Stellantis, chi è Filosa e perché è stato scelto: una decisione “politica” che guarda a Italia e Usa

  • Postato il 28 maggio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Napoletano, cresciuto a Ostuni, una vita nel mondo dell’auto. Tra l’Italia e l’America, due tra i mercati cruciali per Stellantis. Alla fine, le voci che da mesi lo davano in pole position per guidare il gruppo automobilistico sono state rispettate. Antonio Filosa sarà lo stratega dei prossimi anni. È la scelta più “comoda” per la casa costruttrice e segna anche un tentativo di John Elkann di ri-italianizzare – o almeno darlo a vedere – Stellantis a discapito della porzione francese che con Carlos Tavares è sempre stata preponderante dopo la fusione.

Dopo sei mesi di caccia al nuovo amministratore delegato, alla fine la scelta è stata quella di promuovere uno storico interno, arrivato in Fiat nel 1999. Troppo tempo per una decisione del genere? Anche perché il profilo di Filosa è perfettamente aderente per tamponare almeno mediaticamente le due principali crisi del gruppo. Da un lato, la situazione difficile in Italia: la produzione continua a crollare – nel primo trimestre è scesa perfino rispetto al già drammatico 2024 – e il “Piano Italia” presentato a dicembre al Mimit è per lo più “fumo”, riciclando alcune novità già previste in precedenza.

Inoltre, la gigafactory di Termoli è scomparsa dall’orizzonte, la cassa integrazione galoppa e nelle scorse settimane è stata riaperta una finestra per altri 1.000 esuberi incentivati. La scelta di un italiano può rappresentare un modo per raffreddare le turbolenze nell’immediato, ma poi molto dipenderà dai fatti. E da un punto di vista industriale sarà cruciale chi prenderà davvero le decisioni: la testa parigina o quella italiana? Tavares, portoghese, arrivava dal socio francese PSA e negli anni ha sempre vantato rapporti migliori rapporti con il governo di Parigi rispetto a quello di Roma. Ora la situazione, almeno tecnicamente, è diversa: un italiano con una lunga carriera in Fiat e FCA.

L’altra “anima” di Filosa è quella americana. Ha lavorato per Stellantis in Sud America, dove è stato l’artefice dell’apertura dello stabilimento nel Pernambuco, in Brasile, cruciale per il marchio Fiat. Negli ultimi mesi ha preso il comando del Nord America, la “cassaforte” del gruppo grazie ai marchi Jeep e degli altri Suv. Il gruppo si è ritrovato in una tempesta perfetta nell’ultimo anno, tra i disastri delle politiche di Tavares e le scelte di Donald Trump. Risalire la china negli Usa (-15% di vendite nel 2024 e -12 per cento nel primo trimestre 2025) è decisivo e Filosa agirà in continuità, avendo già da mesi le mani in pasta sulla questione americana.

Ha sfide gravose davanti, a iniziare da un bilancio 2024 negativo con vendite in calo del 12% e profitti crollati del 70 per cento. Tra le vicende più spinose e immediate ci sono la questione del marchio Maserati e l’addio ufficiale al pilastro del piano di Tavares, il 100% elettrico in Europa nel 2030. Da un punto di vista del prodotto, le sfide più immediate sono il lancio della 500 ibrida – previsto a fine anno e che segnerà il destino di Mirafiori – e delle nuove Alfa Romeo Stelvio e Giulia, sulle quali si rincorrono voci di ritardi.

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Il Fatto Quotidiano

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