Storace: Proietti canta "Bella Ciao", De Pascale abbassa i toni
- Postato il 20 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Storace: Proietti canta "Bella Ciao", De Pascale abbassa i toni
Sandra e Raimondo. L'arruffapopolo e il dialogante. L'arrabbiata e il sereno. Le varianti delle vittoria della sinistra in Umbria ed Emilia Romagna colpiscono assai, con gli atteggiamenti contrapposti dei due vincitori, entrambi neogovernatori di regione. No, non vogliamo dipingere per forza negativamente Stefania Proietti, che probabilmente si è sfogata dopo la vittoria che ha dovuto letteralmente conquistare; ma quanta differenza col suo collega di Ravenna, assolutamente indisponibile ad infierire sugli avversari. Non sembra nemmeno comunista, Michele De Pascale («Lo è, lo è», sibila chi lo conosce come un sornione pronto ad azzannare la preda...).
Resta il fatto che oggettivamente la Proietti sembra partire malissimo. Voglia di dominio? (È il primo pensiero che viene in testa visto quanto fece penare la sua coalizione fino a Ferragosto per il fatidico sì alla candidatura). Ma poi, il resto. Puoi andare sotto la Regione per cantare Bella Ciao in una competizione così poco affollata di elettori? Capiamo la gioia, ma non ha dovuto certo sfoderare chissà quali armi a difesa. Il terreno di gioco era praticamente deserto, che c'è da cantare... Non solo.
Persino il povero Bandecchi, sindaco – come lei fino a poche ore prima – nel capoluogo ternano, sbeffeggiato in malo modo. Governatrice, alle elezioni si vince, non si stravince. Ciascuno ha i suoi modi, più o meno discutibili, ma anche la distruzione del programma elettorale del centrodestra in piazza non è stata una gran bella cosa. Difficile comprendere anche che cosa voglia dire «restituire l'Umbria agli umbri». Da quale parte del mondo veniva Donatella Tesei? Perché usare frasi senza senso? Lei, Proietti, si è candidata, ha vinto, ma non c'era un invasore. Semplicemente un'altra Presidente, donna come lei. Almeno fra voi, rispettatevi. Prendiamola come la gioia di una vittoria appesa a sondaggi altalenanti fino all'ultimo, anche per lo scarso numero di elettori. Non passi per arrogante, la neopresidente dell'Umbria, anche perché dalle immagini non lo sembrava. Poi qualche dubbio ti viene se leggi che Stefania Proietti vorrebbe essere addirittura ricordata come la presidente della pace e che ringrazia San Francesco «abbiamo fatto un miracolo». Miracolo un'elezione? Sembra di altra pasta De Pascale, a capo della giunta emiliano-romagnola. Tutt'altro il suo atteggiamento rispetto a quello della neocollega di Assisi. Magari potrà offrirle qualche suggerimento, il clima paraguerriero si confà ad altri fronti, di questi tempi profondamente dolorosi in mezzo pianeta. Lascia piacevolmente sorpresi la dichiarazione che punta ad un rapporto di collaborazione con Giorgia Meloni. Dall'Emilia rossa una di quelle notizie che non ti aspetti, forse sarà il sangue romagnolo del nuovo governatore... È vero che, fedele al Bonaccini pensiero ultima versione, anche lui vorrebbe fermare l'autonomia differenziata, sia pure nel modello light lanciato dalla Corte Costituzionale, ma quel che più importa è la porta spalancata al governo. Le parole sono pietre: «La speculazione politica non porta lontano, bisogna saper collaborare. Bisogna saper lavorare insieme, soprattutto su temi importanti e io spero che il governo vorrà segnare un cambio di passo».
Michele De Pascale coglie l'occasione della tribuna offerta da RaiRadioUno a “Un giorno da pecora” per evidenziare le sue intenzioni: vuole il ruolo di commissario alla ricostruzione per il dopo Figliuolo. «Lo dico con franchezza, non è che sia una cosa per la quale è più facile prendere applausi che fischi, ma uno che si candida dopo una tragedia come quella che c'è stata non può schivarla una responsabilità come questa, se la deve assumere e io me la voglio assumere». E sulla Meloni aggiunge: «Spero non appena rientrerà dal Brasile di poterla incontrare». Schiva ogni polemica, De Pascale, anche quella scatenata da Rita Dalla Chiesa, parlamentare di Forza Italia, per via di un post abbastanza forte e che ha suscitato molte polemiche sull'alluvione: «Non commento» e glissa via. Politicamente, si è poi sbilanciato su una considerazione curiosa: è il partito dei sindaci il vero vincitore di questa tornata elettorale nelle Regioni. «Dopo la Liguria ero stato facile profeta. I sindaci hanno fatto tre a zero». Il riferimento è, con se stesso, anche al genovese Marco Bucci, nuovo presidente della Liguria, oltre che alla Proietti. Non ne sarà felice Andrea Orlando, battuto in Liguria proprio da Bucci. Non è che De Pascale, nella tradizione emiliano-comunista studia già da segretario?
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