Stroncato da un tumore Massimo Battista: l’ex operaio Ilva che sfidò il colosso siderurgico

  • Postato il 7 ottobre 2024
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Stroncato da un tumore Massimo Battista: l’ex operaio Ilva che sfidò il colosso siderurgico

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È morto a 51 anni Massimo Battista, ex operaio dell’Ilva e consigliere comunale, divenuto simbolo della battaglia contro l’inquinamento industriale nella città dei due mari.


TARANTO – È morto a 51 anni Massimo Battista, ex operaio dell’Ilva e consigliere comunale, divenuto simbolo della battaglia contro l’inquinamento industriale nella città dei due mari. Stroncato da un tumore, Battista aveva dedicato la sua vita a difendere la salute e il futuro della sua comunità, mettendo in luce le criticità ambientali del più grande stabilimento siderurgico d’Europa.

Battista, sposato e padre di tre figli, si era fatto conoscere a livello nazionale per il suo impegno nella lotta contro l’inquinamento industriale. Nel 2012 fu tra i fondatori del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, un movimento nato per opporsi all’inquinamento causato dallo stabilimento Ilva. Il 2 agosto di quell’anno, il comitato salì agli onori della cronaca quando bloccò un comizio dei leader sindacali in piazza della Vittoria, pochi giorni dopo il sequestro dell’area a caldo dell’impianto.

MASSIMO BATTISTA: L’IMPEGNO POLITICO E LE LOTTE PER IL CAMBIAMENTO

Simbolo di coraggio e determinazione, esempio di lotta per il cambiamento e la tutela della dignità e della salute dei lavoratori, Battista sognava una città libera dall’inquinamento e dalle malattie causate dall’industria. Battista non si fermò alla protesta. Nel 2017 fu eletto consigliere comunale nelle file del Movimento Cinque Stelle, ma abbandonò il partito pochi mesi dopo, in polemica con la linea adottata dai pentastellati sul caso Ilva, in seguito all’accordo siglato al ministero dello Sviluppo Economico con ArcelorMittal. Continuò la sua battaglia da indipendente, schierandosi con decisione contro l’inquinamento e per la tutela dei cittadini. Nel 2022 si candidò a sindaco di Taranto con il movimento “Una città per cambiare Taranto”, portando avanti la sua visione di una città libera dalle catene dell’industria pesante.

Nonostante le sue posizioni forti e spesso scomode, Massimo Battista non ha mai smesso di lottare. Anche da sindacalista fu oggetto di diversi provvedimenti disciplinari, conseguenza della sua ferma opposizione alle politiche aziendali.

UNA BATTAGLIA PERSONALE CONTRO IL CANCRO

Negli ultimi tempi, Battista aveva intrapreso un’altra battaglia, questa volta contro il cancro. Inizialmente sembrava che le cure dessero qualche segnale di miglioramento, ma il peggioramento delle sue condizioni è stato rapido. Solo pochi giorni fa aveva condiviso pubblicamente, sui social, l’amara consapevolezza della sua malattia: «Purtroppo, la risonanza magnetica ha confermato il precedente referto: l’edema non si è assorbito e la cura cortisonica non ha dato i risultati sperati. Ora si tenterà con una combinazione di cortisone e una piccola dose di chemioterapia».

Il suo ultimo messaggio, lasciato alla famiglia e alla comunità che tanto aveva amato, è stato postato su Facebook: «Dopo aver lottato con tutte le mie forze, per me, per la mia fantastica moglie e per i miei magnifici figli, la mia battaglia termina qui. Ho lottato tanto per questa città, ho sempre cercato di dare un futuro migliore alla mia amata Taranto. Ho combattuto come un solo leone sa fare. Ed è qui che vi saluto e vi abbraccio uno ad uno».

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