Strage di Bologna, il sindaco Lepore: “Meloni non cita mai la matrice neofascista. Hanno paura della verità”. Donzelli: “Non c’è nessun legame con chi governa”
- Postato il 4 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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“Mi dispiace dirlo ma Bernini ha fatto uno spettacolo dall’inizio alla fine, battibeccando con Bolognesi. È stata una maniera per rubare la scena, per non parlare della verità emersa dalle frasi ed è stato poco rispettoso nei confronti dei famigliari delle vittime oltre che degli italiani. Specie da parte di chi rappresenta le istituzioni”. Lo ha detto in un’intervista a Repubblica il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, in merito alle celebrazioni per la strage alla stazione centrale del capoluogo emiliano del 2 agosto 1980.
“Ho trovato le sue dichiarazioni sopra le righe” ha detto ancora Lepore riferendosi alle parole del ministro Bernini, aggiungendo: “E in generale trovo la destra di governo molto spaventata dal 2 agosto. Ho letto altre dichiarazioni ancora più preoccupanti, che associano al mancato riconoscimento della matrice fascista della strage, penso esigano spiegazioni”. A quali altre dichiarazioni si riferisce? “Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Galeazzo Bignami – prosegue il sindaco di Bologna – ha detto che si impegneranno per fare piena luce sulla strage, per rispetto ai famigliari. Delle due l’una: o non conosce la vicenda giudiziaria, o peggio non è d’accordo. È la classica doppiezza della destra italiana, che vuole lanciare un messaggio a qualcuno, per assicurare che aggiusteranno le cose”.
“Vorrei dire a tutti che per la verità giudiziaria nella Repubblica italiana ci sono i tribunali e le sentenze per vanno accettate. Raccontano una trama eversiva finanziata dalla P2 con il sostegno dei servizi segreti e collegamenti internazionali. Dobbiamo ringraziare i famigliari delle vittime per averle ottenute” ha detto ancora Lepore aggiungendo: “Meloni non cita mai la matrice neofascista. E Bernini sembra prenderne le distanze, parlando di una strage che “i magistrati hanno definito di eversione neofascista”.
“Hanno paura della verità – ha concluso – perché significa fare i conti con la strategia della tensione, che ha visto mettere bombe per ricattare lo Stato e cambiare la traiettoria democratica del Paese. Io dal palco ho letto una lunga sequenza di stragi e omicidi che arrivano fino agli anni Novanta, molti fatti devono ancora essere chiariti: ecco perché ci impegneremo, come città, ospitando la sede del Coordinamento delle vittime di tutte le stragi della strategia della tensione e di mafia italiana”.
Alle critiche al governo, ha risposto il responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli:
“Chi prova a collegare queste vicende al governo Meloni – ha detto alla Stampa – dimentica che molti del nostro gruppo dirigente all’epoca non avevano neanche l’età per salire a bordo di un treno da soli”.
“Ci riconosciamo nelle parole di Mattarella – ha continuato -. Ci sono verità sancite nelle aule di giustizia che nessuno vuole disconoscere. Chi prova a collegare queste vicende al governo Meloni dimentica che molti del nostro gruppo dirigente all’epoca non aveva neanche l’età per salire a bordo di un treno da soli”.
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