Statale della Val Trebbia, quattro viadotti e una galleria per “raddrizzare” il tracciato: ecco la variante

  • Postato il 9 gennaio 2025
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  • Di Genova24
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viadotto anas ss45

Genova. Quattro nuovi viadotti e una galleria per potenziare la viabilità della Statale della Val Trebbia, bypassando tornati e versanti instabili e garantendo una maggior fluidità al traffico veicolare. Questo il senso della variante al progetto di ammodernamento della strada presentato da Anas e oggi in fase di valutazione per il suo impatto ambientale.

L’opera si inserisce in uno dei contesti più difficili del tracciato, quello appenninico tra Costafontana e Montebruno, ad oggi caratterizzato da curve e passaggi a rischio dissesto, e prevede la realizzazione di nuovi ponti per saltare alcune criticità dell’antico tracciato che collega Genova con Piacenza.

“In linea generale l’intervento ricalca sostanzialmente le stesse scelte della progettazione preliminare, apportando alcune modifiche e migliorie per garantire il completo rispetto della normativa tecnica stradale – si legge nelle carte del progetto – nello specifico è previsto un adeguamento del sedime attuale della viabilità esistente per uno sviluppo totale di circa 1.215 metri, in cui previa scarifica del pavimentato esistente, l’allargamento della carreggiata necessita di un ammorsamento del nuovo rilevato sull’esistente e spesso della realizzazione di muri di controripa e sottoscarpa rispettivamente lato monte o lato valle per garantire il corretto ingombro della nuova sede stradale prevista in progetto”.

“Ciò tuttavia in alcuni tratti non è stato possibile intervenire sulla piattaforma attuale e pertanto il tracciato necessita di una variante al percorso esistente, che necessita della realizzazione di nuove opere d’arte, tra cui quattro viadotti ed una galleria artificiale di 25 metri. Nello specifico il tracciato è in continuità con il lotto precedente oggetto di recente ammodernamento; l’asse presenta una curva in sinistra di raggio pari a 118,20 m per poi ricollegarsi con la viabilità esistente appena dopo la fine dell’attuale ponte sul Fiume Trebbia”

E’ quindi prevista la realizzazione di un nuovo viadotto sull’omonimo fiume mantenendo comunque in esercizio il ponte esistente, come viabilità secondaria. Il primo lotto “termina in corrispondenza degli insediamenti antropici presenti a ridosso della sede stradale attuale, che rappresentano un vincolo a qualsiasi tipo di intervento. Prima e dopo l’opera di scavalco sono previsti accessi a raso della viabilità secondaria che garantisce il collegamento con una frazione comunale e i fondi privati; si sono garantiti i triangoli di visibilità per effettuare le manovre in sicurezza”.

Il secondo lotto del progetto inizia poi 500 metri dopo: “In questo primo tratto è prevista la scarifica del pavimentato esistente e conseguente realizzazione del nuovo manto stradale, senza sostanziali modifiche di tracciato, a meno della realizzazione di opere di sostegno quali muri di sottoscarpa e paratie di controripa.  Successivamente, considerato il tortuoso andamento del percorso attuale – si legge sempre nelle carte progettuali – l’intervento di progetto si colloca in variante al sedime esistente  il cui tracciamento prevede un doppio flesso planimetrico, caratterizzato da una prima curva in destra di raggio 173 metri, una curva in sinistra di raggio pari a 118,2 metri prima di ricollegarsi al sedime della statale esistente con una curva in destra di raggio 170 metri. Lungo questo tratto si rende necessaria la realizzazione del “Viadotto 2”, seguito dal “Viadotto 3” ed infine dal “Viadotto 4” .

Su questa variante, quindi, ora si devono pronunciare i tecnici ministeriali e i vari enti competenti relativamente alla valutazione di impatto ambientale. Secondo i documenti depositati per completare questa complessa opera serviranno 1320 giorni – vale a dire circa 44 mesi ovvero quasi quattro anni – di cui quasi 900 solo per le opere d’arte maggiori in cui probabilmente saranno necessarie delle limitazioni alla viabilità. Per portare avanti questo cantiere servirà anche procedere con l’esproprio di 36 mila metri quadrati di terreni.

 

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Genova24

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