Stop ai diesel Euro 5, tutto quello che c’è da sapere

  • Postato il 12 giugno 2025
  • Di Panorama
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La data del 1° ottobre si fa sempre più vicina. Quel giorno in quattro regioni del Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto) scatterà il divieto di circolazione di tutti i veicoli Diesel Euro 5. Se la draconiana misura green, a cui il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha promesso di opporsi, venisse approvata, resteranno fermi più di un milione di veicoli privati e commerciali in tutto il bacino padano. Naturalmente, l’augurio è che tale misura non entri in vigore, ma per ogni evenienza, ecco alcune informazioni importanti per non farsi trovare impreparati dall’eventuale (ed ennesima) follia eco-green.

Come funzionerà il divieto ai diesel Euro 5? Scatterà il primo ottobre 2025 nelle quattro regioni già citate, sarà valido dal lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 19:30 (gli orari potrebbero variare da regione a regione) e riguarderà i veicoli diesel Euro 5 privati e commerciali, che non potranno circolare nei comuni con più di 30mila abitanti. In Lombardia la misura sarà valida tutto l’anno, mentre le altre regioni hanno imposto un fermo stagionale, da ottobre ad aprile.

Come capire la classe del proprio veicolo?  Un modo facile è consultare il proprio libretto di circolazione. Esso è suddiviso in quattro sezioni, ciascuno identificato da un numero su sfondo blu posizionato in alto a destra. Nel riquadro 2, alla voce V9, è indicato il numero del regolamento comunitario che ha consentito l’omologazione del veicolo. Ad ogni modo, l’informazione più esplicita si trova nel riquadro 3, dove compare nuovamente la sigla del regolamento accompagnata, tra parentesi, dalla specifica della «Classe Ambientale Euro» di appartenenza.

Esistono deroghe al divieto? Sì, una di queste può essere usata da chi non utilizza molto il proprio veicolo. Per ottenere la deroga occorre installare il Move-In, un dispositivo che traccia gli spostamenti e impone un limite chilometrico annuo. Si tratta, appunto, di una deroga basata sui chilometri percorsi, che consente ai proprietari di veicoli più datati di circolare liberamente, senza vincoli orari o giornalieri. Per attivare il sistema, è necessario installare un GPS sul veicolo, che monitora i percorsi e registra la distanza percorsa. Se si supera il limite stabilito, il veicolo non potrà più accedere alle zone a traffico limitato fino al termine del periodo di blocco.

Le sanzioni previste? Eccoci alla nota più dolente. Le multe previste per la prima infrazione del divieto di circolazione é di 168 euro, in caso di recidiva entro due anni si pagheranno altri 168 euro e ci sarà anche la sospensione della patente per un periodo che va dai 15 ai 30 giorni.

La speranza è che il governo fermi l’ennesima stretta green su famiglie e imprese. Fortunatamente, segnali in tal senso sono arrivati dal ministro Salvini, il quale ha affermato di essere al lavoro per un emendamento al decreto Infrastrutture che ponga un freno a quest’ennesima e grottesca misura ai danni di cittadini e imprese, costretti a cambiare forzatamente il proprio veicolo con conseguenti (ed ingenti) spese economiche.

Autore
Panorama

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