Stellantis assume in Marocco e chiude in Italia: investiti 1,2 miliardi per auto elettriche a Kenitra
- Postato il 17 luglio 2025
- Di Panorama
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Stellantis ha appena scelto di rendere sempre più sbiadita la presenza in Italia per vivere alla grande altrove. Per la precisione in Marocco.
Mentre in Italia restano i fumi degli scarichi e le lettere di licenziamento, a Kenitra – graziosa località industriale a nord di Rabat – fioriscono colonnine elettriche, piattaforme “smart” e l’ assunzionedi 3.100 lavoratori. Un’altra bella storia di “mobilità sostenibile” che inizia con un biglietto di sola andata fuori dal nostro Paese.
Il gruppo italo-franco-americano guidato da Antonio Filosa ha deciso di investire 1,2 miliardi di euro per raddoppiare entro il 2030 la produzione nello stabilimento marocchino. L’obiettivo? Portare la fabbrica a sfornare un milione di veicoli l’anno. Veicoli elettrici, a tre ruote, a basso consumo, con tanto di motori mini-ibridi e un occhio di riguardo alla sostenibilità. E tutto questo mentre in Italia si spengono le catene di montaggio .
La notizia, neanche a dirlo, ha provocato un moto di sdegno da parte della Lega, che ha affidato al suo dipartimento Economia una dichiarazione infuocata: “Siamo sconcertati dalla scelta assurda di Stellantis di investire miliardi in Nord Africa e assumere lavoratori in Marocco, quando per decenni l’azienda ha volentieri goduto di denaro elargito dalle casse pubbliche italiane. Quando hanno iniziato a chiudere gli stabilimenti sono arrivate le procedure di licenziamento collettivo che hanno colpito centinaia di lavoratori italiani, rimasti a casa senza lavoro. Che vergogna”.
Una reazione prevedibile, certo, ma che fotografa il cortocircuito tra retorica industriale e realtà occupazionale. Stellantis, del resto, non sembra particolarmente turbata. Samir Cherfan capo delle operazioni del gruppo in Marocco parla di “futuro ancora più ambizioso”, e snocciola numeri da primato
L’impianto marocchino, operativo dal 2019 e già ampliato nel 2022, ha tutte le carte in regola per diventare il centro nevralgico della strategia “green” di Stellantis. Concepite secondo i principi di Industria 4.0, le linee di produzione sfornano già le Citroën Ami, le Opel Rocks-e e le Fiat Topolino . Si preparano ad assemblare 535 mila veicoli l’anno e a produrre centinaia di migliaia di stazioni di ricarica. Il tutto con un’efficienza energetica da far impallidire qualsiasi stabilimento italiano: solo 425 kWh per veicolo prodotto. L’annuncio ufficiale è stato confermato dal capo del governo marocchino Aziz Akhannouch, intervenuto in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’espansione dello stabilimento. Il piano rappresenta non solo un ampliamento produttivo, ma anche una pietra miliare nella strategia industriale del Marocco e nella trasformazione elettrica del settore automotive globale.
Secondo quanto riferito dalle autorità marocchine, la fabbrica porterà la capacità produttiva nazionale a un milione di veicoli all’anno entro la fine del decennio, più del doppio rispetto ai circa 400 mila veicoli prodotti attualmente. All’interno dello stabilimento di Kenitra verranno assemblati veicoli elettrici di piccola taglia e motori mini-ibridi, allineando così la produzione alle nuove esigenze di sostenibilità ambientale e transizione energetica. Nell’impianto in Marocco è inoltre prevista l’introduzione, a partire da febbraio 2026, della piattaforma Smart Car del gruppo Stellantis, la stessa utilizzata ad esempio per la produzione della Fiat Grande Panda in Serbia. Il progetto prevede investimenti per 702 milioni di euro destinati ai fornitori, confermando l’obiettivo di rafforzare l’intera filiera industriale e attrarre nuove realtà produttive nel territorio marocchino.
Intanto, mentre l’Africa avanza, Stellantis getta la spugna su un altro fronte: quello dell’idrogeno. Fine della corsa per i veicoli commerciali Pro One alimentati a celle di combustibile, prima ancora di vedere la luce. Troppi costi, infrastrutture scarse, incentivi assenti.
Mentre in Italia qualcuno mastica amaro, a Piazza Affari Stellantis vola: +2,28% a 8,18 euro per azione. Un rimbalzo ottimistico dopo il tonfo del 6,2% provocato proprio dallo stop all’idrogeno. Perché se è vero che le parole “emissioni” ed “etica industriale” fanno presa nei convegni, alla Borsa interessa solo una cosa: i numeri. E quelli del Marocco sono semplicemente migliori.