Storace: si indaga sul rito dei saluti romani e non sui morti della strage di Acca Larentia

  • Postato il 9 gennaio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Storace: si indaga sul rito dei saluti romani e non sui morti della strage di Acca Larentia

Ma che roba è quest'indagine sui fatti di Acca Larentia? Mica quelli del 1978, quando il 7 gennaio furono assassinati tre ragazzi, le cui età messe assieme non raggiungevano i sessant'anni. No, la Digos indaga, i pm perseguiranno, i giudici decideranno sui destini di un migliaio di persone – 1300 ne hanno contate con una precisione degna di miglior causa – ree di aver commemorato, con un rituale che va avanti da 47 anni, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Con il braccio teso e gridando Presente!

Una manifestazione durata cinque lunghissimi minuti. Forse anche meno. Ma per gli inquirenti – che probabilmente sentono sul collo il fiato e il dominio di incanutiti resistenti in servizio permanente effettivo – il crimine è evidente. CasaPound indicata come l'architetto dell'operazione e il gioco è fatto. Tutti in galera non appena si costruirà un carcere tutto per loro. Ma quant'è ridicola questa escalation giudiziaria?

Eppure la domanda più giusta da porsi sarebbe un'altra: perché i saluti romani sono più importanti della giustizia che non c'è per quei Caduti? Eh già, quasi mezzo secolo non è bastato per indagare, accertare, incriminare i responsabili della strage di via Acca Larentia. E voi vi state lamentando se una volta l'anno una cerimonia laica ricorda il sangue versato?

Non c'è costrizione a partecipare al Presente! per quei martiri del Msi. Non si raccolgono firme per edificare il nuovo partito nazionale fascista. Si arriva sul luogo ancora insanguinato, ci si stringe attorno a quel ricordo davanti ad una sede simbolo, e poi si torna a casa. Dove sta il crimine? Dov'è la ricostituzione di chissà cosa ci si vuole inventare pur di criminalizzare?

Nel nome della continuità del reato – e per non prescriverlo – potrei confessare anche io di aver partecipato da giovane chissà quante volte a quel Presente!. Mai identificato, e certo non mi nascondevo dietro a chissà chi per non farmi fotografare dagli inquirenti... Sa tanto di ridicolo la notizia dell'apertura dell'indagine. Pensate: fino a ieri erano 31 gli indagati per il 7 gennaio di un anno fa. Ora ci si premura di far sapere che gli accertamenti riguardano 1300 persone. 1300 indagati. 1300 avvisi di garanzia. 1300 notifiche. Un maxiprocesso...

Difficile incriminare – se non con malafede – il capo storico di CasaPound, Gianluca Iannone: nei video è lui che chiama il Presente!, ma accidenti non col saluto romano ma con il pugno che si batte sul petto. Ci ha fregati, esclamerà qualche zelante ricercatore di squadristi di nuovo conio. E quando abbiamo letto che i reati presunti spaziano dalla legge Scelba alla legge Mancino nemmeno abbiamo trovato la forza di esprimere un qualunque sentimento, se non di rassegnazione: ancora con questa roba?

Addirittura il capo della Procura della Repubblica di Roma, Francesco Lo Voi, ha fatto sapere di voler coordinare i pm (e quanti saranno, uno ogni dieci imputati, mentre la criminalità si fa sentire ogni giorno?). Si indaga su saluti romani (Scelba) e istigazione all'odio (Mancino). Ma una riflessione sul fatto che le vittime dell'odio siano stati proprio quei giovani che si commemorano ogni anno, la faranno o no a Piazzale Clodio?

Il risveglio improvviso della “giustizia” vale solo per chi piange i militanti del Msi che ci lasciarono la pelle o magari si sveglieranno per andare a capire almeno chi ha insabbiato per decenni ogni ricerca su mandati e autori di quell'eccidio? Poveri poliziotti e carabinieri, costretti a cercare di dare un nome a milletrecento persone ancora capaci di non dimenticare chi non c'è più. Noi ci limitiamo a porre una sola domanda: a che serve questo frastuono senza alcuna logica? E un'altra: non avete di meglio da far fare alle forze dell'ordine?

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Autore
Libero Quotidiano

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