Strage di Corinaldo, colpevole ancora in fuga. L’aveva pure pianificata

  • Postato il 11 luglio 2025
  • Di Panorama
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Che fine ha fatto Andrea Cavallari? A che punto sono le ricerche per riportare in carcere a Bologna il 26enne condannato come responsabile della strage nella discoteca di Corinaldo, evaso il 3 luglio scorso approfittando di un permesso premio per discutere la tesi di laurea a Bologna? Domande che con il passare dei giorni riempiono di contenuti l’attività degli investigatori, ormai convinti di essere di fronte a un’evasione pianificata per tempo e non al colpo di testa di un detenuto uscito dal carcere per la prima volta dopo anni di detenzione.

Non ci sono tracce di Andrea Cavallari e gli appelli perché si costituisse sono fin qui caduti nel vuoto. Sia quelli del padre che i messaggi lanciati dalle persone che avevano seguito il percorso penitenziario del giovane, condannato in via definitiva perché considerato responsabile insieme ad altri di quanto accaduto nella discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo l’8 dicembre 2018: un tentativo di rapina realizzato da una gang con spray urticante, il panico dei presenti e 6 vittime morte causa schiacciamento, tra cui una mamma e cinque ragazzi. Cavallari era stato condannato a 11 anni e 10 mesi di carcare, scontati senza permessi fino al via libera per lasciare temporaneamente la struttura della Dozza di Bologna e recarsi a discutere la tesi di laurea in Scienze Giuridiche.

Strage di Corinaldo, le ipotesi sull’evasione di Cavallari

Trascorse le prime ore, il sospetto che si è fatto strada è che si sia trattato di un’evasione pianificata nei minimi termini. Cavallari non sarebbe più in Italia, ma si sarebbe diretto verso l’Est Europa dove evidentemente godrebbe di appoggi logistici e protezioni. Su questo punto si stanno concentrando ora le indagini, tentando di ricostruire eventuali rapporti che il giovane potrebbe aver intessuto in carcere con altri detenuti originari di quei luoghi, principalmente Albania, e l’eventuale possibilità creatasi di studiare la fuga anche prendendo contatti da dentro il carcere.

Allo stesso modo, sotto la lente di ingrandimento di chi lo cerca sono finiti i comportamenti dei parenti e della fidanzata, comprese le ore dell’uscita per laurearsi e i successivi momenti conviviali. L’ipotesi è che Cavallari possa aver avuto accesso a un telefono cellulare per completare il suo piano prima di far perdere le tracce. La ragazza e i parenti negano con forza qualunque genere di coinvolgimento, compreso l’aver potuto conoscere in anticipo cosa passava per la testa del 26enne ora latitante.

Evasione Vavassori, le polemiche sulla falla della giustizia

Quanto accaduto, con l’aggravante di un’inchiesta che non riesce a venire a capo dell’evasione, rende ancora più dura la polemica sulla gestione di tutta la vicenda. Col passare dei giorni è sempre più evidente che il permesso concesso a Cavallari per uscire dalla Dozza sia stato dato con leggerezza, premiando un condannato che non si è mai apertamente pentito per quanto accaduto nel 2018 e che, evidentemente, non offriva garanzie.

Ancor più grave che nessuno avesse pensato di farlo seguire da una scorta, come quasi sempre accade con i detenuti in permesso, e che questa falla nel sistema gli abbia regalato diverse ore di vantaggio sugli investigatori. Non solo è stata disposta un’inchiesta interna, ma la Procura di Bologna vuole vederci chiaro sulle modalità della concessione del permesso che risultava essere attivo fino alle ore 18 di giovedì 3 luglio mentre la discussione della tesi di laurea era programmata per la mattina. In tutta la filiera molte cose non hanno funzionato, ora è certo. Così come è sicuro che la clamorosa evasione di Cavallari non potrà non avere ripercussioni su tutto il sistema, anche a costo di renderlo più rigido per tutti. La catena di errori commessi a Bologna imbarazza e si è rapidamente trasformata in un caso politico che corre parallelo alla domanda iniziale: che fine ha fatto Andrea Cavallari? Chi lo ha aiutato a pianificare la sua fuga? E perché nessuno è stato in grado di intercettarne il progetto e renderlo inefficace?

Autore
Panorama

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