Stanchezza e libido a zero, uomini attenti a questo ormone silenzioso: non ignorare questi sintomi
- Postato il 17 luglio 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
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L’aumento dei livelli di questo ormone nell’uomo rappresenta un quadro clinico spesso trascurato ma di grande rilievo
Una preoccupazione spesso sottovalutata per la salute sessuale, riproduttiva e generale del paziente. Sebbene questo ormone sia tradizionalmente associato alla funzione lattogena femminile, la sua alterazione nell’uomo può provocare una serie di disturbi che richiedono un’attenta valutazione medica e un approccio terapeutico specifico.
Rivolgersi a uno specialista endocrinologo è fondamentale non solo in presenza di sintomi evidenti, ma anche quando si riscontrano valori alterati in analisi di routine, poiché può essere il primo indizio di un disturbo endocrino complesso.
La gestione tempestiva e mirata di questa condizione permette di contrastare le conseguenze più gravi, preservando la salute sessuale, riproduttiva e la qualità della vita complessiva del paziente maschile.
Uomini: attenzione a questo ormone
La prolattina è un ormone secreto dall’ipofisi anteriore, una piccola ma fondamentale ghiandola endocrina situata alla base del cervello. Nel sesso maschile, la prolattina partecipa alla regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, influenzando indirettamente la produzione di testosterone e la funzionalità riproduttiva.

Tra le principali cause di prolattina elevata si annoverano:
- Adenoma ipofisario (prolattinoma): un tumore benigno dell’ipofisi che rappresenta la causa più comune di iperprolattinemia. Questi adenomi possono provocare un’eccessiva produzione di prolattina e, in casi avanzati, compressione delle strutture adiacenti, come il nervo ottico.
- Farmaci: psicofarmaci, antidepressivi, antipertensivi e antiemetici possono indurre un aumento patologico dei livelli di prolattina.
- Ipotiroidismo primario: la carenza di ormoni tiroidei stimola la produzione di TRH, che a sua volta incrementa la secrezione di prolattina.
- Stress cronico e disturbi del sonno: alterazioni neuroendocrine dovute a stress persistente o a un sonno irregolare possono favorire l’accumulo di prolattina nel sangue.
- Malattie renali o epatiche croniche: una ridotta capacità di metabolizzare l’ormone porta alla sua accumulazione ematica.
L’iperprolattinemia può rimanere a lungo silente, ma spesso si manifesta con disturbi che coinvolgono la sfera sessuale, riproduttiva e psicologica. Tra i campanelli d’allarme più comuni si trovano:
- Diminuzione della libido e disfunzione erettile, che possono compromettere significativamente la qualità della vita.
- Infertilità maschile: l’eccesso di prolattina interferisce con la spermatogenesi e la motilità degli spermatozoi.
- Ginecomastia, cioè l’aumento anomalo del tessuto mammario maschile.
- Galattorrea, sebbene rara, può presentarsi con secrezione di latte dai capezzoli.
- Disturbi dell’umore, come ansia e depressione, che spesso accompagnano il quadro clinico.
- Cefalea e disturbi visivi: sintomi tipici di macroadenomi ipofisari in espansione.
La presenza di questi sintomi deve spingere a una valutazione endocrinologica tempestiva, per evitare complicanze a lungo termine.
La diagnosi si basa principalmente sul dosaggio della prolattina nel sangue, effettuato preferibilmente al mattino, a digiuno e in condizioni di riposo per evitare falsi positivi indotti da stress o attività fisica. Se i valori risultano elevati, si procede con approfondimenti quali:
- Risonanza magnetica dell’ipofisi, per identificare eventuali adenomi.
- Dosaggio degli ormoni ipofisari e tiroidei per valutare l’assetto endocrino complessivo.
- Ecografia testicolare, qualora si sospettino patologie gonadiche.
Il trattamento viene personalizzato in base alla causa specifica dell’iperprolattinemia.
Le terapie più utilizzate includono:
- Agonisti dopaminergici, come cabergolina e bromocriptina, sono il primo approccio farmacologico e agiscono inibendo la secrezione di prolattina, riducendo anche il volume del prolattinoma quando presente.
- Terapia sostitutiva per l’ipotiroidismo, con somministrazione di levotiroxina, utile a normalizzare l’eccesso di prolattina in caso di disfunzione tiroidea.
- In caso di iperprolattinemia indotta da farmaci, è possibile valutare la sospensione o la sostituzione del farmaco responsabile, sempre sotto stretto controllo medico.
Nei casi in cui la terapia farmacologica risulti inefficace o vi siano complicanze compressive come disturbi visivi, si può ricorrere a:
- Chirurgia neuroendocrina per l’asportazione dell’adenoma ipofisario.
- Radioterapia, opzione rara e riservata a situazioni particolari.
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