Stretta di Maduro alle ong in Venezuela: quella di Alberto Trentini non ha subito restrizioni. Ma lui resta in carcere
- Postato il 3 luglio 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Nello stesso giorno in cui il cooperante italiano Alberto Trentini veniva arrestato il 15 novembre 2024 nella località venezuelana di Guasdualito, nello Stato di Apure, mentre lavorava per l’ong “Humanity & Inclusion”, il Servizio autonomo di stampa nazionale e Gazzetta ufficiale di Caracas ha pubblicato la cosiddetta legge “anti-Ong”, che ha introdotto un nuovo registro per queste organizzazioni e imposto una stretta su donazioni e finanziamenti esteri, affinché questi ultimi non vadano a sostegno di “attività che alterino l’ordine pubblico sul territorio nazionale”. La legge era stata approvata qualche mese prima, il 15 agosto, mentre il Paese era attraversato da persistenti tensioni politiche. C’erano state le elezioni presidenziali, il Consiglio nazionale elettorale aveva dichiarato vincitore Nicolas Maduro, ma il candidato oppositore Edmundo Gonzalez Urrutia aveva contestato i risultati annunciati dall’autorità elettorale, incassando il sostegno di Washington e degli alleati occidentali. Già nella premessa la legge esplicita la finalità di evitare che le ong, quali entità “fomentate e finanziate dai centri di potere egemonico”, promuovano azioni sovversive come “le cosiddette primavere arabe, sperimentate in Medioriente lo scorso decennio”. Da allora le ong non hanno avuto vita facile nel Paese. Lo stesso ministro dell’Interno, Diosdado Cabello, sostiene che 61 di queste organizzazioni siano “appendici dell’impero”, ordinando perquisizioni, pedinamenti e persino le detenzioni di almeno due membri di organizzazioni non governative: Carlos Correa, coordinatore di “Espacio Publico”, ed Eduardo Torres, responsabile di Provea. La situazione preoccupa persino l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Volker Türk, che aveva già esortato il Palazzo di Miraflores a non approvare “questa e ogni altra legge che restringa lo spazio civico e democratico”.
La situazione della ong – Considerato il contesto, dopo l’arresto di Trentini, che è stato fermato insieme all’autista Rafael Ubiel Hernandez, e il suo trasferimento senza accuse a El Rodeo I, c’era il timore sulle eventuali ripercussioni da parte delle autorità locali anche nei confronti dell’organizzazione. Ma, almeno per il momento, non risultano perquisizioni presso le loro sedi, controlli da parte degli agenti, né restrizioni alle loro attività. Anzi, le operazioni di HI proseguono ininterrottamente nel Paese sudamericano, compresi i progetti nello stato di Apure. E non solo. Dopo la detenzione del cooperante veneziano si contano decine di posizioni lavorative aperte sul sito della ong per il Venezuela. Per citarne alcune: il 26 novembre, undici giorni dopo l’arresto di Alberto, HI ha pubblicato un annuncio per l’ingaggio di un capo missione a Caracas mentre l’8 gennaio cercavano un “supervisor” di progetto proprio nello Stato di Apure, dove l’operatore era stato arrestato. Non è chiaro se Trentini sia stato sostituito o meno da un’altra risorsa. Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare “Humanity & Inclusion” che però non ha risposto alle domande. “Data la delicatezza della situazione, non desideriamo fare o dire nulla che possa ostacolare gli sforzi in corso per ottenere il rilascio di Alberto e Rafael, più in là di ciò che è già stato comunicato”, si legge in una mail di risposta a firma di Marcela Campos, responsabile regionale di comunicazioni per l’America Latina e i Caraibi. Su Trentini l’ong ha speso un paio di articoli sul proprio portale: “In sette mesi sono pervenute poche notizie sulle condizioni di salute di Alberto“, si legge nel pezzo più recente, che risale al 14 giugno, nel quale si ricostruiscono le dinamiche della detenzione del cooperante e dell’autista. “Non riposeremo fino a quando Alberto e Rafael saranno in salvo, con le loro famiglie, perciò facciamo un appello alla cittadinanza per il loro rilascio”, si legge ancora sul portale. Ma i loro profili non sono paragonabili in quanto Hernández è cittadino venezuelano, con reti d’appoggio sul territorio, mentre Alberto è straniero. E fa la differenza, visto che sono sottoposti a regimi penitenziari diversi. E diversi erano anche i ruoli: Hernández svolgeva il compito di autista, con un ruolo prettamente logistico, Alberto un operatore umanitario professionista e attuava i progetti a contatto con le comunità di riferimento.
Il profilo – Alberto, che in Venezuela è andato per amore, ha scelto HI per continuare a svolgere il lavoro di operatore umanitario, iniziato più di vent’anni fa con esperienze in Bosnia-Erzegovina, Ecuador, Nepal e altri Paesi. E la sua scelta è ricaduta su HI, fondata nel 1982, vincitrice di un premio Nobel nel 1997, che finora ha sostenuto “decine di migliaia di persone in oltre sessanta Paesi”, si legge sul portale ufficiale (hi-us.org): “la nostra squadra lavora instancabilmente nel sostegno dei più bisognosi in emergenze umanitarie, crisi cronica e sviluppo di lungo periodo”. Soltanto nel 2024 l’ong ha direttamente aiutato 3 milioni di persone attraverso 480 progetti attivi in 58 Paesi. All’interno dei confini venezuelani l’ong opera dal 2019 con uno staff di 33 persone, fronteggiando una crisi che si è aggravata dal 2013. Opera in cinque regioni del Paese: Amazonas, Apure, Distretto federale (Caracas), Monagas, Delta Amacuro. HI è anche impegnata nell’attenzione alle fasce più fragili della popolazione (indigene, donne, disabili) promuovendo l’accesso a diritti fondamentali e fornendo servizi essenziali nelle aree interne del Paese sudamericano HI vanta sostenitori autorevoli come l’Unione Europea (anche attraverso l’European Union Civil Protection and Humanitarian Aid), il Centro di crisi e supporto del Ministero Europa e Affari stranieri della Repubblica Francese, il German Federal Foreign Office e il Bureau for Humanitarian Assistance (Bha). Nell’elenco dei sostenitori sono presenti anche il World Food program e l’Agenzia statunitense per lo sviluppo (Usaid), ma non sappiamo se quest’ultima, finita spesso nel mirino di Caracas, sostenga ancora le attività dell’organizzazione.
L'articolo Stretta di Maduro alle ong in Venezuela: quella di Alberto Trentini non ha subito restrizioni. Ma lui resta in carcere proviene da Il Fatto Quotidiano.