Stellantis, gli occhi Melfi sulle nuove norme europee

  • Postato il 15 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Stellantis, gli occhi Melfi sulle nuove norme europee

Nuove norme europee, Melfi attende la riunione della commissione europea, che discuterà di automotive, per capire le sorti di Stellantis e non solo


Dopo settimane di rinvii, pressioni incrociate e negoziati politici ad alta tensione, la Commissione europea dovrebbe presentare domani il pacchetto sull’automotive con una possibile svolta significativa rispetto all’impianto originario del Green Deal. Una decisione molto attesa anche in Basilicata non solo per lo stabilimento Stellantis di Melfi e del suo indotto (circa duemila addetti) ma anche per le ricadute sulle estrazioni di petrolio nella Val D’Agri.

Al centro del dossier c’è la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 delle auto, con l’attesa che sia abbandonato l’obiettivo di riduzione del 100% al 2035 e si passi invece a un target del 90%, che di fatto riapre la porta al motore termico anche dopo quella data.
La proposta cambia l’impianto delle regole che, pur senza vietarlo formalmente, rendeva di fatto impossibile vendere auto a benzina e diesel dal 2035, perché i limiti di emissioni per le flotte erano compatibili solo con veicoli a zero emissioni.

NEUTRALITA’ TECNOLOGICA

Il nuovo approccio dovrebbe puntare invece sulla neutralità tecnologica, sostenuta da Italia e Germania, lasciando ai costruttori la scelta delle soluzioni per ridurre la CO2. “Tutte le tecnologie resteranno sul mercato”, ha anticipato il capogruppo del Ppe Manfred Weber nei giorni scorsi, spiegando che una riduzione del 90% delle emissioni resta comunque “molto ambiziosa” ma consente una transizione più sostenibile per l’industria. Potrebbe arrivare a breve quella svolta tanto attesa sull’automotive europeo che, se tenterà di salvare il destino finale del Green deal, ne ammorbidirà decisamente i contorni e le tappe intermedie.

Nel nuovo quadro troveranno spazio i biocarburanti e i carburanti sintetici, le auto elettriche con range extender e, nodo ancora politicamente sensibile, le ibride plug-in. Resterebbe invece esclusa l’ipotesi di un semplice rinvio del divieto al 2040: l’obiettivo del 100% non verrebbe fissato a una nuova data, ma sostituito da un approccio strutturalmente diverso, basato su compensazioni delle emissioni residue lungo la filiera. Al di là delle anticipazioni di Weber, per quanto decisamente influente, si tratterà di vedere il pacchetto licenziato dal collegio dei commissari europei.

MISURE INDUSTRIALI

Accanto alla revisione degli standard CO2, il pacchetto dovrebbe includere misure industriali: incentivi per i costruttori che producono in Europa, una strategia sulle batterie, una nuova categoria normativa con requisiti ridotti per le utilitarie elettriche e un capitolo dedicato alle flotte aziendali, su cui restano divergenze tra chi chiede obiettivi vincolanti e chi spinge per semplici raccomandazioni.

Il compromesso non sarebbe ancora definitivo. Francia e Spagna hanno difeso finora l’impianto originario, mentre i Verdi denunciano un arretramento che rischia di creare incertezza regolatoria. La sintesi finale spetta al collegio, dove la presidente Ursula von der Leyen è chiamata a bilanciare competitività industriale, occupazione e credibilità climatica in uno dei dossier più politicamente sensibili della nuova legislatura europea.

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