Stellantis, 500 esuberi a Melfi: la stangata nell’impianto più coinvolto dal “piano di rilancio”
- Postato il 7 maggio 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il “piano di rilancio” aveva fatto spellare le mani al governo e trasformato Melfi nello stabilimento con il maggior numero di nuovi prodotti in rampa di lancio, per un totale di sette vetture. Ma la realtà per la fabbrica di Stellantis è molto diversa: l’azienda taglierà 500 persone dall’organico, quasi il 10% dei 5.050 dipendenti che da tempo convivono con il contratto di solidarietà. L’ammortizzatore sociale finirà ad agosto e il gruppo automobilistico provvederà a ridurre la forza lavoro, come già avvenuto – con numeri minori – anche a Pomigliano d’Arco e Pratola Serra. E giovedì sono attese misure simili anche a Termoli, in Molise, dove il progetto della gigafactory è sospeso e il reparto del motore Fire è in dismissione.
I volumi del primo trimestre in Basilicata, del resto, sono stati drammatici: -64,6% di unità prodotte rispetto allo stesso periodo del 2024 con 16.210 auto in meno. Dopo lo stop alla 500X, l’impianto lucano produce attualmente Jeep Compass e Jeep Renegade, oltre ai primi modelli della DS8. Stellantis – che darà anche 250 operai di Melfi in prestito ad altri siti – incentiverà le uscite su base volontaria, come è già avvenuto più volte dal 2021 ad oggi con il coinvolgimento, prima di questa tornata, di quasi 2mila lavoratori.
“Il rischio quindi di uno svuotamento di Melfi si fa sempre più concreto nonostante gli annunci dei nuovi modelli”, sottolinea segretaria generale della Fiom Basilicata, Giorgia Calamita, che ha chiesto all’azienda “garanzie sul turnover”. Secondo il piano presentato da Stellantis a dicembre davanti al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la fabbrica potentina dovrebbe avere ben 7 modelli assegnati rispetto ai quattro previsti in precedenza, con un ampliamento a vetture non solo full electric.
Oltre alla DS8, è previsto l’avvio della Compass elettrica a giugno seguita entro fine anno dalla pre-serie della Compass in versione ibrida che entrerà in produzione dal primo semestre del 2026 insieme alle DS7 sia nella motorizzazione elettrica che ibrida. Quindi, nel secondo semestre del prossimo anno dovrebbe vedere la luce anche la nuova Lancia Gamma, sempre con doppia motorizzazione.
La Fiom Cgil ha inoltre “sollevato preoccupazioni sulla componentistica in quanto le ricadute occupazionali sull’indotto sono già drammatiche”. L’azienda – ha sottolineato Calamita – non ha dato nessuna risposta alle domande poste sul futuro produttivo e occupazionale, sostenendo che è tutto legato alla domanda e al mercato e a come quest’ultimo risponderà rispetto ai nuovi modelli che però ancora tardano a vedersi.
“Tutto questo accade quando ancora non è stato scelto l’amministratore delegato del gruppo e quindi siamo ancora in assenza di un piano industriale per il rilancio degli stabilimenti italiani. Sembra si stia configurando un vero e proprio piano di dismissione dall’Italia. Per tali ragioni, la Fiom-Cgil non ha firmato gli esuberi”, sottolinea il responsabile nazionale settore mobilità Samuele Lodi. tornando a chiede un “confronto vero” a Palazzo Chigi con il presidente John Elkann per poter arrivare a un accordo che “garantisca l’occupazione e il futuro dell’automotive nel nostro Paese”.
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