Stellantis vorrebbe rivedere i limiti alle emissioni 2035

  • Postato il 13 gennaio 2025
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  • Di Virgilio.it
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L’industria automobilistica europea si trova ad affrontare una sfida epocale: la transizione verso la mobilità elettrica. L’obiettivo dell’Unione Europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 implica una radicale trasformazione del settore, con il divieto di vendita di auto a combustione interna previsto per il 2035. Questo obiettivo, seppur ambizioso, rappresenta un’opportunità per l’industria di reinventare sé stessa e di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Lo sa anche Stellantis che si sta riorganizzando per ottemperare alle richieste imposte dalla normativa.

I rigidi limiti da rispettare

La strada verso la completa elettrificazione del parco auto europeo è tutt’altro che semplice. Le case automobilistiche si trovano a dover conciliare le rigorose normative europee sulle emissioni con la necessità di mantenere la competitività e di salvaguardare i posti di lavoro. La legge europea, entrata in vigore il 1° gennaio 2025, stabilisce un limite di 94 g/km di CO2 per le nuove auto immatricolate. I costruttori che non rispettano questo limite saranno soggetti a pesanti sanzioni: 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso, moltiplicato per il numero di veicoli immatricolati.

Le Case automobilistiche europee, ad oggi, non sono ancora pronte a soddisfare pienamente i nuovi standard di emissione. Secondo i dati Dataforce, le emissioni medie del parco auto europeo si attestano ancora intorno ai 120 g/km di CO2, con solo un terzo dei marchi al di sotto del limite stabilito. Questo scenario prospetta un onere finanziario significativo per l’industria, stimato in circa 16 miliardi di euro di sanzioni.

Per evitare il peggio, i colossi delle quattro ruote – come anche il Gruppo Stellantis – stanno ricorrendo a una strategia chiara ma controversa: l’acquisto di crediti di carbonio da produttori di veicoli elettrici, come Tesla e Polestar. I crediti di carbonio sono permessi che consentono al proprietario di emettere una certa quantità di anidride carbonica nell’atmosfera. Acquistando questi crediti dai produttori di veicoli elettrici, le Case automobilistiche tradizionali possono abbassare la media delle emissioni complessive della propria flotta e, di conseguenza, ridurre le sanzioni.

Acquistare i crediti di carbonio

Questa pratica, seppur consentita dalla normativa europea, è stata criticata da alcuni osservatori, in quanto non risolve il problema alla radice. La CO2 emessa dalle auto a combustione interna resta nell’atmosfera, ma le case automobilistiche evitano le multe. Si teme, inoltre, che questa pratica possa rallentare l’innovazione, disincentivando le case automobilistiche a investire nello sviluppo di veicoli elettrici più efficienti.

Stellantis, il quarto gruppo automobilistico mondiale, ha aderito a un “pooling” con Tesla per bilanciare l’eccesso di emissioni della sua flotta nel 2025 e non pagare le sanzioni previste dall’UE. La decisione di presentarsi insieme a Tesla eviterà a Stellantis di dover aumentare la produzione di veicoli elettrici o ridurre quella di auto con motori a combustione, una scelta che il capo delle operazioni europee di Stellantis, Jean-Philippe Imparato, ha definito “un dramma per l’industria, per la nostra gente e le nostre fabbriche“.

Stellantis e l’accordo con Tesla

L’accordo con Tesla, seppur non quantificato economicamente da Imparato, rappresenta un’opzione strategica per Stellantis per gestire la transizione verso l’elettrico, in attesa di raggiungere una produzione di veicoli a zero emissioni sufficiente a soddisfare le normative europee. Stellantis punta ad aumentare la quota di veicoli elettrici venduti in Europa dal 12% al 21% per evitare multe che potrebbero raggiungere i 300 milioni di euro per ogni punto percentuale mancato.

La vendita di crediti di carbonio rappresenta una fonte di guadagno significativa per Tesla, che nei primi nove mesi del 2024 ha ricavato circa 2,16 miliardi di dollari da queste operazioni, pari al 3% del suo fatturato totale. Anche Polestar, controllata dal gruppo cinese Geely, prevede un surplus notevole di crediti di CO2 per il 2025.

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