Stadio, il Comune: “Genoa e Samp sapevano che potevano esserci altre proposte”

  • Postato il 18 ottobre 2024
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stadio ferraris cds boeri

Genova. Dopo il polverone alzato sulla questione Ferraris – con il naufragio della newco che avrebbe unito Genoa e Samp nel progetto di riqualificazione, e con la presentazione di un’offerta non vincolante da parte della società Cds – il Comune di Genova ha deciso di fare chiarezza su alcuni punti. In particolare, l’amministrazione smentisce quanto circolato su alcuni organi di stampa, per cui i club sarebbero stati tenuti all’oscuro dell’esistenza di un privato pronto a correre per l’acquisizione e ristrutturazione del Ferraris.

Nel frattempo però il tema degli impianti sportivi continua a far discutere, con il Pd che attacca la giunta Bucci per la gestione delle risorse economiche nell’ambito dell’operazione Waterfront-Palasport. “Non solo il Comune ha ricomprato l’arena sportiva pagandola molto di più all’imprenditore che oggi si candida a rifare lo stadio, ma ha anche deliberato di prendere in affitto alcuni locali della stessa società senza far passare quella decisione attraverso il consiglio comunale”. Così dice Simone D’Angelo, capogruppo dem a Tursi e candidato alle regionali, citando un articolo de La Repubblica.

Ecco la nota del Comune di Genova sullo stadio di Marassi

In merito alla riqualificazione dello Stadio Luigi Ferraris, si rendono opportuni alcuni chiarimenti. Preme evidenziare, anzitutto, che l’amministrazione comunale di Genova, fin dall’incontro con Genoa e Sampdoria del marzo scorso, aveva fortemente invitato alla presentazione di un progetto congiunto, evidenziando che, qualora fossero arrivate proposte da parte di soggetti terzi, queste sarebbero state prese in considerazione subordinatamente alla proposta dei due club.

Ad oggi, com’è noto, le due squadre hanno comunicato di non essere ancora riuscite a trovare una convergenza tra di loro sulla presentazione di una proposta unitaria, obiettivo che resta auspicabile da parte del Comune. Eventuali ulteriori proposte saranno prese in esame quando e se si concretizzeranno in modo concreto e vincolante: questo vale sia per le manifestazioni di interesse avanzate da CDS sia per quelle individuali di Genoa e Sampdoria. Quello che è certo è che il Comune non ha nascosto nulla ed è sempre stato del tutto trasparente.

È evidente, inoltre, che qualunque progetto di ristrutturazione dell’impianto, da chiunque provenga, dovrà integrare e includere pienamente Genoa e Sampdoria in posizione di assoluta parità di condizione nella fruizione e gestione dello stadio, esattamente come avviene oggi. Questo è un punto assolutamente irrinunciabile.

Si precisa, altresì, che, qualora perverrà una proposta accettabile e concreta, la stessa sarà oggetto di una procedura a evidenza pubblica e ai dovuti passaggi in Consiglio comunale, nel pieno rispetto del percorso delineato dalla cosiddetta “Legge Stadi”. Si ribadisce che l’obiettivo del Comune è quello di riqualificare lo stadio per metterlo in condizione di ospitare Euro 2032. La ristrutturazione dell’impianto deve diventare anche un volano per la rigenerazione del quartiere di Marassi, andando a risolvere alcune annose criticità“.

Ed ecco i rilievi sollevati da Simone D’Angelo, Pd, sulla questione Palasport

Il Comune di Genova, quindi la Giunta Bucci, si sarebbe impegnato a prendere in locazione per 16 anni dall’azienda CDS due piani dell’edificio del Waterfront ancora da costruire. Dopo il riacquisto del Palasport, venduto a 14 milioni a CDS e ricomprato dalla stessa a 27, ora il Comune prenderebbe in affitto porzioni delle aree a suo tempo svendute all’impresa privata. Con quali finalità? Con quale impegno di spesa? Perché il Comune si è impegnato alla locazione prima ancora che l’edificio sia costruito? Perché la questione non è stata discussa in Consiglio Comunale?“.

L’operazione svelata dalla stampa sa tanto di una misura finanziaria per dare ossigeno a un’operazione economica che non riesce ad avere il ritorno previsto, nonostante il generoso riacquisto del Palasport – conclude – Secondo le risposte finora ottenute dal Comune, sono quasi 200 i milioni di Euro di risorse pubbliche che hanno finanziato l’operazione privata del Waterfront. Quanti altri denari pubblici dovremo ancora sborsare per rendere profittevole un’operazione economica privata?“.

Autore
Genova24

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