Stupri e immigrati: i numeri che la sinistra non vuole vedere

  • Postato il 19 settembre 2025
  • Di Panorama
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Quando, mesi fa, Robert Jenrick, ministro ombra della Giustizia per conto dei Tory, registrò un video mostrando su TikTok e Facebook dati dai quali risultava che in Gran Bretagna «afghani ed eritrei avevano 20 volte più probabilità di essere condannati per reati sessuali rispetto ai cittadini britannici», gli ambienti laburisti insorsero, accusandolo di razzismo, giudicando fuorvianti le cifre fornite.

Le obiezioni della stampa progressista

Secondo gli opinionisti della stampa progressista, le statistiche svelate dall’esponente conservatore non avrebbero tenuto conto di un insieme di elementi, tra cui il fatto che i numeri riguarderebbero le accuse e non le sentenze, ma anche che nell’elencare le percentuali non sarebbe stata indicata l’età degli arrestati, così rendendo impossibile riflettere sulla probabilità che «le giovani popolazioni maschili commettano più crimini sessuali rispetto alla media nazionale». Inoltre, fare calcoli del tasso pro capite in base ai luoghi di provenienza sarebbe inappropriato, perché non si terrebbe conto dei recidivi e a ciò si aggiungerebbe la questione che le indagini sul numero di immigrati sottovaluterebbero i clandestini e dunque ogni statistica ne risulterebbe falsata.

Il parallelo con l’Italia

Ho riportato le obiezioni alla denuncia di Jenrick perché mi sembrano molto simili a quelle che vengono formulate in Italia quando si parla dei reati commessi dagli stranieri, in particolare nel caso di stupri. Ogni volta che in qualche trasmissione tv o sui giornali si citano le statistiche del ministero degli Interni su queste fattispecie, c’è qualche Pierino o qualche sito di fact checking che storce il naso e contesta il fatto che quasi il 40 per cento dei detenuti per aggressioni di natura sessuale sia immigrato.

Ci si può inventare che il confronto andrebbe fatto fra una popolazione della stessa età, che molti dei carcerati per quell’accusa non abbiano ancora ricevuto una condanna definitiva e dunque siano da ritenere innocenti fino a prova contraria. E si può pure credere che le percentuali cambierebbero se si tenesse conto, oltre che degli stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale, anche di quelli che invece non lo sono.

Si può perfino arrivare a sostenere – come fa qualcuno – che molti stupri commessi da italiani avvengano in famiglia e per questo non siano denunciati (ma se non sono denunciati rimane un mistero come questi scienziati della statistica facciano a stimarli). Sta di fatto che la sola cosa certa è che per quattro violenze su dieci i responsabili individuati dalle forze dell’ordine sono extracomunitari. Guarda caso si tratta proprio della stessa percentuale fornita da Jenrick a proposito di ciò che avviene in Gran Bretagna. E da quel che mi risulta anche in altri Paesi (penso alla Svezia, ad esempio) si registra un aumento delle aggressioni sessuali commesse da immigrati.

Negare i dati o affrontare la realtà?

A questo punto, dunque, non serve negare la realtà, come fanno tanti esponenti della sinistra, che strillano parlando scioccamente di razzismo e di pregiudizi nei confronti degli stranieri. Nessuno vuole discriminarli, ma si tratta di stabilire di quali immigrati parliamo.

Quelli che vengono per lavorare, per dare un futuro migliore a sé stessi e alla propria famiglia, rispettando la legge, oppure quelli che (si pensi al maliano, aiuto cuoco in un centro di accoglienza, fermato per lo stupro di una diciottenne nel Milanese) pensano di aver trovato il Bengodi in Italia e in Europa e ritengono che ogni cosa, anche la brutalità, sia loro concessa?

Dire che stiamo importando criminalità e violenza non è razzismo. Dire che molti stupri sono compiuti da stranieri è un dato di fatto. Al contrario, il pregiudizio è praticato da chi rifiuta di vedere la realtà, nascondendo le notizie che riguardano i reati commessi da immigrati, in nome di una logica dell’accoglienza a tutti i costi.

Il caso Orbán e l’Europa sotto accusa

La scorsa settimana il premier ungherese Viktor Orbán, a proposito dello stupro contro due sue giovani connazionali compiuto a Paternò, in Sicilia, da tre marocchini, ha chiamato in causa l’Europa. È colpa della Ue, delle politiche che favoriscono l’immigrazione clandestina, se delle ragazze vengono violentate.

Difficile trovare argomenti per ribattere quando guardo, come Jenrick, i freddi numeri.

Autore
Panorama

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