Streamer di Twitch chatta con una 14enne e i social si trasformano in un tribunale: “Pedofilo”
- Postato il 9 maggio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un tribunale virtuale che ha già deciso vittime, colpevoli, reato e pena mentre nella realtà è ancora tutto da verificare. In questi giorni, infatti, uno streamer di Twitch, un content creator che si occupa di videogames, ha dato il via al caos che ha scosso il mondo di Twitch Italia ma anche quello degli altri social, da Instagram a Tiktok. Al centro, una presunta chat a sfondo sessuale, con richiesta di immagini di nudo, a una ragazza 14enne da parte di un altro streamer maggiorenne.
La denuncia online
A parlare per primo è Lollolacustre, classe 2002, molto famoso nel mondo del gaming con più di 800mila follower su Twitch, 2,3 milioni su Tiktok, 470mila su Instagram. Il destinatario è un suo “collega” streamer. “Se mi porti una minorenne tra i 12 e i 14 anni su Telegram, sapendo che lì la postale non può indagare, sei un uomo viscido – ha detto durante un video in streaming -. Tu sai che parlo di te e in qualche modo il nome salterà fuori lo stesso”. Lollolacustre racconta di essere stato contattato da una ragazza di 19 anni tramite un messaggio di Instagram. La giovane lo accusava di aver dato visibilità in passato a questo suo collega “molto più grande”, che aveva poi scritto alla sorella di 14 anni chiedendole foto in intimo, facendola poi spostare su Telegram per “giochi a sfondo sessuale”. “Ne ho parlato – ha spiegato il gamer – perché in questo periodo sto facendo una serie in cui faccio crescere i content creator emergenti e l’ho messa in pausa. E ci tenevo ad avvisare la mia community in caso fossero saltati fuori altri casi”.
Le accuse diventano virali
Inizialmente lo streamer non fa nomi. Gli utenti parlano di pedofilia, adescamento, molestie. In molti indicano il nome ipotetico nei commenti del video e in una diretta, avendolo visto online, Lollolacustre si rivolge a lui sempre senza indicarne il nome: “Questo ragazzo ha capito si trattasse di lui perché gli ho parlato direttamente attraverso la telecamera – spiega in un video di Tik Tok -. Ha chiamato e raccontato tutto a un altro streamer, Japahef, che gli ha consigliato di costituirsi”. A quel punto il nome diventa pubblico una volta per tutti. E inizia a circolare tra i content creator: ognuno fa un suo video, con accuse annesse. Di prove tangibili, però, oltre alle parole di due streamer – che raccomandano di denunciare e che vengono anche acclamati dagli utenti – non ce ne sono.
L’accusato
Dopo la chiamata con Japahef, lo streamer accusato pare abbia chiuso tutti i suoi profili social, modificando la sua biografia su Twitch e lasciando un messaggio di scuse preimpostato nella chat del canale. “Ho sbagliato, mi assumo le mie responsabilità e interrompo questo magnifico progetto nel quale rifugiavo i miei sogni fin da piccolo. Per favore, non collegare ‘il personaggio’ (sostituzione per mantenere la privacy, ndr) a quello che ha fatto ‘la persona’. Il primo le faceva ridere le persone, il secondo le allontanava e si è reso conto dell’errore troppo tardi. Ora sta cambiando, cambierà, ed è giusto che il personaggio sparisca per lasciare quell’ultima impronta di felicità che ha costruito negli anni. Entrambi ti vogliamo bene”.
L’avvocato: “Chattare con le minorenni non è un reato”
“Sta montando una polemica incredibile nei confronti di uno streamer che è stato accusato, non dai giudici ma da un ‘tribunale superiore del web’ di essere un pedofilo perché avrebbe avuto delle conversazioni private con alcune minorenni, dal contenuto delicato” ha detto ironicamente l’avvocato Angelo Greco, in un intervento sui suoi social. Chat di cui “Non conosco il contenuto e credo che nessuno su TikTok lo conosca, se non le parti direttamente interessate – ha aggiunto – ma voglio fare dei chiarimenti a beneficio di tutti questi sommi giudici”. L’avvocato spiega che chattare con una minorenne, anche se il tema è intimo, non è reato e neanche chiedere un rapporto sessuale se non c’è “violenza, inganno, adescamento o ricatto e anche avere un rapporto sessuale con una minorenne non è reato se lei ha almeno 14 anni, a prescindere dalla differenza d’età”. Poi, torna all’accusa di pedofilia. “Quando chattare con una minorenne è reato? – chiede – In due casi: uno, se lei ha meno di 14 anni e l’altra parte le chiede foto intime. Il reato scatta anche se lei è consenziente nell’inviarle”. Se lei ha più di 14 anni “non c’è reato nel chiederle, a meno che non avvenga con violenza, minaccia o inganno. Oppure quando ci sono i presupposti del reato di adescamento di minore, che scatta quando il colpevole usa raggiri e lusinghe per carpire la fiducia della minorenne e avere con lei dei rapporti. La ragazza deve, in questo caso, avere meno di 16 anni”.
Il rischio di diffamazione
Insomma, senza sapere quali siano i termini della vicenda (chi scrive ha provato a contattare Lollolacustre su tutti i canali disponibili ma senza ricevere risposta, mentre i social dello streamer accusato risultano disattivati), il tribunale dei social ha sentenziato. Con un rischio. “Piuttosto, chi commette reato in questo caso? – continua Greco – Chi ha chiamato il ragazzo pedofilo senza che sia mai intervenuto alcun processo o la sentenza di un giudice. E questo rende l’appellativo molto diffamatorio”. Qualcuno che nei suoi video suggerisce di rivolgersi direttamente alle forze dell’ordine e non agli influencer o ai gamer, lo stesso fa anche Lollolacustre in uno dei suoi video, rivelando che sarebbero coinvolte anche ragazzine ancora più giovani. E avrebbe decisamente più senso
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