Strage ebraica e doppia morale

  • Postato il 19 dicembre 2025
  • Di Il Foglio
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Strage ebraica e doppia morale

“Non vale la pena marciare per il sangue ebraico?”, si è chiesto ieri sul Washington Post il rabbino di Bondi Beach, Alon Meltzer, in un drammatico j’accuse. A quanto pare no. L’occidente si rivela maestro nel selezionare le vittime degne del lutto collettivo e quelle destinate all’oblio. Due stragi: quella della moschea di Christchurch, in Nuova Zelanda, il 15 marzo 2019, dove un suprematista bianco, Brenton Tarrant, uccise 51 musulmani in preghiera, e l’attacco terroristico del 14 dicembre 2025 a Bondi Beach, Sydney, durante la celebrazione di Hanukkah, che ha falciato 15 ebrei. La prima scatenò un’ondata globale di solidarietà, veglie oceaniche, primi ministri in hijab, trasmissioni nazionali dell’adhan, milioni donati e una narrazione unanime di tolleranza. La seconda? Qualche piccola veglia sparsa e condanne ufficiali, ma nulla che si avvicini al fervore collettivo. Un centinaio di persone a Sydney, un centinaio a Londra, un centinaio a Parigi, dove era più numerosa la polizia dei manifestanti. Poco altro. Leader mondiali hanno espresso cordoglio e postato sui social. Ma dove sono le marce? Dove sono gli occidentali con la kippah in testa per solidarietà? Dove i milioni in strada, le trasmissioni nazionali di preghiere ebraiche e le campagne “we are all Jews”?

“Ad agosto centomila persone hanno marciato attraverso il Sydney Harbour Bridge per protestare contro un conflitto a migliaia di chilometri di distanza” scrive sul Washington Post il rabbino Meltzer. “E adesso? Ora, quindici australiani sono stati assassinati nel nostro stesso cortile. Sì, erano ebrei e allora? Non vale la pena marciare per il sangue ebraico? Se centomila persone possono mobilitarsi per una guerra lontana, sicuramente un milione potrebbe sollevarsi oggi e dire: basta. Non solo con i fiori. Non con pensieri e preghiere. Ma con l’azione. Con una richiesta collettiva che l’antisemitismo, in tutte le sue forme, sia sbagliato e debba finire subito. Questo deve accadere in ogni paese che afferma di vivere secondo i valori democratici occidentali. Ma temo che una simile visione esista solo nella mia immaginazione. Gli ebrei a quanto pare non contano”.

A New York si sono svolte cerimonie pubbliche per l’accensione della menorah con una componente di solidarietà alle vittime di Bondi Beach, sotto strette misure di sicurezza e con la partecipazione di membri della comunità ebraica. In Europa istituzioni e leader religiosi hanno espresso condanna dell’antisemitismo e messaggi di vicinanza alle comunità ebraiche. Il Papa ha ribadito la condanna di ogni forma di antisemitismo. Tuttavia, cinque giorni dopo, nessun corteo o manifestazione nelle capitali europee per le vittime di Bondi Beach, come visto per altri eventi internazionali. Christchurch si inseriva nella narrazione ideale: un bianco estremista contro una minoranza oppressa. Facile mobilitarsi, senza complicazioni, contro l’islamofobia. Gli ebrei, invece, sono vittime “scomode”.

E dal 7 ottobre, con l’ondata di antisemitismo, l’occidente ha imparato a contestualizzare: “Sì, orribile, ma l’occupazione”, “Sì, antisemitismo cattivo, ma il genocidio a Gaza”. E Bondi segue anni di proteste pro Palestina dove slogan come “From the river to the sea” e “Gas the Jews” hanno normalizzato l’odio antiebraico. Anche i due terroristi di Bondi avevano partecipato a una di quelle manifestazioni infami all’Opera House di Sydney.

Un famoso panificio ebraico di Sydney intanto è stato costretto a chiudere in seguito all’attacco perché non è possibile garantire la sicurezza del personale e dei clienti. Avner’s ha affermato di aver subìto “attacchi antisemiti, vandalismi e intimidazioni quasi incessanti” negli ultimi due anni e di non essere ora “in grado di garantire la sicurezza del nostro personale, dei nostri clienti e delle nostre famiglie. Abbiamo preso l’unica decisione possibile, una decisione che ci spezza il cuore. Avner’s chiude”. In Belgio le autorità hanno deciso che il quartiere ebraico di Anversa da gennaio non avrà più bisogno della protezione della polizia. Il premier australiano ha visitato in ospedale il fruttivendolo arabo che ha fermato uno dei terroristi. Gli altri feriti, ebrei, no. Se Christchurch ci insegnò “They are us”, Bondi sussurra: “You are on your own”.

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Autore
Il Foglio

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