Storia della valigia: da baule per nobili a trolley di lusso

  • Postato il 19 agosto 2025
  • Moda
  • Di Artribune
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È estate, quindi è tempo di valigie: quei contenitori magici che riempiamo ansiosamente di costumi, libri mai letti e speranze vacanziere. Ma dietro ogni trolley colorato che si trascina tra i marciapiedi roventi delle stazioni o tra i binari degli aeroporti, si nasconde una lunga storia. Perché la valigia, oggi oggetto quasi banale, è stata una rivoluzione sociale, industriale e naturalmente estetica.

Storia della valigia, a partire dalle Crociate 

I primi antenati della valigia risalgono addirittura alle Crociate (1095-1274 d.C.), quando pesanti carri servivano a trasportare armi, armature e qualche effetto personale. Nel tardo Medioevo e in età rinascimentale, solo i nobili o i viaggiatori del Grand Tour disponevano di bauli in legno, rivestiti in cuoio e dotati di serrature: ingombranti, pesanti ma fondamentali. Durante l’Ottocento, con l’avvento del treno e del turismo borghese, la valigia iniziò lentamente a staccarsi dall’idea di “contenitore da nave” per diventare oggetto di uso personale. Nascono così le prime “suit-cases”: letteralmente custodie per l’abito, pensate per trasportare completi ben piegati senza rovinarli. Erano rigide, in cuoio o tela cerata, con manici e una struttura più snella dei bauli. Si diffusero soprattutto nei viaggi d’affari o nelle prime vacanze organizzate. Nel 1897 il dizionario della Oxford English Dictionary registra per la prima volta la parola “suitcase”. Era nata ufficialmente la valigia moderna, oggetto di funzionalità ma anche status symbol.

Una pubblicità vintage di valigie
Una pubblicità vintage di valigie

Louis Vuitton: il baule che fece tendenza

Il punto di svolta per la valigia come oggetto di moda arriva nel 1854, quando Louis Vuitton aprì a Parigi il suo primo atelier specializzato nella creazione di bauli per l’élite europea. Il giovane artigiano, già apprendista di Monsieur Maréchal, realizzava casse su misura per l’imperatrice Eugénie, moglie di Napoleone III. E nel 1858 lanciò il primo baule piatto, in tela impermeabile Trianon grigia, impilabile, una rivoluzione tecnica rispetto ai bauli bombati usati fino ad allora. Negli anni successivi, Vuitton introdusse una serie di pattern per contrastare le imitazioni, tra cui il celebre Monogram Canvas (1896), con fiori stilizzati e le iniziali LV. Oltre all’estetica, questi bauli erano innovativi anche nella serratura: Georges Vuitton inventò sempre nell’Ottocento il sistema di chiusura a prova di ladro, un ingegno così efficace che sfidò persino Harry Houdini. I cosiddetti trunks erano progettati come armadi portatili: compartimentati, personalizzati, pensati per chi viaggiava in grande stile sulle navi transatlantiche o per tournée teatrali. Greta Garbo ne possedeva uno da viaggio, mentre artisti e collezionisti li trasformarono in veri oggetti da esibire. Oggi i bauli d’epoca Vuitton sono protagonisti nelle aste di Christie’s, mentre l’heritage del brand continua con capsule collection disegnate dai direttori creativi, nonché fashion designer, Nicolas Ghesquière e Pharrell Williams.

Le valigie Gucci 

Anche Gucci ha un passato da raccontare. Fondata nel 1921 a Firenze come selleria e valigeria di lusso, la maison ha costruito la sua reputazione con articoli da viaggio in pelle martellata e finiture d’oro. Negli anni ‘60 e ‘70, i set da viaggio Gucci, con il classico pattern GG e il nastro verde-rosso-verde, erano tra i più ambiti dalle star hollywoodiane. Oggi la collezione Gucci Valigeria è stata rilanciata con l’attore Ryan Gosling in un’apposita campagna pubblicitaria, celebrando il ritorno all’arte del viaggio con un mix tra vintage e innovazione. 

La tecnologia nelle nuove valigie

Nel tempo, marchi come Rimowa, fondata nel 1898, hanno rivoluzionato il design tecnico: le valigie in alluminio rigato, leggere e resistenti, sono diventate simbolo di minimalismo e lusso industriale. La collaborazione con Off-White, con valigie trasparenti, Supreme, Dior e Fendi ha proiettato il brand tedesco nell’Olimpo della moda. Oggi esistono anche valigie Smart, come quelle di Away, Horizn Studios o July, dotate di GPS, batterie integrate e materiali ecologici. Alcuni modelli possono persino pesarsi da soli o bloccarsi da remoto. Il bagaglio non è più solo contenitore, ma tech-accessorio, parte del nostro lifestyle. Eppure, nonostante tecnologia e innovazione, il fascino di una vecchia valigia rigida, consumata dai viaggi, resta intatto. È lì che si scrivono le storie: tra una fibbia e una cucitura, tra un adesivo sbiadito e un’etichetta di hotel. Perché, in fondo, la moda è un modo elegante di portarsi dietro i propri sogni.

Erika del Prete

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Artribune

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