Stellantis, Cassino verso l’anticipo della chiusura estiva. E rischia di riaprire direttamente a settembre
- Postato il 18 luglio 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ha appena riaperto, ma alla fabbrica di Stellantis di Cassino potrebbe essere rimasta appena una settimana di lavoro fino a settembre. Lo stabilimento dovrebbe chiudere dal 4 al 17 agosto per il consueto fermo estivo ma, a quanto apprende Ilfattoquotidiano.it, il rischio è che venga fermato il 26 luglio e che la serrata venga poi prolungata fino al 31 agosto sfruttando il contratto di solidarietà. L’impianto è da tempo sostanzialmente fermo: aveva già interrotto la produzione a fine maggio per 9 giorni e ancora tra il 28 giugno e il 15 luglio, ora rischia di arrivare a settembre con appena una settantina di giorni di lavoro dall’inizio dell’anno.
La decisione sull’estensione della fermata estiva – va precisato – non è ancora stata presa, ma le voci si rincorrono alimentate anche dai numeri drammatici della produzione. Tra gennaio e giugno ha prodotto appena 10.500 auto tra Alfa Stelvio, Alfa Giulia e Maserati Folgore. I volumi sono in calo del 34% rispetto allo stesso periodo del 2024 ed erano stati migliori perfino nel 2020, anno del lockdown per la pandemia di Covid. Le poco più di diecimila unità assemblate sono per lo più Stelvio (49%), mentre il 26% è rappresentato dalla Giulia e il 25% da Maserati Grecale, anche in versione full electric. Nel 2017 si produceva sette volte tanto e lo stabilimento del Frusinate – che lavora su un solo turno dal 2021 – contava 2.000 lavoratori in più rispetto agli attuali 2.400.
Il problema è sempre lo stesso: ordinativi scarsi per i modelli assegnati. L’unica Alfa che va bene sul mercato, del resto, è la Junior: Stellantis la produce in Polonia e avrebbe dovuto chiamarsi Milano, ma le polemiche scoppiate sull’italian sounding portarono il gruppo automobilistico a cambiarne il nome. “Cassino continua ad avere solo modelli vecchi o costosi come la Maserati Folgore che costa oltre 120mila euro nella versione elettrica e ha volumi marginali. Qui non si fa una vettura nuova da 7 anni”, spiega Andrea Di Traglia, segretario della Fiom Frosinone-Latina parlando per di “sopravvivenza produttiva”.
“Ero in fabbrica quando l’allora amministratore delegato Carlos Tavares venne a presentare la piattaforma Stla Large – ricorda – Gli facemmo notare che era un contenitore ma mancava il contenuto. Era il 2023″. E anche il rilancio di Stellantis con la versione ibrida di Giulia e Stelvio, inserita nel “Piano Italia” presentato a dicembre al ministero delle Imprese, è in realtà un riciclo: “Se ne parlava già nel 2018 con l’ultimo piano di Sergio Marchionne”.
Per Di Traglia serve una scossa: “È arrivato il tempo delle risposte. Il nuovo ad Antonio Filosa ha detto che avrebbe visitato tutti gli stabilimenti, lo stiamo ancora aspettando a Cassino – attacca – Se è uno di noi come dice, provi a campare con 1.000 euro al mese che è lo stipendio medio di un lavoratore che convive con gli ammortizzatori sociali”. La richiesta della Fiom è sempre la stessa: Serve un piano industriale vero. Ma ormai – sostiene Di Traglia – si cuciono sulla base di quanti lavoratori si vogliono mantenere negli stabilimenti. Siamo al ribaltamento della prospettiva e della missione con cui dovrebbero essere concepiti”.
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