Strage di Corinaldo, Andrea Cavalleri catturato a Barcellona: era evaso dopo la tesi di laurea
- Postato il 17 luglio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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È stato catturato Andrea Cavallari, uno dei condannati per la strage di Corinaldo, evaso nei giorni scorsi dopo aver discusso la tesi di laurea all’Università di Bologna. Cavallari si trovava a Barcellona ed è stato fermato, in strada, nella tarda mattinata. Condannato a 11 anni e 10 mesi in via definitiva per la strage di Corinaldo, era sparito il 3 luglio scorso. Cavallari era detenuto nel carcere della Dozza per scontare la pena per i fatti avvenuti alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, dove nel 2018 morirono sei persone dopo un tentativo di rapina con spray urticante: cinque minorenni e una mamma di 39 anni.
Il ragazzo aveva approfittato del permesso per darsi alla macchia, forse con l’aiuto di un telefono cui aveva accesso in carcere e di qualche complice. Sembra infatti che ci sia stato un piano ben preciso, architettato da tempo, con qualcuno che potrebbe aver atteso il giovane detenuto. Per questo motivo, la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti per favoreggiamento: indagini che si affiancano alle ricerche dell’evaso che potrebbe anche essere andato all’estero.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante il question time sul caso dell’evasione aveva dichiarato: “La certezza della pena sta diventando una astrazione metafisica. Nel nostro sistema giudiziario vige il paradosso che è abbastanza facile entrare in prigione quando si è presunti innocenti prima del processo, ed è altrettanto facile uscirne dopo la condanna quando si è colpevoli conclamati. Lungi da me ora fare una critica all’autonomia della magistratura che tanto stiamo difendendo in questo momento in cui sembra che la vogliamo vulnerare con la separazione delle carriere” ha aggiunto, dicendo poi che in ogni caso “occorre far luce su questa vicenda, riportata dalla stampa. Ho avviato una istruttoria al fine di accertare compiutamente i fatti e verificare i presupposti per esercitare le mie prerogative. Poi – ha ammesso dando ragione a Paita – è una situazione che ha ferito profondamente la sensibilità degli italiani”.
Nei giorni scorsi invece era emessa la sentenza di appello nel filone bis sulla strage. Il procedimento è quello relativo a sette dei nove imputati processati in abbreviato (due avevano patteggiato e per loro niente appello). Si tratta dei proprietari della discoteca Letizia Micci, Mara Paialunga, Alberto e Marco Micci, del dj e gestore Marco Cecchini, del socio Carlantonio Capone e del responsabile della sicurezza Gianni Ermellini. La posizione di Capone, socio della Magic, si è alleggerita: la corte ha rideterminato la pena, 3 anni e 4 mesi di condanna contro i 4 anni e 2 mesi in primo grado nella sentenza di aprile 2022.
Non è stata riconosciuta (come chiesto nella requisitoria della Procura generale, pm Cristina Polenzani) nemmeno un’aggravante di cui il tribunale ordinario non aveva tenuto conto, secondo l’accusa, nella sentenza di tre anni fa e relativa alle norme antifortunistiche che era tenuto ad osservare. Confermate le altre condanne per Letizia Micci e Mara Paialunga, 4 anni, Ermellini, 3 anni e 8 mesi, Alberto e Marco Micci, 4 anni e dj Marco, 5 anni e un mese. Per Marco Cecchini si è prescritta una contravvenzione che non ha inciso sulla pena. Motivazioni della sentenza tra 90 giorni. Le accuse per gli imputati, a vario titolo, erano di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo.
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