Stonehenge non smette mai di stupire, una nuova scoperta svela la verità sulle origini
- Postato il 29 luglio 2025
- Notizie
- Di SiViaggia.it
- 2 Visualizzazioni

Stonehenge, nell’Inghilterra meridionale, è senza dubbio uno dei siti archeologici più famosi del mondo, oltre che uno dei più misteriosi. Il cerchio megalitico situato sulla piana di Salisbury ispira timore reverenziale e fascino, ma anche un intenso dibattito sulle sue origini. Sono diversi i racconti e le storie che hanno provato a spiegare il suo passato: il folklore locale, per esempio, associa la creazione di Stonehenge a Merlino, il mago della leggenda arturiana, che trasportò magicamente le enormi pietre dall’Irlanda, dove i giganti le avevano assemblate.
Tra le interpretazioni moderne più fantasiose ci sono quelle che sostengono che Stonehenge sia un’area di atterraggio per astronavi aliene, mentre tra quelle più realistiche si diffuse la teoria che le pietre sarebbero state trasportate dai ghiacci durante l’era della glaciazione. Ma, secondo i risultati di una nuova ricerca, la verità è da ricercare nelle mani degli uomini.
La vecchia teoria dell’era glaciale
Uno degli enigmi più discussi legati a Stonehenge, oltre alla sua funzione, riguarda la provenienza dei suoi imponenti megaliti. Il “circolo di pietra” più famoso al mondo risulta composto da massi provenienti da varie regioni della Gran Bretagna, compresa la contea gallese del Pembrokeshire, situata a oltre 225 chilometri di distanza dal luogo in cui oggi si erge il sito, nella pianura di Salisbury, nell’Inghilterra sud-occidentale.
Questa scoperta ha alimentato per anni un acceso dibattito tra gli studiosi. L’ipotesi dominante sostiene che tali pietre siano state trasportate fin lì da esseri umani attraverso mezzi e tecniche ancora non del tutto chiariti. Tuttavia, una minoranza di archeologi ha ipotizzato che i megaliti siano stati trascinati naturalmente verso sud da fenomeni glaciali durante l’ultima era glaciale. Entrambe le visioni, però, sono state recentemente messe in discussione da una nuova teoria, che promette di riscrivere le origini del monumento.
La nuova teoria che “risolve” il mistero
Secondo i risultati di una nuova ricerca, condotta da un team dell’Aberystwyth University, ateneo con sede in Galles, la teoria dei fenomeni glaciali andrebbe messa completamente da parte a favore di una che mette al centro l’operato umano. Fondata su evidenze geologiche, la teoria degli studiosi si è concentrata sullo studio del cosiddetto masso Newall, ritenuto uno dei più antichi fra quelli eretti nel Wiltshire 5000 anni fa, emerso dagli scavi nel 1924 e originario di Craig Rhos-y-Felin, nel Pembrokeshire.
I ricercatori hanno menzionato che il masso di Newall è una riolite foliata e che il suo strato superficiale è ricco di carbonato di calcio, il che supporta ulteriormente l’idea che gli esseri umani lo abbiano spostato nella sua posizione finale, poiché i ghiacciai avrebbero sparso pezzi simili in tutta la regione di Stonehenge.
Lo studio afferma inoltre che le comunità neolitiche compirono questa straordinaria impresa, trasportando blocchi di pietra dal peso di oltre 3,5 tonnellate. Tuttavia, pur confermando il loro ruolo nel trasporto dei megaliti, restano ancora ignote le tecniche esatte impiegate per realizzarlo.
Seppur resti ampiamente diffusa una visione contraria secondo cui “nessuno sforzo umano fu coinvolto”, i ricercatori hanno concluso che non esistono prove sicure per dare il minimo sostegno alla teoria del trascinamento dei ghiacci.