelle scorse elezioni politiche. Il giudice polacco Bogdan Swieczkowski ha parlato senza giri di parole di «colpo di stato strisciante e sistemico», ipotizzabile in una serie di atti messi in atto da un «gruppo criminale organizzato» mirati a «cambiare il sistema costituzionale della Repubblica di Polonia» e a «impedire l'azione dell'organo costituzionale» in tutte le sue articolazioni, compresi Consiglio nazionale della magistratura e Corte suprema. wieczkowskiè stato netto: «Stiamo parlando del reato di colpo di Stato».
Oltre a Tusk, anche il ministro della Giustizia Adam Bodnar è al centro di un'inchiesta affidata al vice procuratore generale, Michał Ostrowski, poiché il procuratore generale Bodnar non potrebbe «supervisionare questi procedimenti perché ne è o ne sarà oggetto». Il presidente della Repubblica Andrzej Duda, in scadenza di mandato in quanto a maggio si tornerà alle urne, ha offerto una sponda decisa con una dichiarazione al vetriolo: «Si tratta certamente di tutta una serie di ripetute e continue violazioni flagranti della legge da parte di varie persone che oggi esercitano il potere esecutivo, cioè persone che sono membri del governo. Non ho dubbi circa questo fatto».
Sin dall'insediamento il nuovo governo a Varsavia non ha risparmiato colpi diretti e sotto la cintola al quadro istituzionale e di rapporti disegnato dal vecchio esecutivo a guida PiS, proprio per esplicitare la discontinuità. Via i direttori sgraditi della tv e della radio di Stato e dei giornali, smantellamento o indebolimento di investimenti e direttive che interessavano musei, istituti e produzioni, una stretta sulla Chiesa cattolica e sugli esponenti del clero nel nome della laicità dello Stato, attenzione particolare a riprofilare nell'immediato i quadri della magistratura e persino della diplomazia, con un valzer di sostituzioni degli ambasciatori nelle sedi più importanti, Roma compresa. Tusk però, soprattutto su alcuni aspetti ritenuti prioritari, non aveva fatto i conti con il presidente Duda che si è messo più volte di traverso non firmando i provvedimenti. E adesso di traverso c'è anche l'alta magistratura con l'inchiesta ipotizzando reati gravissimi puniti con una pena che va dieci anni all'ergastolo.
Nel frattempo Bruxelles ha osservato la strana consegna del silenzio su temi come libertà di stampa, separazione dei poteri, indipendenza della magistratura e Stato di diritto. Sull'attacco giudiziario al premier incombe la tornata elettorale del 18 maggio. I più accreditati alla vittoria sono il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski di Coalizione civica, favorito nei sondaggi, che l'ultima volta perse sul filo di lana con Duda, e lo storico Karol Nawrocki, formalmente indipendente ma con l'appoggio del partito conservatore PiS privato di recente dei finanziamenti per la campagna elettorale. Nawrocki ha diretto fino a poco fa l'Istituto nazionale per la memoria (Ipn), anch'esso nel mirino del nuovo corso di Tusk.
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